Lo Stato Moderno - anno II - n.12 - 20 luglio 1945

LO STATO MODERNO - 5 LUGLIO 1945 121 Documentazione LA QUESTIONEMORALEMATTEOTTI(*) Oggi l'Italia è stretta alla gola da altre ben più gravi ed urgenti questio– ni: per la sua costituzione; per i confi– ni della sua terra e della sua sovra– nità; per la farina l'acqua il s.arleil fuoco sotto I.a pentola; per· la pace tra fratelli. Terribiti parole che a scriverle è nulla, ma a guardarle dentro fanno paura. Tuttavia la questione morale Mat– teotti è da ricordare: perchè l'esatta vi– sione degli eventi di ieri che alla sto– ria di oggi hanno contribuito, la se– rena giustificazione delle passate pas– sioni sono pure un certo dovere dei politici, prima che degli storici. Alme– no nelle pagine tranquille delle riviste se non nella prosa, necessariamente concitata, dei quotidiani. Matteotti è alla radice della seces– sione parlamentare annunciata nell'ul– tima seduta della Camera e decisa nel– la mozione del 27 giugno, votata per appello nominale da cento deputati (co– munisti, sociaftsti ufficiali, socialisti u– nitari, democratici cristiani, repubbli– cani, democratici .liberali del gruppo Amendola) e commentata, con grande eco di plauso nel Paese, dal discorso di Filippo Turati indimenticabile per eloquenza, per morale bellezza, per ci– vile coraggio, per passione di libertà e di verità (le due parole mai come al– lora apparvero nel loro indistruttibile nodo). Ma per non essere portati lontani dalla nostra mèta vicina, bisogna con– siderare la questione morale indipen– dente dagli sviluppi della secessione parlamentare, dalla questione cioè più schiettamente politica de! così detto Aventino, che oggi è di moda giudicare e condannaré con procedimento som– mario e spesso da giudici ignari. Se il processo si dovrà fare bisognerà farlo coi documenti, coi nomi e cognomi, e almeno con ... un difensore d'u.fficio: si 1Jedrd che, come Mte le cose umane, l'Aventino è stato figlio del suo tem– po: non era arbitro della storia (Marx non insegna dunque più nulla?), ha a.vuto il suo bene e il suo male; ma è politicamente iniquo ed improvvido di– menticare troppo il suo bene e calun– niiire troppo il suo male (per quanto tempo certa forma mentis fascista re– sterà aderente ai sensi e a! pensiero degli italiani?). Dunque la questione morale fu e resta alla radice dell' A– ventino (per suo onore!) ma non ·è l'A– ventino: vorrei dire che non ... è da con– fondere il sacro col profano. Allora i! tema di questo nostro sag– gio assai sommario (anaÌisi e polemiche vorrebbero non un articolo, ma un do- (') La prima parte è stata pubblicata nel n. 9 di questa rivista. cumentato volume) è nella sua espres– sione semplice, -veramente lineare, e cioè: i términi dell'àccusa, i te7:mini della prova. I termini dell'accusa sono da riassu– mere in due parole: « banda del Presi– dente»; sono parole proprio sue del Matteotti, dette un mese avanti le ele– zioni, quando alle preoccupazioni di un amico per il suo esporsi in Polesine contro gli agrari, rispondeva: « Non credo!... se mai sarò vittima della ban– da del Presidente ». La mozione del 27 giugno non è che lo sviluppo di questo concetto. Si denuncia infatti: « ••• un odio di parte espresso da una somma di ma– nifestazioni ed atteggiamenti del Go– verno, del partito e della stampa in– spirati sistematicamente (come non mai in Italia) alla violenza ed alla denuncia degli avversari. Si denuncia: « un insie– me di azioni individuali e collettive di– rette alla soggezione del Paese; ... la in– timidazione iraconda agli avversari cui era «generosità» risparmiare la vita; ... l'ostentata volontd di mantenere il po– t'l!re con qualunque mezzo; ... la impu– nità dell'illegalismo solo rare volte uf– ficialmente ed ipocritamente deplorato con equivoche parole e mai persegui– to. » Si denuncia infine: « !'esistenza di una organizzazione di violenti chiamata alla esecuzione di condanne c~tro