Lo Stato Moderno - anno II - n.2 - 16 gennaio 1945

politico che si voglia dare su tutti I Governi emigrati, è certo che essi rappresen– tano la sola ed unica garanzia di continuità tra il passato e l'avvenire. Essi rappre– sentano realmente la immagine augusta della legalità, anche se in vacanza. Strac– ciare totalmente questo residuo formale di una antica sovranità sostanziale può essere un giuoco pericolososino al suicidio~'E la situazione odierna della Polonia divisa fra il Governodi Londra - riconosciutoda Inghilterra e Stati Uni1i- e quello di Lublino - recentemente riconosciuto dall'Unione Sovie 1 ica che del resto più che favorito lo aveva generato con elementi essi pure provtnirnti dell'emigra– zione - ne è una chiara dimostrazione. Oggi fra il Governo legale lontano e quello di fatto vicino il fosrnto non sem– bra facilmente colmabile se i migliori diplomatici europei hanno tentato invano la conciliaziom!;e se a favore del Governolegalesta non solo la fredda ed astratta ragione del diritto ma anche la gloriosa·difesa di Var~avia,pagina di culminante epopea di questa guerra, insegnamento imperituro di eroismo disperato e superbe, a favore del Governo di Lublino sta la realistica comprensione che tra Germania e Russia la Polonia non può più affidarela propria sicurezza al mondo occidentale. Già uno dei pochi liberali autentici che abbia coniato nella sua storia la Rus– sia, il Peste!, riflettendo pensoso e accorato alla sorte della Polonia, allora divisa tra la Prussia, l'Austria e la Russia, aveva proposto la ricostituzione dello stato polacco;ma, prevedendone la estrema friabilità in mezzo a cosi possenti vicini se tutti gli fossero stati nemici, e ben saprndo come una solida e seria amicizia può vivere soltanto laddove vi sia simiglianza di idee, di interessi e di sentime;1ti,aveva persino abbozzato uno schema di trattato tra Russia e Polonia in cui egli, pur liberale vero; prevedeva che la Polonia si impegnassead avere una struttura poli– tico-costituzionale uguale a quella della Russia. Che il vaticinio si stia verificando mentre in Russia vige il sistema bolscevicopotrà non piacere a tutti, ma non per questo esso perde il suo drammatico e operante valore. È certo che il dissidio tra il Governo di Londra e quello di Lublinonon è che una delle tante manifestazioni della complessità della situazione polacca;e in ésso si riflettono tutte le antitesi di questa vecchia e nobile nazione europea, quelle interne e quelle internazionali. Le antitesi potranno essere sciolte e superate sol– tanto se si terrà conto di entrambi i problemi e soltanto se, pacificata con la Rus– sia, la Polonia non caricherà il proprio avvenire di una ipoteca di odio con la Ger- · mania attraverso l'annessione compensativa di una diecina di milioni di Tedeschi delle regioni prussiane. ' La funzione polaccadi muro divisoriotra Orientee Occidente è finita con l'in– calzare della storia che mira a distruggere distinzioni tradizionali per ricrearne di nuove e più feconde. La Polonia ritroverà· il suo posto in una grande confede– razione centro-europea, anello di congiunzione dei due volti di questa Europa che nel sangue e nel martirio ritrova l'anelito alla sua unità nella libertà. VITTOR • 5

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