Lo Stato Moderno - anno II - n.17 - 5 ottobre 1945

240 LO STATO MODERNO Andé Gide nelle Pages du ;ournal (L'Arche, 1944, 3) in data 9 luglio 1940 annotava: " Mattino splendido. Fra tanta serenità non mi riesce cli sentirmi triste, del resto non lo tento neppure e, credo che, anche nel lutto non sia bene sforz~rsi. .. Non é dato a mo:ti francesi, né costantemente, di sentire la grande desolazione della patria. Si provano piut– tosto i dolori particolari: e, per la maggioranza, sono le sec– cature delle restrizioni, le scomodità delresilio, la paura dcl:a carestia di domani. Se la dominazione tedesca ci assicurasse l'abbondanza, nove francesi su dieci !"accetterebbero, e, tra questi, tre o quattro, con un sorriso. E non c'è di che indi– gnarsene e neppure del fatto che io lo dica. Le persone ca– paci di commuoversi per ragioni intellettuali sono rarissime, capaci di soffrire di carenze non materiali. E forse è meglio così». (E in nota, una frase scrittagli da Mauriac lo stesso mese: « Per i mali pubblici la nostra sensibilità è più limitata di quanto noi non osiamo ammettere»). In data 5 settem– bre: « Venire a patti col nemico non è viltà, è saggezza: quella d"accettare l'inevitabile... Chi si ribella al'.a fat:ilità cade nel laccio». Siamo ancora nel periodo di inerzia, di accettazione del fato. Anche i mig:iori non sanno trovare la loro strada, In un campo di prigionieri un gruppo di soldati guarda le fotografie del:a sfilata dell,, t, uppe pei Champs-Elisées verso l'arco di trionfo. esse « non provocano in loro alcuna reazione, eccetto forse un liern rammarico di non aver assistito allo spettacolo. L'il:ustrazione che ma!!p;iormente li interessa è quella in cui si intravedono i tavolini di un caffè. Cosa non pagherebbero per essere seduti laggiù. Tullo il resto li lascia indifferenti » (Benoist Méchin, La moisson de quarante, Pa– rigi, Albin-Michel, 19-H, n. 38). Per ora le testimonianze dei due testimoni che seguiranno vie opposte concordano. Tre mesi dopo la sconfitta la situazione è ancor (JUE'sta: Vichy va decretando, Lavai ordendo le sue trame, il paese subisce (come subr la sconfitta) l'occupazione, la politica dei capi che non si è scelti ma gli si sono imposti - e imp·u,, ad attendere. Si delinea qucll"attentisme, che ebbe tanti a– spetti, e buoni e cattivi, a seconda che si opponeva agli sforzi di De Gaulle, di Pètain o di Lavai. ma che, di fronte allo sfacciato co:Iaborazionismo di alcuni, all".urendevole ac– quiescenza di altri, rappresentò pure la forza del paese, il quale alla vera resistenza attiva non si svegliò se non più tardi e faceva cosi il suo sciopero bianco. la sua resistenza passiva. Pierre Lavai ottenne nell'ottobre 1940 la sua maggior vit– toria, che, si può dire, fu J"ultima. li 12, in un messaggio ra– diodiffuso, Pétain, cedendo all'opera di persuasione del vice– presidente del Consiglio pronunciò la frase: « Di fronte a un vincitore che avrà saputo controllare la vittoria, noi avremo saputo controt:are la nostra sconfitta». E' il via alla collabo– razione. Il 21 Lavai si reca <la Hitler e von Ribbentrop e il Fiihrer fa sapere che è disposto a incontrare il maresciallo Pétain. Il colloquio ha luogo nel vagone salone del cancel'.ie– re fermo alla stazione di Montoire, piccolo centro nel dipar– timento Loir-et-Cher e il comunicato francese precisa la sera stessa: i due capi di stato « si sono messi d'accordo sul prin– cipio del'.a collaborazione». Tuttavia, nonostante questi colpi di gran cassa, la colla– borazione nasceva sotto cattivi auspicii. L'incontro non aveva dato i risultati sperati: tanto Lavai, quanto i tedeschi furono d'accordo nell'ammettere che Pétain, laconico e ignorante la lingua, si mostrò « o:tremo do riservato e dichiarò espressa– mente che una collaborazione franco-tedesca avrebbe dovuto limitarsi esclusivamente al campo economico. Il maresciallo respinse tutte le proposte di collaborazione politica o even- tualmente militare». (Vinde, op. cit., p. 182). E subito do– po, il 30 ottobre, pronunciava alla radio un messaggio molto importante, perché, restringendo la portata del passo com– piuto, definiva nettamente i: suo atteggiamento di fronte alla politica di Lavai e in cui tra l'altro diceva: « Ho accolto li– beramente J'im·ito del Fi.ihrer, e non ho subito nessun Diktat da parte sua, nessuna pressione. Si è prospettata una colla– borazione tra i nostri due paesi, !"ho accettata in linea di principio. Se ne fisseranno in seguito le modalità. A tutti co– loro che oggi attendono la salvezza della Francia, tengo a dire che questa salvezza è sopratutto nelle nostre mani. A tutti coloro che nobili scrupoli tengono lontani dalle nostre idee, tengo a dire che il primo dovere di ogni francese è di aver fiducia. A coloro che dubitano come a coloro che si ostinano, ricorderò che, irrigidendosi eccessivamente, i più begli atteggiamenti di riserva e di fierezza arrischiano di perdere la !oro forza. Colui che ha preso in mano i destini della Francia ha il dovere di creare l'atmosfera più favore– vole alla tutela degli interessi del paese ... L'armistizio, oltre a tutto, non è la pace. La Francia ha obblighi molteplici ver– so il vincitore. Ma per lo meno rimane sovrana. Una sovra– nità che gli impone la difesa del proprio suolo, di spegnere le divergenze d'opinione, di vincere la dissidenza delle sue colonie~- E' la co:Iaborazione s:, ma una collaborazione ac– cettata come necessità fatale e non come programma di av– \'enire. Lavai, a coronamento della vittoria e dietro richiesta del Reich, otteneva il lungamente agognato portafoglio agli esteri. FEDERICO FEDERICI CENTRO ITALIANO DI STUDI Anglo-Francese-Americano Ad iniziativa di un gruppo di docenti, di scrittori, di studiosi e di giornalisti, sotto la presidenza onoraria del:'Alto Commis– sario e del Capo dell"O. W. I. per la Sicilia, si è costituito in Palermo, un centro Italiano di Studi Anglo-Franco-Americani. L'associazione del tutto apolitica si propone la ripresa degli scambi culturali fra Italia, Francia, Stati Uniti e America. Il Comitato esecutivo è composto dal Presidente: prof. N. Brucato del!' niversità di Palermo, dal Segretario Generale: Dott. Armando Troni, dai segretari: Dott. N. Adragna e F. Caico Hamilton. Per informazioni rivolgersi al segretario generale in Palermo (Via Domenico Scinà 79) indirizzando alla caseJ:a postale 11. 117. gJIJIJIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII i USCIRA ALLA FINE DELL'ANNO I LA RASSEGNA D'ITALI A ,liretta da Francesco Flora Ui vasto interesse italiano, di risonanza interna– zionale. Adw1erà scritti dei migliori autori italiani

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