gli oppositori politici, e diretta da persone di fiducia del Capo del Governo; ... !'as– sassinio di Matteotti non è che i! più tragico esempio ed epilogo de! sistema cli misfatti tramati all'ombra degli stes– si poteri legali dello Stato ». Anche le altre manifestazioni pubbli– che del Comitato delle opposizioni per quanto ha riguardo al caso Matteotti, ribadiscono sempre questo particolare concetto: voluta o non. voluta la mor– te (dove è scritto che l'aggredito non abbia il diritto a reagire? dove è scritto che reagendo meriti la morte?); voluto o meno questo o quel particolare di fatto; preveduto o meno l'innegabile danno che al Governo ne derivò, la re– sponsabilità politica e morale risaliva al Governo rendendolo incompatibile con un Paese di civiltà: non possono essere insieme la legge e il delitto; il carabiniere il giudice e il sicario. Gli avversari tentarono di reagire sfruttando certe esagerazioni... tecniche della stampa non fascista degli ultimi mesi del 1924: esagerazioni molte vol– te inabili e fantasiose qualche volta anche ingiuste; vollero gli avversari apparire le vittime dell'ignobile e ma– cabra speculazione quartareUista (come allora si diceva dal nome della Quar– tarella, dove il cadavere del martire fu in fine trovato) fino a proclamare da una tribuna bene autorizzata che: • tutti gli assertori di una qualunque questio– ne morale Matteotti dovrebbero esse– re imputati di associazione per delin– quere». Bisogna riconoscere che gli av– versari... non avevano di meglio; il tentativo servi soltanto a qualche im– mediata e parziale deviazione della pubblica opinione, in virtù del colpo di Stato del 3 gennaio '25 che ridusse la stampa, prima di fatto... poi di dirit– to, all'assoluto monopolio governativo; non servì e non servirà se non per am– monire, una volta di più, che chi ab– bia le buone ragioni è inutile e dan– noso... che le esageri. Se non che l'opposizione responsabile non deviò, l'accusa fu mantenuta nella sua inviolabile fortezza della verità provata. Venne il primo anniversario della morte, il 10 giugno 1925: i deputati se– cessionisti deliberarono di tenere la commemorazione in una sala di Mon– tecitorio, all'alba il palazzo fu spran– gato (cosa mai accaduta ... dal 1848, e non è da passare sotto silenzio, anche questo... omaggio reso all'ombra allora invendicata dell'ucciso); i deputati si ridussero nella tipografia del giornale Il Mondo sotto la presidenza di Turati e di Amendola (al ricordo bisognerebbe piegare i ginocchi) e rinnovarono il loro rito: qui giova soltanto dire che nel discorso commemorativo, al quale fu poi dat1 la massima divulgazione pos– sibile, la questione morale fu rinnovata negli stessi inconfondibili termini: « Per l'assassinio di Giacomo Matteotti fin dal giorno in cui denunciammo alla Camera lo strazio della prima certezza, il fatto atroce era in questi termini: che egli era stato aggredito in Roma, sede de! governo e d~l Parlamento, perchè deputato di opposizione aveva coraggiosamente esercitato il s1t0 diritto e il suo dovere;... che troppi deputati della maggioranza e la stampa ufficiosa del governo fino alfa vigilia lo aveva.no investito di contumelie e di minacce, designato alla vendetta partigiana; ... che gli assassini erano uomini di parte troppo vicini alle loro Eccellenze i mi– nistri, in una misteriosa attività di mer– cenari comandati per giovare col de– litto al governo». E si concludeva: « Molto potrà aggiungere la storia, ma nessuna di queste veritd potrà essere negata da monopoli di stampa, da so– fisticazioni e limitazioni di giudizi o da · intimiditi verdetti: e queste veritd ba– stano da sole per rendere sacra la no– stra protesta. La cosiddetta questione morale è ben questa, o signori: oltre la questione giudiziale delle prove per specifiche responsabilità personali, oltre i !imiti di un capo d'imputazione giuridica, in-

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