Lo Stato Moderno - anno II - n.9 - 20 giugno 1945

i.O STATO MODERNO - 20 GIUGNO 1945_ ai vicini, che troppo contrasterebbero col fondamentale prin– cipio dell'autodecisione, salvo per 1 la Prussia Orientale. Poichè infatti non è possibile lasciare la Polonia senza sbocco al m~re, poichè la soluzione del Corridoio e di Danzica città libera - basata appunto sul principio di nazionalità - è stata sdegnosa1mmle re.spinta dalla Germania nazista e assunta a prete.sto <lcll'attuale guerra, la Prussia Orientale con Danzica <lovrà neccss~riamente essere attribuita alla Polonia, la quale dovrebbe, in compenso, no!I solo respingere l' offert<1 <lella Pomerania fattale dalla Russia per tacitarla delle mutilazioni a<l oriente, ma rinuuciare anche a porzioni della Prussia Occidentale e della l>osnania e promuovere eventualmente uno scambio <li popolazioni tra i territori acquistati e quelli ceduti, scambio che darebbe maggiore stabilità alla situazione e risparmierebbe ·alla Polonia l'inconveniente di una troppo forte minoranza tedesca. Se poi si pensa che, secondo le di– <lichiarazioni fatte da Benes al Su11day 1'imes, i Tedeschi di Cecoslovacchia dovrèbbero essere trasferiti in Germania, si converrà che non si può obbligare il lleich, già densamente abitato, ad accogliere nuovi abitanti se nello stesso tempo se ne diminuiscono sensibilmente i confini. Non inopportuno sarebbe invece il cercar di dar vita ad entità statali che possano essere sentite dai rispettivi citta– dini e siano economicamente vitali. La divisione tra una Ger– mania nordica, prussiana, protestante, gravitante sul Baltico e sul Mare del Nord, ed una meridionale austro-bavarese, cat– tolica, economicameute legata ai paesi danubiani e all'Italia (preferibile alla soluzione puramente austriaca, se non altro perchè questa è già fallita una.··volta) sembrerebbe, nono– stante tutto, la più raccomandabile, ma naturaìmente non ci ~i dovrebbe arrivare dal!'oggi al domani, per decreto: si do– vrebbe discuterla, prepararla, studiarla nelle varie forme pos– ~ibili, e gli anni' prossimi direbbero se essa è veramente rea– lizzabile. Lo stesso dicasi per uu eventuale Stato tedesco del lleno, ammissibile solo se realizzato non in funzione dell'esclusivo interesse francese, come avvenne nel!'altro dopoguerra con i - vari, poco seri, tentativi di llepubblica llenana: occorrerebbe che nella sua popolazione, o almeno in vasti· strati <li essa, potesse. farsi strada una coscienza di questo genere, e l'esperi- . 1mmto non restasse monopolio di pochi indiv:idui squalificati. Non si dimentichi che qualora queste (od altre, even– tualmente, che si volessero attuare) formazioni non dovessero riuscir popolari, esse finirebbero fatalmente col ricongiungersi, magari attraverso la forma larvata dell'Ausgleichung: e se la Europa volesse continuare ad impedire can la forza la riunifi– cazione, si perpetuerebbe nel cuore del continente una situa– zione di disagio dannosa alla sua tranquillità. Solo l'ingresso dei due, o tre, preconizzati Stati gei-manici a parità di condi– :lioni con gli altri in una Federazione Europea poµebbe ri– solvere durevolmente la situazione: in quanto l'inquadramento uella Federazione da un lato li imbriglierebbe, togliendo loro la possibilitit di farsi insieme aggressori, dall'altro appaghereb– be la loro tendenza 1ùl'unione senza la necessità per essi di ri– wstituirc il vecchio H.eich.E se anche restasse unita in un solo Stato, l'inquadramento della Germania nella Federazione Eu– ropea potrebbe risolvere la grave incognita del pericolo tedesco. Sono, forse, ancora sogni lontani. Ma noi, che vediamo e l'abbiamo tante volte ripetuto - l'impossibilità di una Federazione Europea improvvisata all'atto della pace, non ci sentiamo di escludere che essa possa maturare nel periodo in cui durerà l'occupazione alleata del Reich. Senza di che resta, nel quadro politico dell'Europa di domani - e diamo pure a questo domani il valore di qualche decina d'anni-, la. minaccia potenziale di questo popolo di 80 milioni di anime, con -i difetti e le doti che tutti gli riconoscono e che sembrano in definitiva cospirare .al medesimo fine, in una posizione geografica, facilitata dalla mancanza di sistemi montuosi degni di rilievo, che gli permette di vibrare i suoi colpi a volontà in tutte •le direzioni, spostando con estrema facilità le sue armate dalla Francia all'Italia ai Balcani alla Polonia alla NorYe8ia ·all;i Gran Bretagna. La responsabilità della pace che nei confronti della Ger– mania compete ai vincitori presenta due aspetti: l'uno dei 4uali, iì più immediato, consiste nel metterla nell'impossibilità di nuocere tagliandole le unghie (esercito, armamenti, fortifi– cazioni, industria pesante, controlli d'ogni genere: ma sempre garantendo a tutto il popolo possibilità di vita), e di questo aspetto le Nazioni Unite non mancano di preoccuparsi. L'altro, meno appariscente, meno immediato, ma forse più profondo, consiste nel non fornire gratuitamente armi allo sciov:inismote– desco, in primo luogo col fare in modo che la Germania possa "ivere, ciò che potrebbe divenire assai problematico se si esagerasse nel sopprimere industrie, soffocare commerci, im– porre l'immigrazione forzata di milioni <li Tedeschi d'oltre confine e sottrarre territori. In secondo luogo si dovrà evi– tare ogni non assolutamente necessario affronto alla dignità, al senso nazionale, e, peggio ancora, a ·quello che può essere il senso di giustizia del popolo tedesco: al qual proposito punire il soldato alleato the regali un cioccolatino ad un bimbo o fucilare 50 persone, sia pure nazisti, come rappre– saglia per un attentato anche non riuscito - per accennare a due misure citate dai giornali di questi giorni - sembrano misure controproducenti. Importa sì, invece, attraverso una propaganda quotidiana, ·obbiettiva, lontana da ogni eccesso, di stampa, di radio, di cinematografo, illustrare la colpa della Germania nazista, che era poi la quasi totalità della Germania, per convinct:re i Tedeschi delle loro colpe verso l'Europa e il mondo civile. E attuare un'intelligente riforma dei program– mi scolastici, operazione delicatissima per la quale è indispen– sabile il concorso di elementi sinceramente democratici della stessa Germània, che debbono quindi. essere coltivati (ma non si dimentichi che hanno anch'essi la loro sensibilità), far leva sulle forze spiritualmente sane - che pur debbono tro– varsi anc~rchè sparute di numero -, e incoraggiarle a com– piere esse stesse quest'opera di rieducazione spirituale _del Paese, che non potrà in definitiva essere fatta soltanto, nè soprattutto, da stranieri. Poichè questi, prima o dopo, se ne dovranno andare, e il seme gettato darà allora i frutti, che saranno i soli che conteranno. ANTONIO BA880 Nella BIBLIOTECA DELLO STATO ~ODERNO uscirà prossimamente: MATTEOTTI di PIERO GOBETTI Richiedetelo alla Redazione dello STATO MODERNO Milano - Foro Bonaparte, 46 ·

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