Lo Stato Moderno - anno I - n.6 - dicembre 1944

Dobrugia meridionale. Complessivamente la Romania si trovò ad aver perduto .nel giro di dieci settimane più di un terzo del suo territorio nazionale per un com– plesso di 99.376 chilometri quadrati. Della catastrofe approfittò il generale Antonescu per rovesciare Re Caro! (6 settembre) e sostituirgli la propria dittatura, mediante l'esplicita cessione impo– sta al giovane re Michele di parte delle prerogative regie a lui stesso, divenuto ufficialmente« Condottiero (non Capo, come erroneamente si tradusse nella stampa internazionale) dello Stato » ( Conducator Statului). La Guardia di Ferro diretta da Horia Sima tentò n sua volta di sostituire la propria dittatura a quella di Anto– nescu, una prima volta nei giorni 12 e 13 settembre - e ottenne di dividere il po– tere col generale -, una seconda nei giorni 21 e 22 gennaio 1941, e fu stroncata. In definitiva. Antonescu, con una sorta di triarchia dal 14 settembre 1940 al 27 gennaio 1941, òi diarchia poi, restava il padrone della situazione, mancando ancora il ventenne sovrano di basi proprie su cui far leva; e - anche per ragioni di politica interna - si gettava interamente nelle braccia della Germania, di cui difficilmente ormai avrebbe potuto liberarsi. Fu .cosi che, già un mese dopo la sua ascesa al potere, allorché la Germania volle cominciare i preparativi per l'impresa balcanica, egli doveva consentire al– l'intervento militare tedesco, divenuto effettiva occupazione in dicembre; che il 23 novembre la Romania aderiva al patto tripartito (comportante alleanza mili– tare contro un eventuale aggressore, quindi alleanza difensiva, ma di fatto appli– cato poi come trattato di alleanza offensiva); e che il 22 giugno I 941 essa parte- ' 1 cipava all'aggressione della Germania contro l'U.R.S.S. Riavuti poi nel breye giro di un mese i territori che l'ultimatum sovietico le aveva strappato un anno · avanti, la Romania di Antonescu continuava la campagna di Russia a fianco della Germania nel cj'uadro dell'alleanza. e assumeva anzi (trattato di Tighina del 17 agosto 1941 con l'alleata) l'amministraiione di un territorio di 39.776 kmq. tra Nistro e Bug (Transnistria), in cui una cospicua minoranza di Romeni viveva accanto alla maggioranza russa. Essa rispondeva quindi negativamente all'ulti– matum britannico del 6 dicembre che le intimava di ritirarsi dalla guerra (né or– mai avrebbe potuto diversamente, con le truppe tedesche dovunq·ue vittoriose e col paese occupato da esse), provocando le dichiarazioni di guerra della stessa Gran Bretagna, dell'India, del Canadà, dell'Australia, della Nuova Zelanda e del– l'Unione Sudafricana; agli Stati Uniti, per contro, dichiarava guerra essa stessa il 14 dicembre, tre giorni dopo la 'Germania. Due anni dopo, la vittoriosa controffensiva sovietica riportava (marzo 1944) gli eserciti di Stalin in Bucovina e Bessarabia, nei territori cioè incorporati nei 1940 all'U.R.S.S. e da essa pertanto considerati come di sua pertinenza. Quando poi, a breve distanza, anche la Moldavia veniva invasa, Molotov dichiarava alla radio che Mosca non perseguiva alcun disegno di annessione di territori pertinenti alla Romania né di modifica del suo regime interno, e il 12 aprile inviava al governo del maresciallo Antonescu precise proposte per un armistizio. In base a tali pro– poste la Roi11ania avrebbe dovuto cessare immediatamente la collaborazfone mili– tare con la Germania e rompere con essa le relazioni diplomatiche, impegnarsi a risarcire i dann·i causati dalla sua partecipazione alla campagna contro l'U.R.S.S., liberare tutti i prigionieri e internati delle Nazioni Unite, e permettere- alle loro truppe libertà di movimento attraverso iJ Paese ponendo a loro disposizione tutti i mezzi di trasporto in suo potere. I confini sovietico-romeni sarebbero tornati ad essere quelli del 1940; per contro Mosca av.rebbe dato il suo appoggio per la riconquista dei territori ad occidente retrocesc;;i nello stesso 1940 all'Ungheria sulla base dell'arbitrato di Vienna. · Le condizioni, tenuto anche conto del compenso promesso a danno dell'Un– gheria, potevano parere allettanti. Ma ostavano differenti ordini di considerazioni. Da un punto. di vista morale, oltre che giuridico, il governo di Antone:.cu era le- - 16 -

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