Lo Stato Moderno - anno II - n.1 - 1 gennaio 1945

bertà con la stampa clandestina, la propaganda orale ed ogni altra forma di resi– stenza: o che, all'atto dell'occupazione tedesca, hanno abbandonato il paese per continuare dall'estero, accanto agli« Alleati», la lotta contro gl'invasori. Ma evi– tiamo, per carità, di creare caste privilegiate o nuove forme di squadrismo che sarebbero deleterie per la libertà, specialmente di quei iwpoli come il nostro che nella lunga oppressione hanno della libertà stessa perduto coscienza. I partigiani depongano le armi allorché verrà meno lo scopo per cui ebbero ad impugnarle, per inquadrarsi, coloro che lo crederanno e avranno titolo per farlo, in quelle forma– zioni regolari di esercito e di polizia che dovranno costituire il presidio dei nuo\i governi della liberazione. Settimo: Senza dubbio può esser duro, per movimenti giovani e pieni di vita– lità, ritardare l'attuazione delle riforme progressiste da essi auspicate, di quella profonda rivoluzione democratica che dovrebb'essere la grande conquista della seconda guerra mondiale. Ma ci sono le necessità della guerra antitedesca, c'è la necessità imprescindibile di evitare, per il miraggio di realizzazioni precipitate e premature, lo scatenarsi della guerra cidle fra gli stessi combattenti della libertà e la perdita della libertà che fatalmente ne conseguirebbe, c'è il compito, che gli Alleati si sono assunti, e al quale non saprebbero onestamente rinunciare, di assi– curare nei paesi liberati ordinate consultazioni che esprimano la reale composi– zione della volontà popolare. Se, dunque, i partiti antifascisti vogliono affrettare, in Italia come altrove, il momento delle auspicate realizzazioni, procurino di non rompere il loro accordo - che li indebolirebbe, indebolirebbe la posizione interna– zionale del Paese in un momento delicatissimo, e provocherebbe un intervento sempre più attivo degli Alleati nelle sue faccende interne ··e di rendere rapidamente possibile cfuella libera consullazione del corpo elettorale, che dirà finalmente quali • forze effettive stiano dietro alle varie formazioni politiche. Anche per togliere ogni parvenza di giustificazione, sia pure formale, all'affermazione di Churchill che • nes– suno di questi partiti ha la minima base elettorale». LIBERO UN LUOGO COMUN E È 3tata fatta l'analisi filosofica del buon sen~o o ,enso comune. Non ci ris,ilta che sia stata fatta ancora quella del "luogo comune ». Probabilmente si tratta di due concetti collegati, ma non, come si direbbe a pt ima vista, da un rapporto di causa ad effetto. li luogo comune nasce chissà dove,' chissà come, chissà perché; magari nacque come un'osservazione intelli– gente e poi, in applicazione, decadde sino allo sdrucito e al consunto. Eccone per esempio uno, attualmente in circolazione, colto in un giardino di oltre cento anni fa; ma siamo sicuri che non si è affatto alla sua origine. Qual– cuno ha detto certamente la stessa cosa, magari per Cartagine o per Genova o per Venezia. Teodoro Jouffroy era quel che si chiama un francese intelligente; di va– ria e brillante cultura, di facile e chiara e persuasiva esposizione. Ma era francese e l'Inghilterra aveva appena piegato Napoleone. Ed ecco la rivincita del letterato sulla storia: "Se l'Inghilterra a..esse lasciato l'Europa far guerra per quarant'anni senza occuparsene avrebbe egualmente du– rante la lotta accaparrato il commercio mondiale; ma avrebbe in più conservato il suo danaro, il sangue dei suoi figli e l'amicizia dei popoli ». Quante volte avete sentito in questi anni questa stessa canzone ? E nessuno, nessuno che abbia pensato, che pensi che se l'Inghilterra conservasse il suo danaro, il sangue dei suoi figli e l'amicizia dei popoli, perderebbe l'accaparrato commercio mondiale. Difesa dell'Inghilterra? Mai più. Semplice diresa~ctella chiarezza del pensiero politico. CUNCTATOR 9

RkJQdWJsaXNoZXIy