Lo Stato Moderno - anno II - n.1 - 1 gennaio 1945

INCHIESTA SUI PARTITI POLITICI ITALIANI L'esigenza di vedere chiaro nella costellazionedei partiti politici italiani an– tichi e nuovi, t oggi delle più vivamente risentite tra quanti si preoccupano (e sono quasi tutti gli Italiani) di quello che pare un gran salto nel buio: dalla dittatura àlla libert4, dal sistema del partito unico ed obbligatorioa quello dei partiti liberi e multipli. Abbiamo ritenuto opportuno di chiedere ad amici di varia tendenza, ciascuno rappresentanteun preciso valore in seno al proprio partito, qual't' la fun– zio,u ch'essi assegnanoal proprio gruppo nella futura vita politica italiana. Co– minciamo con l'articolo di un liberale. Confidiamo di poter dare in ognuno del successivi numeri i punti di vista degli aderenti agli altri partiti. LA FUNZIONE DEL PARTITO LIBERALE In vent'anni di lotte e di sofferem;a comuni avevamo creduto di vedere tutti i partiti antifascisti affratellati nell'aspirazione ad una unica conquista, la libertà, raggiunta la quale, e consolidata che fosse, ciascuno avrebbe poi ripreso la pro· pria strada pel conseguimento dei suoi fini particolari. Ed ecco che, da destra e da sinistra, vediamo già insidiata quella libertà che non ha ancora avuto campo di attuarsi nella pienezza delle sue forme politiche e iriuridiche: concezioni auto– ritarie o comunque totalitarie, appena appena mascherate di democrazia, tentano di affermarsi, promettendo l'universale e radicale panacea che sanerebbe tutti ·gli inenarrabili mali di cui oggi soffre il nostro s'venturato Paese. Stando cosi le cose, è strano che si chieda: - Ma quale funzione_ può avere oggi un partito liberale? - Evidentemente ha la funzione di difendere la libertà, i diritti dell'individuo per troppi anni calpestati dallo Stato. Eppure è domanda che sentiamo fare di continuo, anche da gente che è, in fondo all'animo, più o me– no consapevolmente, liberale. Solo che a taluni il nome « liberale » pare vecchio e consunto o addirittura screditato; e non pensano che gli errori o le colpe di quel vecchio Partito Liberale che, vent'anni or sono, mori di natural morte prima an· - cora di essere sciolto d'autorità, si riducono poi ad una causa unica, la pigra con– suetudine di una vita senz'anima; e che contro quel liberalismo consuetudinario .e di pura amministrazione, cosi impari al suo compito negli anni della crisi nazio– nale che portò il fascismo al potere, si levò il vero liberalismo, quello di Piero Go· betti e della Rivoluzione Liberale. A quella tradizione, e non al tardo giolittismo impigrito, si ispira il nuovo Partito Liberale. È grottesco vergognarsi di dirsi li– berale, come lo sarebbe mostrar vergogna di chiamarsi cristiano. Tuttavia la polemica pubblica e privata non decampa; e crede di aver posto il dito sulla piaga, accusando un intimo dissidio che travaglierebbe il P.L. e che solo in apparenza sarebbe composto, quello tra la tendenza conservatrice e la ten– denza progressista in esso coesistenti. È naturale che l'accusa °'vengada quelli che sono più vicini al liberalismo, perché da parte comunista non vi può essere che una condanna in blocco di ogni forma di liberalismo, come quello-che afferma la priorità dell'individuo sullo Stato e la priorità della politica sull'economia, in oppo– sizione al metodo totalitario e alla concezione materialistica che stanno a base della tecnocrazia vagheggiata dal comunismo. - 11-'-

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