Lo Stato Moderno - anno II - n.16 - 20 settembre 1945

204 LO STATO MODERNO zioni e passaggi, che il rapporto è mutabile ed elastico, così che il partito non si irrigidisce mai completamente nella classe e la classe non si perde nel partito. Con le rappre– sentanze orgll!liche invece il cittadino sparisce per far posto all'uomo del mestiere, cioè ad un uomo privato della· sua caratteristica più beUa e più umana, queUa di non essere domipato soltanto dagli inter~ssi o dai pregiudizi professio– nali, ma di avere idee larghe ed aperte più di quello che non comporti il suo mestiere, di vedere il bene pubblico anche al di là del suo utile o del suo lavoro particolare. E' stato obiettato che è ingiusto combattere in odio al fas_cismole rappresentanze oi:ganiche che non furono affatto ideate dal fascismo. A me pare che il ragionamento sia un altro; è ben vero che le idee di rappresentanza di catego– rie sono anteriori al fascismo, che le aveva approvate il Sismondi, che un liberale come Francesco Ruffini voleva riformar!' -il Senato çon la immissione di rappresentanti di categoria. Ma non si deve dimenticare che Francesco Ruf– fini si trovava di fronte al problema di ringiovanire un v~c– chio organo, mentre noi dobbiamo pensare a crearne uno auovo. Mi pare inoltre che si è avuta una esperienza assai vasta ed assai profonda, la quaie ci avverte del_ pericolo insito nella rappresentanza di categoria, pericolo che i. dot– trinari di un tempo non potevano prevedere. Le rappresen– tanze organiche sono sostanzialmente anti-politiche cioè anti-democratiche. Il fascismo le fece sue perchè vi scorse un magnifico strumento anti-democratico. Ogni qualvolta in Europa si voleva distruggere la democrazia, si metteva senz'altro in piedi una Camera corporativa, come in Austria, in Portogallo, in Polonia, sicuri di avere un'assemblea priva di forza e di vitalità politica. Non si nega che la Tappresen– tanza organica possa talvolta dar vita ad una. beUa sele– zione di valori. Ma la forza di una Assemblea non è pro– dotta daUa competenza dei singoli membri. Naturalmente la dottrina, la competenza e l'ingegno sono sempre utili e senza on mipimo di tali qualità, ogni Assemblea è inferiore al· suo compito. Ma non bisogna dimenticare che in regime di libertà, dottrina, competenza ed ingegno trovano comim- 4iue il mezzo di parlare e di farsi ascolljlre, attraverso la stampa, le commissioni ed i partiti. L'esigenza fondamen– tale di un'Assemblea è di riprodurre in modo ordinato la lotta politica che si svolge nel paese. · Con questo naturalmente non si dice' che il valore dei eomponenti non si rifletta sul1'Assemblea. Però in politica è noto che è assai feconda l'aurea mediocrità del sodo buon sertso, la capacità di esprimere i bisogni profondi del popolo il soprattutto dei suoi strati più umili, una certa docilità e -senso di disciplina verso i capi, la mancanza di ambizioni troppo irrequiete. Il temperamento politico, la forza effettiva e il rendimento concreto di un'Assemblea derivano da tali E' USCITO: CARLO SFORZA NOI E GLI ALTRI ( Nella Biblioteca dello Stato Moderno) EDITORE GENTJLE - MILANO qualità, che difficilmente emergono in una elezione di categoria. Come si svolgerà la lotta politica nella seconda- Camera eletta a base organica? Se in essa, come avveniva nel Se– nato italiano di' nomina regia, non vi sarà un vero e pro– prio schieramento di partiti, si avrà un'Assemblea di scarsa importanza, precisamente come avveniva del Senato ita– liano. Se invece lo schieramento avverrà secondo i criteri corporativi, si avrà un'inutile complicazione del gioco poli– tico, sovrapponendo ai partiti dél paese e deUa prima Ca– mera, altri raggruppamenti che sarebbero in sostanza dei partiti a bas'e organica, e come se in Italia i partiti non fos– sero già numerosi, avremo anche il partito delle UIJiver– sità, i partiti delle regioni, queUo della confederazione del lavoro, ecc. Se poi, e questa è l'ipotesi più probabile, .anche i Senatori (chiamiamoli così) si raggruppano per partiti poli– tici, si avrà una lotta accanita tra i partiti per I' accapar– !'amento dei posti direttivi degli enti ed associazioni che fungono da elettori al Senato. Nomine, che dovrebbero av– venire con criteri tecnici, saranno subordinate al gioco poli– tico e la vita degli enti èd associazioni sarà subordinata ed influenzata dalla loro funzione di corpo elettorale, con grave danno. deUa loro funzionalità. Come risolvere allora il problema della seconda Camera? In Italia non si può pensare ad una seconda Camera di rappresentanti delle Regioni, perchè tale sistema è proprio dei complessi federali. Le regioni diventerebbero entità politiche, mentre devono restare organismi amministrativi. Occorre dunque pensare all'altro sistema di un corpo elet– torale ristretto formato dai cittadini che partecipano atti– vamente alla vita del paese in posti di responsabilità. L'ele– zione potrebbe anche essere di doppio grado, in modo da offri.J:ecompleta garanzia di selezione di valori. In questo modo la seconda Camera sarebbe l'espressione delle classi dirigenti della Naz/t,ne. Si può obiettare che non c'è una grande differenza con la rappresentanza a base organica, in quanto nel corpo elet– torale ristretto entreranno anche in larga misura •i rappre– sentanti dei Sindacllti, delle Accademie, delle Regioni insie– me a quelli di altri organismi. Ma si dimenticherebbe una differenza essenziale. Secondo il principio politico il Corpo elettorale, comunque determinato, non è mai diviso in orga– nismi, ma è un tutto omogeneo. I singoli componenti si rag– gruppano e votano liberamente seçondo le affinità politi– che. Invece l'elezione organica porta ad· avere rappresen– tanti di enti e di categorie. La differenza può parere ms1- gnificante, mentre è importantissima. Essa segna il passag– gio dall'assolutismo alla libertà. Gli Stati generali francesi dell'89 erano semplicemente un corpo consultivo della coro– na finchè erano espressione dei tre ordini nei quali era di– visa organica.mente la·· nazione, divennero Assemblea Costi– tuente e diedero inizio aUa grande Rivoluzione, dal giorno in cui si proclamarono Assemblea unitaria rappresentativa del complesso del1a Nazione. Combattiamo dunque le elezioni per categoria che ricor– dano da un lato i vecchi stati spazzati via dalla Rivolu– zione francese e dall'altro le Corporazioni scomparse con il fascismo. MARIO BONESCHI Nel prossimo numero pubblicheremo la risposta di Mario Paggi alle critiche di Boneschi.

RkJQdWJsaXNoZXIy