Lo Stato Moderno - anno I - n.6 - dicembre 1944

DEMOCRATICISENZA DEMOCRAZIA Gli avvenimenti che hanno caratterizzato la vita politica dell'Europa nel ventennio che ha preceduto la seconda guerra mondiale, sono la conferma che in ogni età - come osserva H.J. Laski - l'incidenza della libertà è significativa fino ad un certo punto e che gli uomini hanno da cominciare sempre da capo ad impa– rare la lezione della libertà. Quali e quanti fattori abbiano contribuito a dar vita, nei vari stati europei, ,. a quei nuovi regimi politici squisitamente illiberali, sarebbe lungo e difficile enu– merare in un articolo che deve tener pur conto delle esigenze di spazio. Ritorne– remo su questo argomento se può interessare: per intanto limitiamoci ad esaminare uno solo di questi fattori, come quello che ci sembra essere stato determinante del disordine politico e del tramonto della libertà e della nascita dei cosl detti rea gi!Jl~•a ifari in quasi tutti i paesi dell'Europa. na delle cause più dirette di disfunzione delle società contemporanee è certo da ricercarsi nel gioco talvolta irrazionale, quasi sempre agitato e convulso, dei vari partiti politici i quali peraltro, quasi dimenticando la recente lezione della storia, si accingono ancora oggi con lo stesso spirito di ieri a ripetere gli errori che crearono le condizioni d'ambiente adatte· al sorgere delle moderne tirannie. La degenerazione parlamentare, negli anni che seguirono la prima guerra mondiale fino allo scoppio della seconda, fu fenomeno comune a quasi tutti i paesi dell'Eu– ropa, anche a quelli che avevano della libertà un'antica e nobile tradizione; essa non fu che il riflesso della mancanza di unità e di coesione nei partiti democratici •-' i quali, frazionandosi e spezzettandosi, avevano distrutto l'unità spirituale e poli– tica di quelle vaste correnti di opinione pubblica che meglio potevano opporsi per tradizione, per educazione e per intelligenza ai tentativi palesi o larvati di instaurazione dei regimi autoritari. ln tutti i paesi dell'Europa, tranne che in Inghilterra, dove il paese è addestrato alla lotta binaria come a un esercizio sportivo, c'erano a diecine i partiti demo– cratici, ma non c'era una democrazia. Presso popoli sentimentali e passionali come l'italiano e lo spagnolo, presso popoli estremamente razionali come il francese, si polarizzarono in tanti piccoli idoli le numerose sfumature politiche che pren– devano origine dal sentimento, dalla passione o dalla ragione; e nacquero cosi tutti i partiti o particelli democratici, che in verità altro non erano che sette o fazioni gravitanti attorno ad un astro più o meno luminoso. E di conseguenza si confuse il partito con l'uomo politico, dimenticando che questo non è e non deve essere che un ingranaggio di quello, pronto a mettersi in moto o a fermarsi secondo le esigenze del meccanismo. Il partito politico è una volontaria associazione di uomini che perseguono le stesse idealitù sui maggiori problemi che interessano la vita civile e politica della nazione: rappresenta quindi una vasta corrente di idee e di interessi. Ora, nello stato moderno, le grandi correnti di idee e di interessi non possono essere che tre: e cioè la conservazione, il progresso, la rivoluzione. Tutte le altre formazioni non sono che sfumature o storpiature di queste grandi correnti e traggono origine dalla immaturiU1 politica e dalla lotta delle sfrenate ambizioni. Il - 7 -

RkJQdWJsaXNoZXIy