Lo Stato Moderno - anno II - n.17 - 5 ottobre 1945

LO S1'A'1'0 MOD.h;RNU 241 DOCUMENTAZIONE La stampa clandestina d'Europa ' Sin dal maggio 1940 i tedeschi ave- vano insistito nell'imporre la censura militare ai giornali belgi. Alla direzio– ne del quotidiano di Bruxelles Le Soir era stato messo un avventuriero per ... interessamento del capo nazista della sezione stampa, ma la VI sezione com– mercio del Tribunale belga rivelò i precedenti penali del nuovo direttore. Gli ambienti giornalistici furono messi in fermento ed i giornali replicarono prontamente. Alcuni direttori si dimi– sero, altri trovarono modo di vivere diversamente; testate che avevano una tradizione vennero ritirate, piuttosto di servire per giornali ch'altro non erano che notiziari nazisti: alcuni direttori, di conseguenza, cominciarono a pagare con la vita i loro rifiuti. Il signor Hasque, proprietario della fiamminga Gazet van Antwerpen fu arrestato e morì in un campo di con– centramento assieme al direttore del– l'Agenzia belga d'informazioni. Ecco sorgere i fogli clandestini che, Vincent Brome in un articolo pubbli– cato su The News Sta.tesman· and Na– tion di Londra, fa ascendere a circa 300, dapprincipio tirati anche a ciclostile, ma, in seguilo, stampati e redatti in forma chiarissima da giornalisti profes– sionisti. I socialisti avevano come organi: L'Espoir, Combattre e Le Monde du Travail, i comunisti: Les Temps Nou• veaux, Clarté, Le Drapeau Rouge e La Jeunesse Nouvelle. Persino le donne, forse unico e raro esempio in Euro– pa, aveva il loro clandestino: La Voix des Femmes. Nei Paesi Bassi la percentuale di fo– gli clandestini è stata pure eleva tissi– ma rispetto alle altre nazioni invase dai tedeschi. Il più importante era Het Pa– rool (La parola) che raggiungeva la ti– ratura di ventimila copie, con un nu– mero di lettori dieci volte maggiore. Questo foglio ebbe una influenza de– cisiva su certe manipolazioni tecnico– finanziarie in Olanda. Anche quando si trattò di provvedere alla nomina di Musscrt quale capo del partilo nazista in Olanda, Het Parool lanciò un ener– gico appello alla popolazione invitan– dola a provocare lo sciopero generale nel caso che tale indegno signore fosse stato veramente scelto. Ed infatti la vit– toria fu dei giornalisti: Mussert non fu nominato. I redattori erano al cor– rente di tutte le mosse dei nazisti e dei loro collaboratori locali, pronti a smascherarli e a metterli in lista per la re~a dei conti. Anche in Francia, i giornali clande– stini raggiunsero un numero rilevante. Il più autorevole era Pantaaruel, par- ticolarmente spietato contro i tedeschi durante tutti gli anni di occupazione ed a favore degli inglesi, i quali ave– vano promesso ai francesi dopo la scon– fitta, che loro scop 0 di guerra era an– che quello di « ristabilire l'integrità della Francia •. Arrivò ad essere letto da oltre centomila persone, ma il suo direttore un giorno venne arrestato e fucilato. Paul Simon, ex-direttore di Valmy iniziò la sua attività clandestina ser– vendosi di una minuscola tipografia da ragazzi. Per comporre il primo nume– ro impiegò quasi un mese. Ma quando polè stampare in piano ed il foglio aveva raggiunto la tiratura normale di 80.000 copie, venne scoperto ed impri– gionato, ma riuscì ad evadere e a ri– fugiarsi in Gran Bretagna. Altri fogli francesi d'informazioni se– grete erano Franc-Tireur, Libératton, Combat e moltissimi altri minori in tutte le regioni della Francia, con una circolazione complessiva quindicinale di 60-70 mila copie ciascuno. In Cecoslovacchia V Boj esisteva prima della guerra, ma la Gestapò ne proibì la diffusione: ragione sufficiente per tramutarsi immediatamente in clan– destino e continuare a servire il popo– lo con il medesimo successo. Si rac– conta che piccoli bottegai rischiavano tutte le loro magre risorse per avvolge– re le loro mercanzie in copie del V Boj; garzoni di lattai ficcavano il giornal<! sotto le porle dei