Lo Stato Moderno - anno II - n.13 - 5 agosto 1945

146 ,LO S-TATO MODERNO Lettere al Direttore SUL BILANCIO DELLO STATO Signor Direttore, Ne « Lo Stato Moderno » del 20 giugno 1945 (n. 9) Nicola Russo ha trattato del bilancio dello Stato, propugnando l'ado– zione del bilancio dt cassa, in sostituzione del bilancio di competenza, proprio del– l'amministrazione ita'liana !'in dai tempi del Risorgimento. La questione ha formato più volte in imssato materia di langhi dibattiti: tutta– via nell'attuale periodo, grave e solenne, di revisione e di rinnovamento degli ordi– namenti della vita nazionale, un nuovo esame non è fuor di luogo, per accogliere apregludicntamente, se effettivamente uti– li, quelle innovazioni che giovino ad ac– compagnare •l'ardua opera di assetto fi– nanziario. L'articolo del Russo ipuò aprire cosi op– portunamente la discussione. E' evidente che per Iormare nel pubblico una opinio– ne consapevole occorre che -della questio– ne'. vengano prospettati tutti gli aspetti. In linea teorica è veramente difficile contestare la superiorità tecnica del bilan– cio di competenza. Per semplificare il problema nei soli riguardi delle spese, che ne costituiscono il lato sensibile e impor– tante. L'appHcazione del sistema adottato - competenza o cassa - si riscontra in due fasi: in sede di previsione e in sede di consuntivo. Per quanto riguarda il bilancio preven– tivo, si tratta di stabilire se, con le somme~ in esso inscritte, s'intendano autorizzate le spese da effettuare, indipendentemente dall'epoca in cui possa avvenirne il reala pagamento; o s'intendano invece coperti soltanto i pagamenti che avranno effet– tivamente .)uogo nell'esercizio finanziario. In questo secondo caso le cifre del bilan– cio saranno p:ù 'limitate, salvo •l'effetto del riporto degli impegni arretrati; ma poichè è impossibile che l'azione ammini– strativa dello Stato si possa svolgere senza contrarre anche impegni per i quali i pa– gamenti matureranno oltre .l'esercizio, vuol dire che a questo fine dovranno es– servi autorizzazioni date al Governo al– l'infuori del bilancio preventivo, giacc,hè l'inscrizione delle somme nei bilanci suc– cessivi, agl1 eUetti dei pagamenti, avrà il semplice carattere di una sistemazione. E' lecito dubitare se ciò costituisca una sem– plificazione e se sia ·vantaggioso ai fini della chiarezza dei conti e anche di una ordinata gestione. PeI' quanto riguarda i1 conto consuntivo, il sistema di caSSa porta a considera·re le sole somme di fatto pagate; quello di competenza obbliga a esporre anche le somme rimaste da pagare per impegni definitivi assunti in relazione ad esi.tgcnze proprie dell'esercizio di cui si tratti. An– che qui è lecito dubitare che il primo sistema, cosi palesemente, anzi voluta– mente, incompleto, sia da reputare pre– .fertb:le. Il Cambray-Digny scriveva: « la spesa è fatta quando il ~bit.o è contratto: il pagamento è la conseguenza della spe– sa; ma non è la spesa». E non si trascuri di tener presente -che un rinvio nei paga– menti potrebbe pure essere determinato artificioSamente, allo scopo, cioè, di fare appari·re, col sistema di cassa, attiva, o meno passiva, una gestione svoltasi con risultati deficitari. Simili .pericolosi arti– fici sono da:l sistema di competenza netta– mente esclusi. Scend~amo ad ogni modo dalla teoria alla pratica, ~.Un quale il Rus.so sembra attribuisca, e giustamente, la maggiore importanza In sostanza si lamenta che il i>llanclo di competenza lasci, per le entrate e per le Spese, i così detti residui; e ne·t residui di spesa (residui passivi) si vede un elemento di pericolo, di oscurità e di di– sordine per la gestione finanziaria. Inevitabilmente un sistema di compe– tenza tiene conto - ed è il suo pregio - di rimanenze da riscuotere e da pagare. Senonchè queste rimanenze non mancano in qualSiasi gestione, e la caratteristica del sistema di cassa consiste nel non tenerne conto nell'esercizio cui propriamente si ri– feriscono e nel riversarle su quello suc– cessivo o forse anche oltre. Si ha quindi come una massa di oneri che non vengono a pal:!Sarsi se non gradatamente, quando si addiviene all'iscrizione delle somme ne– cessarie per i pagamenti relativi. Ora, in analogia al sistema di cassa, il Russo vorrebbe che, almeno per i residui passivi, si facesse obbligo d'inserirli nei bilanci preventivi dell'esercizio successivo, e si ritiene che ciò sia da intendere nel senso di considerarli e sommarli come spese proprie dell'esercizio medesimo. Il metodo implica senz'altro la conseguenza di escludere dalla valutazione degli stan– ziamenti dell'esercizio considerato quelle quote che possono costituire i nuovi resi– dui propri di tale esercizio, il che significa consentire la formazione d'impegni a ca– rico dell'erario senza tenerne calcolo in bilancio, altro che in via postuma. E Im– plica conseguentemente la necessità di non tener conto dei residui di spesa nei rispettivi conti consuntivi, poichè altri– menti una stessa spesa graverebbe sui conti dello Stato, e sulle loro risultanze, due volte·: una come impegno e causa di residuo, e una come pagamento. Se que– sta duplicazione di registrazioni dovesse avvenire, la esatta lettura dE.'i.conti dello Stato diverrebbe sempre