Lo Stato Moderno - anno II - n.2 - 16 gennaio 1945

dove c'è anche motivo e ragione, o almeno laddove forza e ragione sono ine~tri– cabilmente unite in un nodo difficilissimo a dipanare. Le stesse condizioni interne della Polonia, e prima di tutto il temperamento dei suoi cittadini, ne fanno uno Stato a conformazione piuttosto precaria. Caval– leresco sino al litigio, audace sino alla temerarietà, coraggioso senza riserve o re– strizioni, patriota sir10 ali' esasperato naziorialismo, uscito da 150 anrii di servitù nazionale fremente di libertà e di affermazione, il popolo polacco difettava forse di quelle fondamentali qualità di calma, riflessione, senso dell'opportunità che erano imposre dalla sua difficilissima posizione geografica. Dal punto di vista so– ciale la Polonia rappresentava una formazione arretrata rispetto a quella conti– nentale, domit1ata ancora da una aristocrazia fondiaria non nettamente bilan– ciata ed equilibrata da un ceto medio numeroso ed attivo, o da un proletariato industriale capace di trarre conseguenze politiche effettive d?lle forme giuridiche democratiche che la mimesi post-vèrsaglista le aveva fatto in un primo tempo adottare. La mancanza di una classe dirigente di tipo occidentale, uscita dal popolo medio o minuto, leg1ta per istinto di conservazione, per interessi e per coltura ad una politica a svolgimento lento e pacato, scevra da improvvisazioni e da non meditate audacie, si rifletteva chiaramente sia nella politica interna fatalmente spinta a inasprimenti anti-democratici, sia nella politica estera che, combattuta tra l'orgoglio e il timore dei vicini, era costretta a cercare in complesse coalizioni diplomatiche quella garanzia che la storia, la geografia e l'economia congiunta– mente le negavar:io. Il dramma della Polonia di anteguerra risiede in buona parte in queste ine– stricabili contraddizioni della sua storia e della sua posizione geografica. Negli anni immediatamente precedenti al I939 la Polonia è uno stato quasi completa– mente dittatoriale, ma con una classe dirigente fondamentalmente anarchica e libertaria (non è forse la Polonia il paese del" liberum veto,, per cui ciascun membro dell'antica D"ieta nobiliare aveva il diritto di impedire col suo solo dissenso la rati– fica di una legge, e il paese in cui vigeva la massima allegra e paradossale per cui • la non esistenza del Governo è la base della esistenza della Polonia »?); e tutta– via essa, pur sotto il fascino delle ideologie totalitarie che spiegano certi suoi sban– damenti in seno alle Società delle Nazioni, è costretta per la sua sicurezza a rivol– gersi alle grandi potenze dell'Occidente europeo. Allo scoppio della guerra la Polonia contrasta con una difesa disperata ed eroica il primo urto delle intatte armate hitleriane. Con l'immediata occupazione russa della parte orientale della Polonia comincia a precisarsi il dramma diplo– matico della nazione polacca. Qualunque sia il corso della storia la Polonia non avrà che nemici alle sue porte. E se l'intervento dell'Unione Sovietica a fianco delle democrazie occidentali poté per un momento far nascere delle illusioni, que– ste dovettero ben presto svanire incalzate dalla ferrea logica delle situazioni geo– politiche. Calato il sipario sulla occupazione del territorio, il Governo polacco si tra– sferl in Francia, e dopo la catastrofe francese a Londra. Qualunque sia il giudizio - 4 -

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