Lo Stato Moderno - anno II - n.7 - 1 maggio 1945

~~ '-~.) ..... ~ , ... ~~ .... ~~- .2 LO STATO MODERNO, i• MAGGIO 11145 si dovessero sci~guratamente trl;\durre in realtà - qualora egli non avesse al suo fianco collaboratori leali e precisi, uniti ad un patto e ad un rischio, tutti i partiti raggruppati nel C. L. N. Ogni esclusione sa-· rebbe un equivoco, ogni equivoco una debolezza, ogni debolezza una colpa. Il corpo e lo spirito del Paese sono tragicamente colpiti e lo sforzo di ripristino non ammette defezioni. Tuttavia nemmeno la presenza unanime dei Par– titi nel Governo è premessa sufficiente - se pur ne– cessaria - per fronteggiare opportunamente i mille problemi che urgono insieme: politici e tecnici, spi– rituali ed economici, interni ed internazionali. Occorre che il Ministero sia anche ùn Governo; occorre cioè che i Partiti elaborino previamente i pro– blemi e le soluzioni su cui batte l'accento dell'ora e la ,-cordanza dell,e loro volontà. , f' A noi pare che si possano, grosso modo, enunciare q!attro problemi su cui potrebbe felicemente operarsi una collaborazione efficace e duratura: la riforma amministrativa posta in primissimo piano dall'ardi– tezza e dall'intelligenza con cui, nella loro piena auto– nomia regionale e in dipendenza dal Governo cen– trale, gli Italiani delle regioni settentrionali hanno contribuito alla propria liberazione. Ormai il centra– lismo in Italia è morto e solo eventuali discordie di partiti politici possono farlo rivivere e il mondo, a duemila anni da una resurrezione per fede, assiste– rebbe ad una resurrezione per miscredenza: accanto alla riforma amministrativa e quasi suo armonico e fatale complèìnento si ponè l'esigenza di una rifo_rma agraria. Nemmeno qui è ingenuo porre l'accento più sulle analogie che sulle discordie dei partiti, tutti or– mài concordi nel sostenere che una democrazia ita– liana non può che essere una democrazia agraria, tutti concordi nell'evitare soluzioni astrattamente egualitarie per tutta la penisola. Al di sotto di que– sto fondamentale consenso ci saranno i dissensi sui limiti della redistribuzione terriera, su quelli delle in– dennità compensative ai vecèhi proprietari. e su altri punti. Non giova nascondere il dissenso. ma non giova neppure esacerbarlo quando è certo che prima di rag– giungere i punti di frizione un lungo cammino può essere percorso in comune. La terza riforma, matura per consenso di studi e di riforme, e resa attuale e viva da tutto il passato fascista di accumulazione patrimoniale è quella che solo grossolanamente potreµimo chiamari! fiscal_e._Il problema del sequestro dei patrimoni illecitamente acquisiti e di quelli formatisi attraverso la collabora– zione col nemico è uno dei problemi che, sapiente– mente sfruttati. offrono una splendida piattaforma per sviluppi che vadano assai al di là del punto di partenza, capaci di allargare la propria influenza nelle più varie zone della vita economica, dal diritto suc– cessorio ad una radicale revisione dei sistemi di im– poste indirette per ampliare quella delle dirette, dai rapporti tra capitale e lavoro nel senso delle aziende alle prime nazionalizzazioni di quei complessi mono– polistici che, avendo violato ed offeso il principio della libertà di iniziativa e della libertà di mercato, vanamente invocano la libertà per la loro conser– vazione. E infine - last but not least -=- la politica estera. Anche qui i temi sono abbondanti e l'accordo non sem: bra difficile. -Si tratta prima di tutto di riconquistare 1 1 all'Italia quella piena personalità giuridica e politic.. ,{ ·· internazionale che le consenta di sedere pari tra pari (ma nella speranza che nessuno sia più sovrano tra :, sovrani) tra le altre nazioni quando si decida della. sorte, ormai ovviamente comune, del mondo; si tratta di rifiutare il proprio e l'altrui nazionalismo per ·ser- \. bare al paese il volto della propria storia, si tratta di , .essere sensibili e capaci di impostare in concreto ' 1 quelle federazioni parziali (in Francia ci sono voci di un blocco Italia - Francia - Belgio - Olanda) che, su-· _ 1 perando le antinomie attu~li, p rgano le premesse ' per più vasti raggrupparne ti. ì' ~ Così, in un'opera armoniosa, concorde e fattiva, è , aperta ai Partiti la strada per vendicare i morti, san– tificare le sofferenze e adempiere per la Patria l'an– tica preghiera d'Alceo: « Sul capo che ha molto sof– ferto e sul petto canuto sparga qualcuno la mirra ». MARIO PAGGI SALUTO ALLA REGIONE La rivoluzione, - ha detto Marx - è la società vecchia che si sgrava di una societ:i nuova. Mai come oggi è apparsa la matematica verità di questa formula immaginosa. Una nuo– va organizzazione, un'anima nuova sono apparse di colpo al'la luce: mentre il travaglio ed il dolore si spengono, già fioriscono il sorriso " la trepida attesa che accompagnano la apparizione di un nuovo essere. Tra i vagiti che dissolvono nella speranza la nostra ven– tennale angoscia, vi è quello della regio~e. Il Comitato di Liberazione Nazionale della Lombardia ha assunto poteri e funzioni di Giunta regionalP. di Governo. Ancora una volta in una congiuntura critica, !a regione appare come forza spontanea di ripresa e di risanamento. Nel 1896, per affrontare la grave crisi siciliana, Di Rudinì . istitul il Commissariato civile per la Sicilia. Il provvedimento fu 'osteggiato dalla fazione reazionaria guidata da Sonnino: eppure esso non aveva nulla nonché di rivoluzionario, di in– novatore, perché si limitava ad un transitorio e incompleto decentramento burocratico. Tuttavia diede buo,1i frutti e per– mise di superare la crisi. Ben diverso è il tentativo ·odierno, che pone a capo della regione non un commissario, cioè un po– tere personale, ma una Giunta, potere che può essere meno sbrigativo e rapido del Commissariato, ma che ne è ben più robusto e popolare. La forza principale del nuovo organo gli deriva però dal– !' essere sorto con l'insurrezione e per l'insurrezione, cioè come– strumento spontaneo di governo, come macchina di coordi– namento e di propulsione di àttività vive ed operose: qu f quelle che con tanto coraggio ed iniziativa hanno liberato– !' Alta Italia. Cos 1 un altro dei vecchi problemi lasciati insoluti dal Ri– sorgimento trova ora la premessa per una feconda e giusta sistemazione. Che la regione corrisponda in Italia a realtà geografica. storica, etnica. economica ed amministrativa, nes– suno può negare; che la regione sia. utile ;,er suscitare e di– rigere forze che altrimenti sono compresse, disnerse ed inat– tive. molti hanno sostenuto in oassato e tutt: dovTebbero ca– pi\lJ,nlì1 presente sulla base della salutare espe,ienza di oggi. \ La Lombardia ha fatto da sé, e facendo d1 sé si è go– vernata bene nelle circostanze più difficili che si possano im– maginare, sotto una dura oppressione e durante una crisi gra– vissima. L'autonomia degli organismi regionali è stata an– zitutto una necessità per le difficoltà di comunicazione ed I

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