Lo Stato Moderno - anno II - n.7 - 1 maggio 1945

22 LO STATO MODERNO, 1• MAGGIO PARTITO NUOVO (da L'Unità, 27 aprile 1945) L'articolo. più notevole apparso in questi giorni è senza dubbio quello di Palmiro Togliatti suU'Unità del 27 a– prile: • Gli strati più avanzati d~l pro– letariato; gli operai che hanno vissuto l'esperienza del fascismo; le centinaia e migliata dd madri che sono passati attraverso le prove dure ed eroiche del l~voro clandestino, del Tribunale spe– ciale, delle carceri, delle isole d,i con– fi~o, dell'esilio, della guerra di Spagna dei campi di concentramento nazisti ~ della ,~erra di libemzione, sentono pri– ma d1 tutto .Ja necessità di essere li– berati dal nichilismo politico dello pseudo-comunismo astensionista di 25 anni ?r sono, di essere liberati daV'e– strem1Smo parolaio e da.Ua impotenza del massim3Jl.ismo, di essere liberati da'lla mancanza di principii, dall'oppor– tumsmo, dal fa11iseismo altrettanto im– potente dei riformisti. Essi sentono il bisogno, istintivamente, ,cli averi! un partito nuovo». Insomma, seguendo ,pur sempre la guida ideologica marxistica e Jeninisti– ca, il partito comunista, per adeguarsi ?li~ realtà, deve, secondo TogJ.iatti: 1) ms1stere nella politica di unità naz10- ml!le; 2) abbandonare il nichilismo pc,Ji– tico .del comunismo ,astensionista; 3) non immettere immediatamente e vio– lentemente le classi lavoratrici nella vita direltiva del Paese, ma condur– vele con una progressiva e pacifica ~-on– quista, che, aggiungiamo, dovrebbe Jll– dare di pari passo con l'elevazion~ cul– turale, etica e po-Jitica dei singoli. Le masse • porteranno insieme alla ioro forza numerica organiz2ntiva e politica quegli elementi della loro tradizione eh~ corrispondono ai compiti nuovi che stanno davanti a noi•· · Siamo pienamente consenzienti con Togliatti. Tuttavia, se è forse vero che questo par,tito segue le premesse teori– <li:e di Marx e di Lenin, tuttavia, 01i– v1amente, non ne accetta '1e inevitabili conclusioni. Ma è partito nuovo, si di– ce; e come tale atteggia la propria azione ad un encomiabile senso di rea– lismo politico in rapporto alla situazio– ne - forme e spiriti - del Paese al quale vuole applicarsi. Questa linea di forza è 1a sola concreta, e desidererem– mo che vi si trovassero d'accordo i di– rigenti di alcuni altri partiti, che van– no ricercando invece le formule della propria penetrazione proprio in quelle disfatte del massimalismo e dell'asten– sionismo ora buttate al:le ortiche daUo stesso par,tito comunista. FRONTE DELLA CULTURA (da L'Unità, 30 aprile 1945) 1945 ciò necessariamente alla superficie. Quanto ai mezzi Legali si dimentica la nota distinzione tra legge giuridica e legge morale. Il campo che si vuol col– pire con mezzi legaH rientra nel do– minio dell'etica. Un-uJtima osservazio– ne: i nostri amici dovranno anzitutto per essere conseguenti, osteggiare, com~ manifestazione conservatrice, ogni ri– torno culturale a Marx. TRIESTE (da L'Italia Libera, 1• maggio 1945) •L'esercito jugoslavo, che coman– dava il marescia110 Tito è penetrato in ·rrieste ». Cosi comincia un corsivo dell·ltalia Libera, nel quale, a proposito .N11a occupazione di Trieste da parte degli ::iuv1, s1 sostiene 1a tesi delia le– gittlffiità di entramoe le passioni di parte - . italiana e slava. Con questa · p1ccola d1f!erenxa, aggiungiamo noi: che a passione slava porta gli uomini di Tito a Trieste, mentre la nostra ... ci costringe ad uscirne. « Esiste la solida– rietà della nazione italiana coi propri figli, si a lungo irredenti, dell'Alto A– dnatico. Esiste la solidarietà dell'estre– ma simstra con il.l grande esercì to par– tigiano di Tito ». l:iiamo d accordo. Ma come si spiega la contraddittoria dia– lettica de11·estrema sm1stra che all'in– terno sostiene giustamente il supera– mento delle grette formule nazionaili– stiche e all'esterno non trova nulla da ridire quando queHe stesse formule vengono applicate a danno dei patenti diritti della nazionalità itali-ana? Perchè questo di Tito (ci dispiace dirlo) è na– zionalismo bello e buono, è risuscitare problemi di confine esiziali, mortali, per la ripresa di una feconda e libera vita c:uropea. Sono i motivi che giustificano poi (ma D10 non vogua!J la nascita di