Lo Stato Moderno - anno II - n.21 - 5 dicembre 1945

LO STATO MODERNO 337 LU· CI ED OMBRE SOVIETICA DELLA Nella prima guerra turca (1769), la mobilitazione mette a nudo la vecchia plaga della corruzione; i capi dell'am– ministrazione militare sono ricchi, ma i soldati vanno scalzi; la polvere da fuoco ·è mista a sabbia, la sussistenza truffa. Questo malanno della corruzio– ne ricompare ogni volta che l'esercito russo intraprende una guerra. E dura ben oltre Caterina. Ne soffre la difesa russa nella guerra napoleonica. Lo de– scrive tristemente il Thiess nel sµo ef– ficacissimo studio della guerra russo– giapponese del 1905 (Frank Thiess, Tsushima, G. Einaudi editore, Torino), L'esercito è tarlato dalla corruzione prima ancora che dalia rivoluzione, I rifornimenti non arrivano, mezzo mi– lione di quintaH di viveri marciscono abbandonati o vengono rubati, centi– naia di vagoni di petroHo e di altri ge– neri scompaiono come in una palude gigantesca, la costruzione della ferro– via del lago Baikal viene a costare un milione di rubli al chilometro. Disastro logistico simile riferisce Lloyd George nelle sue memorie di guerra, dove pu– re è messo in rilievo il valore r':l-sso non inferiore a quello del 11112e del 1905, nonostante la miopia degli allea– ti che lasciano l'esercito russo senza armi e munizioni finchè ne consegue la pace di Brest Lltovsk. Ma torniamo alla prima guel'ra tur– ca. 'con uomini nuovi e attivi Caterina ~ riesce a risanaTe esercito e flotta. Vin– ce in Moldavia, si parla di conqujstare Costantinopoli . Le gelosie europee (Prussia e Austria per i territori, In– ghilterra e Svezia per i mari) rallen– tano le avanzate. Un grave e caratte– ristico intermezzo in questa guerra è rap_presentato ·dall'invasione di Puga– ciov. Ancora una volta come gli insorti guidati 'da Stienka Razln sotto Alessio o come gli Strelizi sotto Pietro il Gran– de, gli orientali si ribellano contro la introduzione di istituti occidentali. Il nuovo avventuriero, capo di cosacchi ucraini e di raskolniki polacchi prende Il nome di Pietro III (il marito detro– nizzato da .Caterina) e raccoglie segua– ci provenienti da foresté, da steppe e e da oltTe gli Urali: rubano, saccheg– giano, incendiano; distruggono per due anni i reggimenti mandati a combat– terli. Finalmente il 1774 vede la scon– fl tta di queste orde e la fine, dopo sei anni, della guerra turca, con la. conqui– sta d( Azov e Kerc, del territori fra Bug e Dnieper e (più signif:cativo) del djritto di navigazione sul Mar Nero, il SOiDO di Pietro il Grande. RUSSIA di 'GIULIO BERGMANN (Continua.zione dat numero precedente) Nel 1787 viene decretata la fine del commercio degli schiavi bianchi che da mille anni partivano da Sebastopoli a migliaia ogni anno per la Persia, l'In– dia, l'Egitto, nonostan~e~il ripetersi del lamenti che giungevano a Mosca .e a Pietroburgo. (Caterina vorrebj:>e anche liberare i servi della gleba, ma i snoi disegni non giungono in porto e la liberazione dei servi si attua solo nel 1861). Nelio stesso anno 1787, dopo il gran– de viaggio di Caterina in Crimea, scop– pia la seconda guerra turca. In prin– cipio, come al solito, va male. E il re di Svezia, anche questa volta, assale. Ve– ste soldati con uniformi russe e simu– la una provocazione (quanto scarsa è rimasta la fantasia degli aggressori!); entra in Russia e minaccia Pietroburgo. La duplice guerra ha momenti dram– matici, ma Caterina resiste: e.ongli sve– desi si svolgono battaglie alterne per terra e per mare, Suvorov avanza lungo il Mar Nero e vince a Focsani i turchi; si raggiunge la pace con gli svedesi nel 1790 e finalmente con i tur– chi a Jassi nel 