Lo Stato Moderno - anno II - n.7 - 1 maggio 1945

·LO STATO MODERNO, 1° MAGGIO 1945 19 A.ilo stato attuale delle nostre conoscenze !"unico sistema pratico per ottenere e ripartire il sacrificio dei cittadini è l'im– posta la quale togliendo loro una parte <lei reddito crea una differenza fra beni prodotti e beni consumati che è prc:cvata dallo stato e destinata ai consumi di carattere collettivo. Per– ciò alle imposte ordinarie per le necessità istituzionali dello stato dovrà aggiungersi un'imposta straordinaria per provve– dere alla ricostruzione; questa imposta avrà natura:rncnte una aliquota più o meno alta secondo che il costo tota:e dell'opera da effettuare sia ripartita su <li un periodo più o meno lungo di tempo acce:erando o ral!entando il ritmo dei lavori o av– valendosi di altri mezzi idonei (prestiti all'interno e all'estero). Ed è qui che sorge una prima diffico:tà: con quali cri– teri dovrà essere applicata l'imposta straordinaria in vista di un'equa distribuzione dei sacrifici? In linea puramente teorica si dovrebbe introdurre un'imposta progressiva sul reddito e ove occorra sul patrimonio che colpisse indistintamente tutti i cittadini e ciò in omaggio ai seguenti principi: a) che come i vantaggi di una guerra vittoriosa fini– ~cono per riversarsi prima o poi su h1tti i cittadini, così an– che i:l costo totale del conflitto deve essere fra loro ripartito; b) che è facilmente comprensibile come i vantaggi di una vittoria sono ripartiti non in modo uniforme ma in modo differenziato in ragione diretta dei redditi goduti; e) che maggiori sono i redditi, minore è la 1 loro uti– lità marginale, il che giustifica l'imposta progressiva; d) che maggiore è la preminenza economica dei citta– dini, maggiore è la loro preminenza politica e quindi la loro responsabilità delle conseguenze che ne derivano. Senonchè la attuazione pratica di questi principi è osta– colata dal fenomeno della traslazione delle imposte. Riusci– ranno i capitalisti, sui quali dovrebbe gravare il maggiore onere fiscale, ed in particolare i produttori di generi di prima necessità. a trasferire in tutto o in parte i loro tributi sui consumatori? Se non vi riusciranno perchè il Governo sarà in grado di controllare i prezzi, le imposte straordinarie po– tranno essere dirette e colpire tutti indistintamente i redditi, se invece la traslazione si opererà, i redditi da solo lavoro retribuito dovranno essere esenti da imposta e dovranno es– sere invece introdotte imposte speciali sui consumi dei ge– neri non di prima necessità in modo da incidere progressiva– mente sui consumatori più capaci (vedasi quanto scritto ai numeri 3) e 4) della prima parte). 3. - L'opera di ricostruzione richiede una ingente quan– tità di materie prime (e in esse comprendo nnche il minimo indispensabile di utensileria se la nostra non fosse più in effi– cienza) di cui la Nazione non ha alcuna disponibilità o l'ha in quantità limitatissima; d'altra pa~te la loro importazione presenta una serie di difficoltà che è necessario prendere in esame. Il primo ostacolo è di ordine finanziario; il nostro paese non ha più riserve aureee ed ha quindi preclusa la via ad acquisti all'estero contro pagamenti in numerario. L'agricol– tura è grave111ente danneggiata e non può alimentare quella corrente di esportazione che si era creata prima del con– flitto; l'industria è ancora più gravemente danneggiata e manca il flusso delle materie prime per poter nuovamente <<'tvire come mezzo di esportazione di lavoro senza emigra– zione; è perciò vano poter pensare per ora agli scambi com– pensati. Come quindi procurarsi i mezzi per l'acquisto delle materie prime? La soluzione, ovviamente, non può essere che politica e non ha che due alternative: l'una è di ottenere all'estero crediti a lunga scadenza da ammortizzarsi quando f agrico'ltura e l'industria nazionale saranno ritornati alla loro piena effi– cienza, l'altra è di ottenere che quei paesi produttori di ma– terie prime che hanno subito notevoli devastazioni dagli e– venti bellici e che necessiteranno conseguentem.ente di mano d'opera