più malagevole. Questioni come quella di cui trattiamo preoccupano sopra tutto, come ben si comprende, quando si è in presenza di situazioni gnwi e difficoltose. Questo ri– lievo consente una conseguenziale osser– vazione'. Si faccia l'ipotesi di una gestione deficitaria per 10 miliai'di: su tale importo hanno avuto luogo pagamenti per 8 mi– liardi, che la tesoreria ha fronteggiato indebitandosi in una delle forme che essa può usare. I rimanenti 2 miliardi rappre– sentano residui passivi, che la tesoreria deve, naturalmente, tener presenti nel condurre la propria ge'Stione. Come si vede, la partita di 2 miliardi non ha un carattere molto diverso da quella del de– bito a breve termine cti 8 miliardi che la tesoreria ha assunto per fare pagamenti in conto della eccedenza passiva del bi– lancio. Le due partite possono, quindi, nell'esame della situazione finanziaria, considerarsi in modo analogo, cioè come elementi integrativi della situazione me– desima, senza che- vi sia un'assoluta ne– cessità di riportare la partita dei 2 mi– liardi nel bilancio in corso. In sostanza quel che occorre è~ che i residui s:ano noti e che di essi si faccia valutazione insieme con tutti gli altri dati finanziari. Nè sarebbe giusto pen– sare che il sistema di competenza. con i conseguenti residui, possa costituire un mezzo di eventuali occultamenti, avendo caratteristiche intese, anzi, a finalità de– cisamente opposle. Si noti poi che riversando i residui pas– sivi sul bilancio successivo, si darebbe' ana gestione che questo bilancio riflette un aspetto aggravato, a meno che non si de– traessero Quote su per giù equivalenti di pre!;unt1 residui futuri: tutto ciò può es– sere meno rispondente all'interesse della finanza e· del paese, cui è sempre utile e do\·eroso far conoscere l'esatta verità, ma non una verità che si presti, senza ragione, a meno bt:one interpretazioni. Jnfinc è ne<'essario rilevare che le spese che un esercizio può lasciare insolute non sono determinabili quando si forma il bilancio preventivo dell'e.sercizio suc– cessivo, di guisa che una vera e propria ripresa in questo preventivo di somme arretrate rimaste da pagare non sarebbe effettuabile. Si potrebbe .soltanto tenerne conto sulla base di una valutazione ipo– tetica, inevitabilmente assai malcerta, considerato che il bilancio preventivo deve essere formato quando mancano an– cora vari mesi alla fine dell'esercizio in corso. Uno scopo concreto da conseguire in ogni caso sarà comunque que'llo di ri– durre il volume dei residui passivi, se, come è inevitabile in periodi di gestioni perturbate, abbia assunto proporzioni anormali ed eccezionalmente rilevan.ti . A questo fine può valere, indipendentemente dal sistema di bilancio, un'avveduta azione amministrativa. Quando i residui siano ricondotti a limiti ordinari, non possono più rappresentare un elemento di preoc– cupazione per la gestione della tesoreria, poichè l'aggravio sulla cassa derivante dal pagamento dei residui del decorsi eser– cizi, trova equilibrio, grosso modo, nelle formazione dei nuovi residui riguardanti l'esercizio in corso. Si può chiedere quale voglia essere la conclusione di queste sommarie conside– razioni, che certamente non esauriscono il tema. Dobbiamo rispondere: nessuna. Si tratta soltanto di clementi di giudizio offerti a coloro che hanno preso a medi– tare sulla questione o che ad essa po– tranno interessarsi. Sarà sempre provvida quella soluzione che assicuri alla gestione della finanza pubblica rigore di procedure e forme espositive chiare e complete, da presentarsi al libero sindacato del paese e degli organi a ciò particolarmente de– legati. CAMBI ex ragioniere ceneralt dello Staio IL rng. Cambi, con l'autoritd che gli de– riva dall'essere ·stato per lunghi anni, e degnamente, a capo delta Ragioneria del– lo Stato, sostiene nello scritto sopra ri– portato i pregi che secondo lui, e del re– sto secondo molti attri studiosi, ha il bi– lancio di competenza. Noi abbiamo voluto prospetta1'e nel no– stro scritto del 20 oiugno 1945 gli incon– tie-nienti che secondo nol presenta il bi– lancio di competenza, inconvenienti ao– g ravati dal sistema dei residui e i princi– pali dei qua.ti sono, secondo noi: a) pos– sibilUà di prolungare aH'in.finito la ge– stione di molti esercizi autonomi con tutti gli evidenti inconvenienti che ne de– rivano; b) possibilità che in periodi di gestione eccezionale come quelli che abbia– mo attraversato negli. anni decorsi Ù vo– lume dei re.~idui passivi, su c-ui gli orga– ni competenti non possono più pronunciar– si, assumano, come in.fatti ora hanno as– sunto, proporzioni allarmanti ed incontrol– lute. Di questi gravi inconvenienti il Cam– bi stesso ci sembra persua!o là ove af~ ferma che uno scopo conc1"eto da conse– guiTe in ogni caso sarà quello di ridurre H volume dei residui. pa.ssivi. Il sistema del bilancio di ca:::sa propu~ gnato e sostenuto dal Sella proprio contro il Cambray Digny (e sappia.mo t1Ltti quale difensore deHe finanze 'italiane ebbe H nostro paese in Quintino Sella) ha alme~ no il merito di costrinoeTe il Governo a tornare a chiedere l'approvazione pe; queUe spese che, a.pprovate per nn ese-r~

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