Lo Stato Moderno - anno II - n.16 - 20 settembre 1945

210 LO STATO MODERNO Questo stato di cose scoraggiava sempre più le famiglie e un indirizzo di studi «scientifico» e «moderno» non fa– ceva certo bella mostra di sè in quelle aule in cui sempre più raro qualche ingegno fioriva « tra li lazzi sorbi ». Se taluno non invocasse oggi un ritorno puro e semplice alla scuola quale era prima del fascismo, tali critiche potreb– bero dirsi superate, perchè già con la riforma Gentile si era sentita la necessità di sostituire la vecchia scuola tecnica con due indirizzi ben distin(i di studi: i corsi di avviamento al lavoro, aventi fine a se stessi, e gli istituti tecnici inferiori destinati ad avviare a scuole superiori. . I primi, come corsi post-elementari, rispondono ad un bi– sogno di elevazione largamente sentito nei ceti popolar.i, poi– chè oggi qualsiasi lavoro richiede una sempre crescente cul– tura e preparazione mentale. E' perciò da augurarsi che ven– gano conservati eà integrati con le nuove scuole aziendali più aderenti alla vita economica del paese. I secondi sono invece naturalmente indicati a trastor– marsi nella scuola neo-umanistica di cui augu_riamo la nascita. 7. Due vie si off1·ono al legisl",to'l'e, O conservare una scuola media unica, con insegnamento di lingue moderne, ma s 0 enza latino, quale « ginnasio » co– mune a due licei quinquennali: classico l'uno e scientifico l'altro. Ovvero creare un ginnasio-liceo scientifico che stia ac– canto al classico con pari dignità, e che si raccomandi alle famiglie per l'austero concetto della cnltura, per lo sviluppo dato agli studi storici e letterari, per il numero di facoltà uni– versitarie cui darà accesso, non escluse la medicina, la filo– sofia, le lingue moderne. La prima prospettiv~ si raccomanda per il fatto che l'in– dirizzo di studi, classico o scientifico, sarà scelto dal giovane verso i quattordici anni, cioè con meno immaturo giudizio, e dopo un periodo triennale di prova, in cui famiglie e inse– gnanti avranno potuto - almeno in modo approssimato - saggiare le attitudini dello scolaro. Lo studio del latino verrebbe iniziato più tardi, ma la provp già eseguita in altri Paesi - rammentiamo l'Inghil– terra - dimostra che tale ritardo non compromette i risul– tati finali. Comunque, a salvaguardia di tali risultati, si potrebbero aumentare le ore destinate all'insegnamento del latino nei cinque anni del liceo cl~ssico. Alcuni ·dei migliori docenti di questa mateTia - da nor interpellati - si sono mostrati di tale avviso. Iniziando lo studio del latino nell'attuale quarta ginna– siale, si' avrebbero inoltre due vant-.iggi su cui giova richia– mare l'attenzione. In primo luogo l'insegnamento del latino potrebbe svol– gersi contemporaneamente a quello del greco, e perciò in forma comparata, ciò che era nei voti di molti insigni cul– tori di quelle lingue. In secondo luogo riducendosi così mol– tissimo il numero dei docenti di latino, si avrebbe un miglio– r~mento della qualità; e chi ha pratica <li scuola può dire se tale miglioramento ·è da. desiderare, oggi. Taluni insistono invece perchè l'insegnamento del latino si inizi presto, ciò che porterebbe all'istituzione dei due gin_– nasi distinti. Francamente questa sembra a noi la soluzione peggiore, ma se i tempi dovessero ancora apparire immaturi per l'altra che qui si auspica, bisogna almeno fare in modo che i giovani possano passare facilmente dall'uno a)!'altro ginnasio, mediante esami di latino, o di matematica e lingua straniera; solo così sarebbe almeno in parte salvaguardato lt principio essenziale della scelta secondo le attitudini. Ma noi crediamo che i tempi siano ormai maturi, e con- ,, venga approfittare della necessità di rinnovamento derivante dal crollo <lei passato per procedere sulla linea segnata dai nuovi indirizzi della cultura moderna. Non dobbiamo esitare o nutrire nostalgie per il passato, sia pure per quello pre'. fascista. Dobbiamo disegnare le grandi linee, e gettare le fondamenta, di qué!to liceo scientifico, dal cui corso inferiore (se non dalla media unica, come sarebbe da augurarsi) si acceda alla ragioneria, ali'agrimensura, alle scuole di perito chimico o elettrotecnico e via dicendo, mentre il suo corso superiore sarà aperto verso numerose facoltà universitarie, dall'ingegneria allo studio delle lingu_e e letterature modenie. 8, Le fcicoltà universita1·ie tecniche cii tec– nici.· E come gli st~di di ragioneria hanno aperto fino ad oggi l'accesso ad una scuola superiore specializzata, cosi occorre che domani i periti chimici, o elettrochimici, e via dicendo siano ammessi alle rispettive facoltà universitarie dopo un esame oraJ.e di matematica che permetta di accertare ih qual misura la sostanza logica di questa materia (teoria dei nu– meri reali, concetto di limite, equivalenza nello spazio ...) è stata assorbita dal candidato. Vedremo forse diminuire la popolazione dei licei, ed aumentare quella delle scuole tec– niche specializzate: fatto che il legislatore del secolo scorso temeva, e per questo volle impedirlo. Ma noi tutti invece lo auspichiamo oggi ben sapendo che l'alta cultura classica non si avvantaggia affatto di un'eccessiva diffusione quale è quella raggiunta oggi. Per contro la nuova soluzione giove– rebbe ai licei stessi e alla cultura in genere, al rigoglio eco– nomico e morale del Paese. Portiamo la scierlza e la tecnica sul piano delle cultura, come vuole il p'iù alto concetto della cultura stessa che de– riva dalla vita moderna. E' ben vero che il contenuto edu– cativo della scienza è stato sviluppato solo in parte fino ai nostri giorni, ma lo svilupparlo sarà appunto compito della ~cuoia, la quale non soltanto ripete ciò .che è stato detto o scoperto, ma crea una sua realtà essenzialmente morale ed educativa. Cerchiamo di armonizzare cU:tura umanistica e scienza e tecnica, sicchè i giovani ~ anche quelli appartenenti a ceti culturalmente elevati - muovano fidt!ciosi non solo ver– so il ginnasio-liceo scientifico, ma anche verso le buone scuo– le industriali e nautiche e agrarie, destinate a preparare spe– cialisti certo più utili a ~e stessi e alla rinascita del paese di quanto non lo siano i ti-oppo. numerosi scolari cl;ie - privi delle necessarie attitudini - seguono svogliatamente studi classici che per loro sono puramente cartacei, e non dànno loro nessuna vera capacità, nessuna possibilità di svolgere, per il resto della vita, un -lavoro serio e produttivo. UMBERTO FORTI Nella Biblioteca dello STATOMODERNO ROMOLO ~IURRI DEMOCRJ\ZIJ\ CRISTIAr È USCITO EDITORE GENTILE- MILANO

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