Lo Stato Moderno - anno I - n.6 - dicembre 1944

• che il Presidente del Consiglio dei Ministri venisse designalo non più dal Luogo, tenente bensl dal Comitato Nazionale di Liberazione pur non ignorando che, senza una previa rivoluzione, questa è una pretesa vana (tanto più per l'intervenuto accordo che rimanda all'Assemblea Costituente la decisione circa il problema isti– tuzionale), ma evidentemente ignorando che questa è la sola vera strada per ridare alla monarchia un pò di quel prestigio che le vicende di questi ultimi anni ave– vano felicemente scosso e abhattuto. Tale linea di condotta non stupisce nei so– cialisti perché essa è la conseguenza diretta delPequivoco stesso su cui poggiano tutti i partiti socialisti né francamente rivoluzionari né decisamente democratici. Ond'è che a Pietro Nenni converrà far dono del suo bel libro che narra e critica la storia degli errori del partito socialista nel quadrienno 1928-32 e c_hedimostra come il Nenni storico sia migliore del Nenni politico. ; Quello che amareggia e sorprende è che il. Partito &•azione abbia seguito la medesima linea astensionistica. Non sappiamo se ci siano, a giustificazione di que– sto atteggiamento, motivi più sostanziali di quello addotto della solidarietà con Sforz<1.·Nof'iuiti abbiamo sentito èhe colpendo Sforza si colpiv_a una parte viva della ·,Jostra fede e delÌa nostra volontà di liberarci di tutto quel passato per i cui . errori e per le cui colpe sanguina l'ftalia di og'!i. Ma questi sono tempi in cui la passione deve essere manovrata dalla ragione. e non viceversa; sono momenti in cui la saggezza della visione politica deve superare e vincere ogni più legittimo ed esasperato moto dell'animo. E noi pensavamo appunto, e pensiamo, che il Par– tito d'azipne fosse il rappresentante di questo netto e freddo ripensamento critico della storia e della politica itaffana, di <j'uesta capacità di dominare gli eve,,ti. di · questo rifiuto intransigente a farsi trascinare dalle cose o dai risentimeJJti_p!f rui.. rn questa Europa ancora una volta senza pace, in questa fine di guerra che a tutto par preludere fuori che alla armonia e alla concordia, I' rtalia può e deve fare un I • grande gi~co, Dal Belgio inquieto alla Grecia in fiamme gli occhi di coloro che cercano a11sì,;samente gli uomini e i materiali per ricostruire il mondo vorrebbero forse posarsi su una Ttalia pacificata e che, nella coscienza degli errori passati, trovasse i_lpegno della nuova rinascita. Il Partito d'azione. o sarà ques_ta intelli– genza schietta degli errori passati - e in prima line~ del massimalismo rivoluzio– nario verbale e barcollante, senza il real,ismo necessario per predisporre i mezzi di una riforma totale e senza la fede per usarli - e sarà il loro ripudio, e quindi rappresenterà la volontà democratica di conquistare lo Stato, superando cosi la vecchia antinomia in cui si è logorata la storia unitaria d'rtalia - quella di uno Stato perpetuamente conservatore e di un popolo eternamente succube o ribelle - ed operando comé una fonte viva, stimolata e stimolante ad un tempo, di un fe– condo processo di rinnovazione profonda; o sarà tutto questo o non sarà. Non ,vorremmo che l'atteggiamento attuale dell:Esecutivo romano, inutilmente attar– dato tra un rimpianto sentimentale e un'illusione di rivolta moralistica, facesse perdere al partito il contatto vivo con la storia che si svolge oggi e che condizio– nerà e determinerà quella di domani, per cui quella strana e pungente realista che fu talvolta Caterina da Siena poté scrivere:.« Il tempo che è passato voi non l'avete, il tempo che è a venire non siete sicuro di averlo, sol dunque questo punto del tempo avete e non più ,. VlfTOR - 6 -

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