Lo Stato Moderno - anno I - n.6 - dicembre 1944

/ / gato alla Germania. Da un punto di v_ista pratico, I'intiera regione balcanico-danu- . biana era ancora - a prescindére dall'attività partigiana in Jugoslaviar Albania e Grecia - in mano tedesca, i Tedeschi occupavano ancora la Romania, e, ripetu– tamente battuti dai Russi ma non ancora i;1ipegnati in· Occidente, erano tuttavia fortissimi: onde un tentativo della Romania di sganciarsi dalla guerra minacciava di non riuscire. Infine la Romania poteva temere di cadere interamente - anche se non era costretta ad ulteriori cessioni di territorio - nell'orbita dell'influenza so– vietica. Si aggiunga che personalmente il maresciallo-dittatore aveva ben poche speranze di salvarsi sottoscrivendo un cosi clamoroso fallimento della sua politica: la sua sorte era ormai legata a quella di Hitler. La guerra, dunque, continuò. E continuò fino a quando, apertéisi in Occidente con lo sbarco anglo-americano in Normandia e la successiva rottura di Avran– ches (giugno-luglio) una nuova porta all'invasione della Germania, e ripresa dai Russi l'offensiva nel sud che portava rapidamente (21 agosto) all'occupazione di • lasci, Re Michele non ritenne opponuno di ripetere contro il Conducator il colpo, di stato attuato un anno .prima da Vittorio Emanuele I I I contro il « Duce ». La situazione appariva assai più favorevole pèr il giovane sovrano romeno che non per quello che l'aveva preceduto: satiro al·trono a meno di diciannove anni e senza alcuna libertà di azione, egli non aveva nessuna cofp1 negli avvenimenti che ave– vano po~tato il paese alla catastrofe, e godeva larghe simpatie per la sua stessa giovane età e per le tristi vicende familiari che avevano turbato fin la sua infanzia; la Guardia di Ferro essendo stata a suo telnpo stroncata, mancava un forte partito di governo che avesse potuto corliinuare a solidarizzare con Antonescu e con gli alleati Tedeschi; la possibilitil di riavere grazie al rovesciamento delle alleanze i territori transilvani perduti era tale da galvanizzare il patriottisll)o nazionale e da bilanciare la rinu.1cia alla Bucovina e alla Bessarabia, d'altronde già perdute; infine la Germania, impegnata su quattro fronti anziché su due, era oggi assai meno di un anno avanti in condizione di reagire. su queste basi, dunque, Re Michele pqteva trovare quelle possibilità di mano- · vra che gli consentivano il colpo di scena del 23 agosto. L'esperienza dell'Italia , poté fÒrse anche suggerirgli come rifarne meglio il cammiho. -Oi fatto quelli che da noi furono il 25 lutlio, 1'8 settembre fi il 13 ottobre, cioè l'eliminazione della dittatura; lo sganciamento dall'alleato e l'entrata in guerra contro di esso, si fecero in Romania neWunica giornata del 23 agosto, in cui Re Michele licenziava e faceva .arrestare Antonescu, sostituendolo col gen. Sanatescu, ordinava alle forze armate romene di desistere dalla lotta contro le truppe sovieiiche, notificava a Mosca di accettare te condizioni offerte il 12 aprile al precedente governo, e dichiarava guerra • I alla Germania. A nulla approdava11,o la resistenza armata opposta dai Tedeschi in varie parti del regno, né il tentativo fatto da Horia Sima di costituire un govérno filogermanico: l'esercito seguiva il sovrano, gli uomini politici più rappresentativi,· Maniu· e Bra– tianu, che non avevano compromissioni con la dittatura, entravano nel nuovo governo, te armate sovietiche intensificavano la loro offensiva per sfruttare al mas– simo la situazione, e grazie alla collaborazione delle forze armate romene raggiun– gevano il 31 agosto Bu~arest e una settimana dopo Turnu Severin, all'estremità occidentale della Valacchia. Cosi, nel giro di due s_ettimane, l'intiera Romania - salvo qualche zona transcarpatica ! si era sottràtta all'occupazione tedesca, e un nuovo fronte si era stabilito in Transilvania, tra_ le forze sovietico-romene da una parte e quelle tedesco-magiare dall'altra. Le cose erano già evolute fino a questo punto quando il 13 settembre, dopo tre soli giorni di negoziati, la delegazione romena poteva firmare a Mosca la con– vem:ione d'armistizio, in venti articoli, con l'U.R.S.S., la Gran Bretagna e gli Stati Uniti. Il trattato non imponeva, a differenza di quello con la Finlandia, nessun nuovo sacrificio territoriale alla Romania, limitandosi (art. 4) a ripristinare il con- - 17 - .I' '· •

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