quei tali movimenti che or ora abbiamo finito di condannare .. Il corsivo cosi continua: « Vorremmo risuscitare quello spirito di comunanza libertaria italo-slava (quello spirito che si e-ra creato nelle comuni lotte contro la dittatura, a Trieste, e che aveva condotto insieme, italiani e slavi, nello stesso carcere) e vorremmo che Trieste rimanesse aU'Ita!ia, ad un'ltalia demo– cratica, non già semplicemente in virtù di un'eventuale divisione di zone d'in– fluenza tra potenze e potenze ~a in virtù dell'amicizia che i de.:iocratiei slavi crediamo non possano non sentire per l'antifascismo italiano, che con loro solidarizzò, quando essi più di noi erano oppressi •. (Il corsivo è nostro). ~I ~e, in politica internazionale è pia 1,Uus1one.E ·se ne accorge l'autore stes– so del corsivo poichè continua: « ~ 11- lusi<,me questa? Speriamo che non lo si·a, ma se pur così fosse, sarebbe illu– sione degna. Gli altri problemi econo– mici soprattutto, siano risolti n'e1 corso del cammino, il solo progressivo, che conduce -verso gli Stati Uniti d'Eu- L'Unità del 30 apr-ile pubblica un'in– tervista su questo argomento. Le rispo– ste sono chiare. PerFronte deLla cultura s'intende Il fronte ideale formato da tutti gli uomini, senza distinzione di partito, I qua:li ri<:onoscano la cultura come importantissimo mezzb di rinno– vamento sociale, e l'oggetto della cul– tura, cioè la ricerca della verità in ogni campo, come fine supremo. In questo senso la classe degli inteJ.lettuali non sarebbe più una casta chiusa e distante come molti la considerano, perchè vi~ cino all'artista ci sarà il critico e iJ sempre più vasto numero degli amatori d'arte; accanto allo scienziato puro ci sarà l'inventore, lo studioso, Il di,lettan– te; ci saranno i medici, gli attori, gli spettatori, tutt'una grande trama tesa di paese in paese, di continente in conti– ne~te, _di ~ui le magi,ie grosse sono per cosi dire 1 produttori ma nella quale ognuno può portare il suo piccolo filo. Primo compito del Fronte della cui t'ura italiana è la revisione critica che sep– pe-Hisca ciò che in questo campo è or– mai morto e -imputridito, rinfreschi ed alimenti ciò che ,ancora ha possibilità di vita e di sviluppo. Secondo compito sarà •la divulgazione della cultura, sia scientifica che artistica, coi mezzi pii::. varii ed idonei. Nessuno deve re;turt> indietro. • Attraverso. un simile lavoro e specialmente per mezzo delle pubbli– cazioni, il fronte condurrà la sua lotla per l'affermazione di un nuovo sp:rito e di una nuova libertà nei contatti tra vita e cultura e denuncerà ogni gesto e ogni manifestazione conservatr,ce, an– zi l'osteggerà cercando di farla faìlire con tutti i mezzi leg·a,Ji a sua disposi– zione». Qui è il punto: se nel campo della scienza è matematicamente valu– tabile ciò che è vero e ciò che è falso, ciò che è nuovo e ciò che è vecchio, non _cosinel campo dell'arte, dove il bel– lo è qualche cosa di non meno oggetti– vo ma di assai più imponderabile. Nel campo dell'arte il consenntore in buo– na fede può essere più vero di chi p~r essere all'avanguardia ha fatto sua la cifra di moda. E, sempre a proposito di conservatorismo, di tradizione e· di avanguardia, sarà mai possibile che le masse, cioè gli incompetenti, cammi– nino con lo stesso passo dei singoli cioè dei competenti? Questi le distan– zieranno sempre, e quando la cultura che essi avranno creata, sarà non solo divulg·ata ma assimilata dalle masse, tale cui tura apparterrà già alla tradi– zione, perchè i produttori l'avranno già superata. Ed ecco che in questo senso saremo pure costretti a consi– derare gli intellettuali come una élite se non come una classe chiusa; ognuno che ne abbia la capacità, può uscire dalla massa e diventare produttore, ma il duro lavoro a cui dovrà sottoporsi per raggiungere la meta prefissa e i nuovi orizzonti che di lassù scorgerà faranno sempre di lui un isohto, un solitario, Quello che egli ha raggiunto in pro– fondità nel campo cui si è dedicato non potrà essere raggiunto che a di~ stanza di almeno due generazioni da chi con minori doti culturali e col sem– plice aiuto della cultura divulgata ha t ro~~ entato tutti i campi ed è rimasto per- ISICANUS

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