Lo Stato Moderno - anno II - n.7 - 1 maggio 1945

LO STATO MODERNO, 1° MAG.GIO 194 !:i a vericoa della cospirazione. Essa però rispondeva anche alla iniziativa degli uomini sorti dalla resistenza. , men,a,1ta ed ru,a capacità degli uomini ,ioeri deJ,a resistenza. li 25 luglio si abbattè il fascismo con una ingloriosa con– Mai le regioni hanno agito a,I umsono, con tanta concordia giura di pa-;azzo e non si seppe compiere l'operazione chirur– e tanto successo, come neH insurrezione contro i nazitascisb, gica necessaria per e:irninar:o da.ila vita nazionale. Nei qua~ appunto perché hanno agito non sotto i. pesante pugno cli rantacinque giorni si volle, con una ottusità spaventosa, fre– un potere centrale mv~den,e, gerarchico, pedante, ma sotto nare, reprimere, tutta la vita libera che fermentava nel popolo. un potere come que ..o del C.L.N.A.1., che si lm1itava a cli- · L'8 settembre operai e studenti chiedevano di combattere, rigere ed a coordmare, lasciando piena libertà di criterio e di volevano le armi, i cittadini chiedevano di agire ed i reparti imziativa ai Comitati .Hegionali. militari, nella loro grande maggioranza, erano pronti a resi- Dall'unificazione in poi, · il centralismo era stato condan- stere. Ma i prefetti ed i generali di Badoglio, cresciuti alla nato dall·esperienza. ma si trattava di una esperienza pura- mentalità schiava e nefasta del centralismo, aspettavano gli mente negativa. ordini e rifuggivano da ogni iniziativà. Cli uomini del 26 · r- S1 constatava il male, ma non si sperimentavano ·i rimedi;: aprile, abituati ad una attività che li esponeva al rischio, se non in forma sporadica e timida. Oggi invece si è avuta non temevano di agire di testa propria, non aspettavano gli la prova grandiosa, fortunata, evidente che l'autonomia opera ordini superiori, con tanto di bollo, timbri e numero di pro- ' felicemente. La tranquilla fiducia che anima le popolazion!, tocollo, secondo la sonnolenta tradizione burocratica. ohe pur si rendono conto dell'entità dei disastri e de:Ja gra-'y·--Un dovere si impone ora ai popoli dell'Alta Italia: non vità della crisi, derivano dal fatto che esse si sentono in con- ( tradire se stessi, non tradire i loro morti, non tradire le ge- tatto diretto con i loro amministratori, che li sentono vicini, nerazioni future lasciando disperdere i frutti della vittoria. li conoscono, li controllano, li vedono operare sul posto. La Le forze sornione del centralismo non sono vinte, sono Giunta regionale di Governo esce direttamente dalle forze lo- state sorpàssate. Esse attendono la prima crisi per ricompa– cali della resistenza, è organo di popolo non solo nel signifi- rire; esse compariranno con tutto il bagaglio delle loro leggi, calo complesso e indistinto, ma anche in quello vivo e loca. delle loro circolari, dei loro formalismi, con tutte le loro tra: lizzato. dizioni di gerarchie, le loro suggestioni monarc1vche, la loro Tutti in Alta Italia possono fare il confronto tra la ca- gallonata prosopopea, le loro nullità incoronate~ duta del fascismo del 25 luglio e la caduta del regime Bado- Benvenuti i fratelli di Roma, fratelli"'Moiì ·padroni. Ri– glio de}1'8 settembre da un lato, ed il crollo del regime nazi- cordino che oggi i popoli del Piemonte, della Lombardia, delle fascista del 26 aprile dall'altro. Si contrappongono l'incapacità, Venezie, della Liguria e dell'Emilia hanno finalmente com– la timidezza e lo smarrimento del regime di Roma, dei suoi preso il mònito di Carlo Cattaneo: « Quando i fratelli hanno prefetti, dei suoi generali e dei suoi burocrati, alio slancio, alla casa propria, le cognate non fanno liti». competenza, all'energia, alla vivace capacità, allo spirito di MARIO BONESCHI NASCITA DELLA