Lo Stato Moderno - anno I - n.6 - dicembre 1944

- 5 - vano ancor al' Italia col mondo dello spirito e della civil tél 111octèri1a vemssero re– cisi. Sopravvenne .a questo punto il passo dell'ambasciatore inglese che definiva Sforza come persona non grata al suo governo e quindi non indicata per guidare la politica italiana in un momento in cui fiduciosi rapporti fra Italia e rnghilterra appaiono a tutti come esigenza indeclinabile; e seguirono le dichiarazioni del sig. Eden invocante a giustificazione di tal passo il fatto che l'Italia è ancora zona di operazioni militari, il che legittimerebbe la pretesa inglese di un governo ita– liano di sua piena fiducia, mentre questa piena fiducia il governo inglese non po– teva riporre' in Sforza accusato di non aver mantenuto impegni assunti anterior– mE'nte al suo rilorno in Italia, e di aver combattuto il M'inistero Bonomi. Quanto ci sia di vero nelle accuse avanzate contro Sforza è impossibile ap– purare. Resta il fatto, almeno per coloro i quali non scambiarono 1'8 settembre 1943 con il 4 novembre 1918, che, sia per ragioni militari (di cui solo competente è chi ha la responsabilità delle operazioni), sia per motivi politici (di cui solo noi, Italiani, siamo buoni giudici), non poteva apparire dubbia l'opportunità di un completo accordo col governo inglese circa la soluzione della crisi. E allora, o i partiti ignoravano l'ostilità inglese nei confronti di Sforza, e questo sembrerebbe inverosimile da1a la frequenza e la fadlif à dei rapporti fra gli uomini poliHci ita– liani e i rappresentanti del governo inglese; o la conoscevano, e in questo caso la· scelta di Sforza come Presi 'ente del Consiglioo Ministro degli Esteri va conside– rata come il più infelice errore che poteva essere commesso. Riconosciuto ciò, ci sentiamo autorizzati ad affermare che la reazione i11glese - nel tono nella misura e nella sostanza - non ha aggiunto molfo alla tradizione e alla gloria del libera– lismo britannico. Alla «umiliazione» necessariamf!lte seguitane ci sono due motivi di conforto in un ricordo lontano e in un episodio prossimo. Fascioda segnò un'umiliazione più grave per la Franèia, appena cicatrizzata del 1871, c~~_-non l'incidente Sforza per un'Italia tuttora immersa nel folto del lutto e della piaga. r Francesi capi– rono la lezione. La capire.mo noi? E poi c'è la dichiarazione Stettinius con cui gli Stati Unii.isvincolano la propria responsabilità dal passo inglese e sottolineano energicamente il diritto dell'Italia ad avere il governo che meglio le aggrada. È però proprio necessario aggiungere che se vogliamo - come dobbiamo ·e conie do– ...remo - perseguire una politica di buoni accordi con gli Stati Uniti, dovremo sce– gliere uomini che agli stessi non siano invisi? -·Tramontata la possibilità di un Ministero Sforza e apparsa per subito scom– parire una candidatura Ruini, si dQvette ritornare a Bonomi, cui doveva riuscire· di porre finalmente termine alla crisi; giunta ormai al dodicesimo giorno, con la formazione di un ministero con solo quattro dei sei partiti del Coinitato di Libe– ra~Nazionale. \ Iufatti i socialisti; ai-quali evidentemente parve di avere per troppo tempò abdandonato la vecchia e affascinante tattica massimalista che consiste nell'avere in odio un potere diviso con altri e nello scusarsi di non poter fare la rivoluzione perché i conservatori non vogliono, pensarono, col pretesto di consolic(are le pre– rogative costituzionali del Comitato di Liberazione, di mettersi in condizioni tali da assicurare la loro esclusione dal governo. E si fecero a gran voce a ric_hiedere - 5 -

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