1791. Sono ancora le due direzioni di mai-eia ,recenti. La Russia ottiene il riconoscimento della éonquista della Crimea e arriva al Dnies~er. Il vero successore di Caterina, dopo il breve regno del figlio (violento e pazzoide come il padre) è il nipotino A!essandro, • che ella ha fatto allevare dallo svizzero Laharpe e che ella de– signa « il mio retaggio alla Russia •· Napoleone lo corteggia e ne sollecita l'allenza; i convegni di Tilsitt e di Er– !urt dopo le vittorie del dittatore fran– cese nell'Europa centrale sembrano og– gi un'anticipazione del patto TUsso-te– desco del 1939; Alessandro scrive alla madre: « Dobbiamo aver !'a.ria di con– soÌidare l'alleanza per addormentare l'aJJeato: guadagnarne tempo e prepa– riamoci•· Talleyrand nei colloqui notturni di Erfurt con Alessandro, nei quali sabo– ta va i piani di Napoleone, gli dice (Duff Cooper, TaUeyrand, Einaudi, editore): « Sire, voi siete il sovrano civile di un paese barbaro, Il mio imperatore t! Il sovrano 'barbaro di un paese civile •· Alessandro, forse anche aiutato da que– sti colloqui, comprende il pericolo e ne trionfa, per la sua intuizione e il ge– nio militare di Kutusov. La loro gloria è di avere incarnata la coscienza po– polare; Tolstoi attribuisce la vittoria · al coraggio dei contadini. Più tard~, pare che a Kutusov morente, 11 quale lo aveva sconsigliato dall'invadere l'Eu– ropa, dopo aver vinto Napoleo.ne, Ales– sandro chiédesse perdono di non avBTe .seguito il suo consiglio e che Kutusov gli rispondesse: « Sire, io vi perdono ma la Russia non vi perdonerà •· Quale influenza ,;orrà la Russia in Europa, ora che, scacciati i tedeschi, è a Berlino e a Vienna? Hitler ha ri– petuto l'errore di Napoleone, Stalin ba· ripudiato il monito di Kutusov. B. n Governo sovietico e la guerra del 1941. Le testimonianze del Davies COliti– tuiscono una fonte preziosa anche cir– ca la preveggenza del governo sovie– tico e la sua condotta negli anni im– mediatamente precedenti alla guerra con Hitler. Riferisce il Davies il 2.6 marzo 1937 (pag. 83), rn una lettera al Segretario di Stato, che Litvlnov, al- . !ora Commi sario degli esteri, alla do, manda se una garanzia collettiva per i confini d'Europa, con la partecipa– zione della Russia, potesse assicurare la pace, dando alla Germania materie prime e altre soddisfazioni economi– che, risponde: « Credete ohe Hitler si contenterebbe di qualcosa. di simile? •· Unica via, secondo lui, sarebbe stata allora una ~ollecita dimos.trazione di forza delle democrazie europe (Fran– cia, Russia e Cecoslovacchia) con l'ap– poggio dell'America. Del pari (p .. 96) Maiski, ambasciatore a Londra, aveva detto in quei giorni che la Russia non temeva aggressori ma voleva la pace: l'Europa deve de– cidersi e, ,se non realizza la sicurezza collettiva, si contenterà di « localizzare la guerra• ritraendosi poco a poco « nella ridicola speranza che il lupo af– famato non mangi cappuccetto rosso•· Questi moniti sui propositi di Hitler vengono ripetuti da Litv'inov nel lu– glio e ancora nel novembre del 1937: Roosevelt aveva detto in ottobre a Chicago che qualora la guerra scop– piasse non avrebbe risparmiato l'Ame– rica; in questo mondo di interdipenden– za « è interesse vitale per l'America che vengano restaurate- la santità dei . trattati e la morale internazionale •· .In un rapporto dell'll novembre 1937 al Segretario di Stato, D.avies ,riferisce (p. 189) che Litvinov manife$ta sfidu– cia nella Francia e nell'Inghilterra e per la loro debolezza teme i'aggressic– ~e atl' Austria e alla Cecos!ovò.cchia. Al– tri rapporti di Davles testimoniano ).a

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