Lo Stato Moderno - anno II - n.3-4 - 1-16 febbraio 1945

studi e di essere acquisiti ad attività manuali e di or<line. Tra i secondi non funziona il criterio selettivo negativo, e cioè di eliminazione degli inetti; men– tre in quello positivo, e cioè di avanzamento dei migliori, funzionano, o per essere. più caritatevoli interferiscono, elementi che, con il reale merito e la effettiva devozione al dovere, non hanno nessuna parentela. Su questi vecchi fenomeni, il fascismo è passato aggravandoli in modo ignominioso. Rovinata la scuola con una serie di scriteriati esperimenti, ammesso ed apertamente praticato il favoritismo politico nella burocrazia, sconvolto completamente, con il pretesto delle benemerenze nazionali, il criterio logico della capacità specifica, portata dovunque una mentalità corrotta. Si restaureranno nel pros– simo avvenire ordinamenti ispirati al buon senso e le assurdità fasciste saranno rimosse, sarà spietatamente amputata - speriamolo - la camorra fascista, ma non per questo saranno eliminate tutte le cause del male. Diceva Carducci che due cose non si potranno mai sopprimere in Italia: la camorra e l'arcadia. Ma se per il poeta il problema si esauriva nella costatazione del difetto e nell'invettiva, per noi il problema comincia con lo studio delle cause e dei rimedi. Il. problema ha due aspetti fondamentali: da un lato, una sorta di scet– tica bonomia, d'indulgente indifferenza, di malintesa bontà di animo, unita all'atavico antagonismo con la legge e l'autorità, per cui non si vuole, come si usa dire nel gergo, ,, rovinare nessuno». Dall'altro, l'irresistibile organizzarsi di clientele, camorre, protezioni che s'insinuano dovunque e costituiscono legge non scritta, ma osservatissima della vita italiana. Perciò il problema che pure ha notevoli aspetti tecnici, è essenzialmente un problema politico, e sotto questo punto cli vista costituisce un problema unico in due campi apparente– mente così lontani, come quello della scuola e della burocrazia. Ogni ·soluzione impostata solamente sul lato tecnico e specifico è destinata a fallire, perché prescinde dal tentativo di rimozione delle cause profonde. Come tutti i problemi morali, anche questo non lo si risolve con le prediche, ma col creare condizioni obbiettive sociali adatte. Come tutti i problemi poli– tici, non è assolutamente insolubile, ma consente che moltissimo si possa fare per risolverlo. Bisogna considerare pertanto questo grav1ss1mo problema sotto l'aspetto della lotta di classe, di quella sana e buona che non spinge a contrasti tanto irriducibili quanto sterili, ma che rimuove per il bene di tutti le posizioni di privilegio e di monopolio. L'incapacità. a selezionare i valori attraverso gli studi e le carriere, non è altro che un portato del predominio e dell'esclusivi– smo piccolo-borghese in questi campi. Ogni qualvolta una classe si costituisce in casta, si studia di creare ai suoi aderenti l'ambiente più comodo e favore– vole; e in Italia la casta degli studenti svogliati, o meglio dei gt>nitori degli studenti svogliati, e quella degli impiegati indolenti (l'una continuazione e stagionatura dell'altra) sono le più forti, le più compatte, oserei òire ,, le più nr1..1ionali». Bisogna spaccarle, bisogna togliere il monopolio degli studi e degli impieghi ai ceti borghesi, bisogna portare anche qui gli effetti del rimescollo, del contrasto, delle diversità, bisogna cioè riservare una larga parte - negli studi e negli impieghi - ai figli dei proletari che abbiano, e ce ne sono, buone attitudini. Un esempio che non si riferisce alla categoria che ho esaminato sin qui, ma che mette bene in luce quel difetto di capacità selettiva e le cause che lo producono, è fornito dalla classe degli ufficiali di complemento. NÒn che tra gli ufficiali di carriera la selezione fosse seria; in essa si riproducevano tutti - 10 -

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