per la ricostruzione, consentano di ricevere mano d'o- . pera italiana in contingenti notevoli opportunamente organiz- · zati e controllati da rCC:utarsi eventualmente sotto forma di servizio obb:igatorio del lavòro, e <1nesti contingenti siano, per quanto lo consenta lo stato dei trasporti, equipaggiati e velttovag!iati con prodotti nostri in modo che il va:ore del lavoro da essi compiuto sia il più possibt:e accreditato in conto forniture di materie prime. Ma il prob:ema delle materie prime non si esaurisce con i mezzi di pagamento perchè un'altra diffico:tà è rappre– sentata dai mezzi di trasporto. E' noto che le maggiori fonti di materie prime si trovano oltre mare, per cui è necessaria una notevole disponibilità di tonnellaggio per il regolare aff.usso del:e importazioni. La marina mercantile di tutti i paesi ha subito notevoli falcidie a causa della 1:,"llerra;la no– stra è completamente scomparsa e così que:Ia di qualche al– tra Nazione; la maggior parte del tonnel:aggio rimasto effi– ciente appartiene agli anglo-americani i quali o"ltre alle ne– cessità de:la loro economia devono ora fronteggiare que:le dei rifornimenti alle loro truppe· operanti nel lontano Oriente e in Europa. Perciò gli ostacoli sono tutt'altro che di facile eliminazione. Gli unici elementi che potranno migliorare la situazione dei trasporti marittimi ad uso commerciale sono le minori necessità per i rifornimenti al corpo di spedizione in Europa trasformato da operante in occupante, un'ulteriore riduzione delle perdite di navig:io, la parziale smobil:itazione de:,Je industrie di guerra e la conseguente assegnazione di mano d'opera e materie prime alle costruzioni di pace com– prese que:Je navali. Quanto tempo sia però necessario prima che que5ti ele– menti possano sensibilmente influenzare la situazione, è diffi– cile a precisarsi. Infine la questione delle materie prime deve essere esa– minata anche <lal punto di vista della loro possibile sostitu– zione. La guerra ha fatto fare abuso dei surrogati il cui uso si era già introdotto con la politica autarchica dell'ultimo de– cennio. La deficienza di materie prime potrebbe far persi– stere nell'abuso per accellerare, con malinteso•zelo, l'opera di ricostruzione. Finchè il surrogato va solo a detrimento della apparenza non si hanno conseguenze, ma quando va 11 de– trimento della qualità il danno può essere incalcolabile. E' noto infatti che le materie prime incidono in misura limita– tissima sul costo dei prodotti mentre invece costituiscono l'e– lemento che garantisce ai prodotti stessi la loro efficienza nel tempo, perciò se questa è cnmpromessa da un surrogato ina– datto andranno perduti tutti gli a-Itri componenti di maggior va;ore, mano d'opera, forza motrice, spese generali, ammor– tamento, ecc.. onde la necessità di precise disposizioni in proposito e di una continua diligente vigilanza da parte degli or?,ani responsabili perchè l'economia nazionale non debba rifare entro breve termine quanto riteneva di aver già fatto. 4. - I mezzi e le materie prime non sono i soli fattori ' della ricostruzione. Un altro è di importanza fondamentale: il tempo occorrente per la materiale esecuzione dei lavori. Non vi è dubbio che è nell'interesse generale della Nazione che ogni traccia di distruzione sia eliminata al più presto non tanto per ragioni di prestigio q11anlo pt>rchè so'.o in tal modo' si porrà termine ad una serie di difficoltà di 6gni ordine che sono insite nelle situazioni economiche anormali; questo scopo non si raggiunge che attraverso il perfezionamento dei si– stemi di produzione e l'aumento delle ore di lavoro. 11 primo è compito esclusivo dei tecnici, i quali, senza detrimento per la qualità, devono tendere con una efficace organizzazione e con adeguati sistemi di produzione a che · si ottenga la massima quantità. Non ho a disposizione dati comparativi, ma è a conoscenza di tutti che nei paesi eco– nomicamente più progrediti la produzione industriale in tutti i settori si effettua, comparittivamente, in un tempo sensibi:1-

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