NUOVA DEMOCRAZIA Le giornate d'aprile, giornate gloriose dell'Italia setten- pure oggi possono g1i Italiani riconoscere il loro re tra quegli triona:e, danno ragione alla tesi più volte sostenuta da noi uomini che hanno difeso la g:oria e la libertà della Patria. in sede clandestina: che la crisi italiana, quella perpetua crisi In secondo luogo, la immaturità politica delle masse popolari - , politica di cui soffre il governo di Roma e quella più vasta, centro-meridionali. Non si può pensare a nessun sostanziale che è delle coscienze, degli spiriti, di cui soffre tutto il po- mutamento senza una profonda eversione del:a società sulla polo, mai si sarebbe potuta riso:vere senza l'intervento dra- quale lo Stato appoggia e conforma la propria azione. Uc stico e vivificatore del Settentrione. governo non è soltanto gli uomini che lo compongono ma il In realtà, la crisi non è ancora risolta ma s'intravvedono terreno sul quale opera; non è so:tanto una combinazione ben già i suoi possibili scioglimenti. li nord ha fatto piazza pulita; riuscita, ma la risultante delle forze che lo sol:ecitano dal · c'è ancora da fare, ma è ormai materia di ordinaria ammini- · 1 ba~-enche della spiritualità che àlita tutt'intorno ad esso. straz-ione. Su questo terreno, sgombro da tutti gli inutili far- f']ra-Roma né le condizioni psico:ogiche dei singoli né quelle de:li che appesantivano la vita italiana, ~a.rii possibile rico- / morali e cu:turali de:le masse sono le più favorevoli al sorgere struire una vita degna di essere vissuta per un popo:o degno e aU·affermarsi di una vita politica rispondente alle complesse di viverla. esigenze di un Paese che esce o vuole uscire da così triste Guardando a Roma con l'occhio compiaciuto di chi ha condizione. D'altra parte, a Roma convergevano la maggior dietro di sè l'esperienza vissuta d'una insurrezione popolare parte deg:i uomini politici italiani, quelli però che in un modo di vaste proporzioni, insurrezione che se non continua. come o nel:'a!tro si sentivano esonerati dalla lotta, dura e lunga lot– non deve continuare, neg!i atti violènti che l'hanno coiltrad- ta, dell'Italia settentrionale. Situazione ricca di contrasti, come distinta, continua però negli spiriti fermamente decisi a non si· vede, ma di contrasti inerenti all'intima sostanza del!a vita adattarsi ad alcun genere di restaurazione conservatrice; guar- nazionale. Così, ad un certo momento è stato legittimo do– dando a Roma. a ciò che è avvenuto e soprattutto a ciò che mandarsi, come noi ci domandiamo: può Roma dare un auten– non è avvenuto. si deve convenire che al governo Bonomi re- tico governo popolare all'Italia? Se Roma, come noi pensia– stavano ben poche carte da giuocare. . mo. riassume, pur in una cqsì bella cornice naturale, tutto il Roma è la sede ideale' di ogni compromesso. Qui le più deteriore della vita italiana - parassitismo, burocrazia accen– organizzate forze reazionarie del Paese stanno tentando la for- tratrice, inesperienza e forse disinteresse alla lotta politica - tuna alle ultime mani prima che il croupier pronunci la fati- essa non solo non può darlo ma, di più, dobbiamo dire che dica frase: Messieurs. le ieu est fait. il significato di quanto è avvenuto di questi giorni a Milano Che cosa ha alimentato la loro speranza finora? In primo a Torino a Genova si può riassumere in questa parola: anti– luogo, la luogotenenza umbertina. Essa è pur sempre la filia- Roma. zione di quella monarchia sabauda che ha in tutti i modi Non è privo di significato il fatto che il fascismo reazio- . oste"iato un autentico autoioverno POJ?Olarein Italia. Nep- nario si volse a Roma enfaticamente come alla naturale ma-

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