clienti prestissimo, quasi all'alba; camerieri presentavano il conto segnalo sul giornale in uno spa– zio in bianco appositamente margina– to. Tutto era organizzate, in maniera sorprendente ed ispiratore di tutta que– sta organizzazione, le cui difficoltà sono note semplicemente alle popolazioni che hanno avuto la disgrazia di sotto– stare ai nazisti, era Josef Skalda. Quando il giornale era riuscito ad uscire a 4 pagine con gli embkmi tra– dizionali hussiti e con il leone di Boe– mia, lo Skalda fu preso e fucilato, do– po avere sostenuto una strenua batta– glia a servizio dell'antico governo ce– co formato da elementi di coalizione di cinque o sei partiti: conservatori, con– tadini, cattolici, liberali, socialdemo– cratici e comunisti. La nazione che ha avuto il maggior numero di giornali illegali in circola– zione rispetto alla densità della popola– zione, è stata la Norvegia. Secondo lo Svenska Dagbladet il loro numero rag– giungeva i 300. Subito dopo l'occupazione nazista, molte macchine di giornali preesisten– ti vennero accuratamente nascoste. I primi clandestini venivano però litogra– fati o scritti addirittura a macchina. Si lavorava nelle cantine, in solitarie ca– se coloniche spesso semidiroccate o ad- dirittura nei boschi. Una cintura di protezione di fidatissimi veniva stabi– lita per dare il segnale d'allarme; le cinture di protezione erano diverse e concentriche. Qualche traditore non è mancato, ma il rimedio è stato subito escogitato: gli informatori ed i distri– butori dovevano portare le maschere quando si riunivano e così il pericolo delle spie è stato reso quasi nullo. Il servizio d'informazioni era orga– nizzatissimo: oltre a reporters fidatis– simi che riuscivano a procurarsi no– tizie e documenti segreti anche nei campi di concentramento e negli uf– fici nazisti, ove lavoravano elementi locali, funzionavano apparecchi radio riceventi annidati nelle più recondite contrade del paese e non sempre nelle più lontane dalle redazioni. Un ex-compilatore ed editore di uno di questi fogli segreti, avuto sentore della minaccia che incombeva sul suo capo, riuscì a fuggire in Inghifierra (dopo aver lasciato l'organizzazione In mano a giovani valorosi e di là in– viava materiale informativo con i mezzi più impensati, sia per via mare che per via aerea. Anche i giovani erano spiati dalla Gestapò e dagli elementi di Quisling. Scoperti vennero anch'es– si nella determinazione di fuggire in Gran Bretagna portando con loro la stamperia. Il Javoro è stato ripreso in una cantina di Londra e le copie stam– pate venivano inoltrate in Norvegia .. La carta non mancava in Norvegia e la • stampa delle catacombe» com'era chiamata, riceveva dalle popolazioni ri– levanW appoggi finanziari. essendo i fogli distribuiti gratuitamente. Per far giungere le copie dei giornali stampati su carta sottilissima, ove era pericolo– so far arrivare i corrieri a causa dei diversi posti di blocco istituiti dai na– zisti, si ricorse alla fabbricazione di bu– ste perfettamente identiche a quelle usate dai nazisti con la scritta « Eser– cito nazista •, sicuri che non sarebbero state aperte dalla censura: solo cosi le copie raggiungevano i centri minori e più lontani in modo veramente enco– miabile. La tiratura giornaliera di tutti I c1an– destini Si aggirava sulle 30.000 copie al giorno. Ogni testata era un pro– gramma. Alcune avevano preso lo spun– to da una canzone popolare norvegese Vi vi! oss et land (Noi vogliamo es– sere un paese libero); altre il primo ver– so di un canto anch'esso popolare Son– ner av Norge (Figli di Norvegia), op– pure Voglio difendere i! mio paese, 9 aprile, Segni dei tempi, Libera stampa, Libero movimento cooperativo, ecc. Il più diffuso era il Fri Fagbevegelse or– gano dell'Unione sindacale clandestina, già forte di oltre 350 mila aderenti. A mezzo di questi fogli i norvegesi venivano informati su tutte le attivi-

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