Lo Stato Moderno - anno I - n.6 - dicembre 1944

nazione, o si discutevano quei provvedimenti più sotto il loro aspetto sociale e fiscale che non sotto quello economico, oppure se ne esaminava la portata econo– mica, ma isolatamente, senza coordinazione con i problemi generali, senza pre– vederne a fondo gli sviluppi o regolarne l'applicazione, senza vagliarli nel quadro completo dell'economia. Un'attività dello stato in materia economica, diretta o indiretta, esiste sempre e dovunque: quanto più tale attività sarà studiata, coordinata rispetto ai mezzi ed· ai fini, determinata nello spazio e nel tempo, quanto più sarà cioè pianificata, tanto più essa sarti economica, cioè attuerà il principio economico di adeguare i mezzi al fine ed il fine ai mezzi. 1 Se nella sua origine il piano deriva dallo sviluppo, anzi dal massimo sviluppo dell'intervento dello stato, nel suo affermarsi il sistema dei piani rappresenta la fase evoluta e razionale della politica economica, qualunque sia il grado di inter– vento economico che lo stato attua. Si tratta del tentativo di mettere ordine, si– stema, studio, coon;l.inazione, di creare leggi di equilibrio e di evoluzione in un campo nel quale l'opera dello stato era saltuaria, contraddittoria, empirica, e pro– duceva perciò situazioni caotiche ed illogiche. L'intervento dello stato impedisce agli elementi equilibratori naturali di agire, ed è perciò necessario che esso si svolga secondo· principi di equilibrio e di evoluzione artificiali, che debbono essere stu– diati e regolati in antici?o, con la preparazione stessa dell'intervento. Lo stato conosce già piani di questa natura: l'attività finanziaria non è altro che l'espressione di un piano .statale, che si compila annualmente e che si chiama bilanc.io . Come l'evoluzione moderna ha portato la finanza statale dalla sua forma inor– ganica a quella del bilancio, con cui si predispone il piano annuale di prelevamento e di erogazione dei mezzi necessari per la vita e per l'attività d,.Jlo stato, cosl una analoga evoluzione porta la politica economica a inquadrarsi in un bilancio pre– ventivo del suo costo e dei suoi effetti economici, dei suoi obbiettivi e delle sue oscillazioni. La connessione di questo nuovo piano con il piano finanziario è assai intima: un piano economico può essere eseguito solo se esistono i mezzi finanziari ed i mezzi li fornisce solo l'attività finanziaria con le sue entrate e li indica solo il 'bilancio con le sue disponibilità. Il piano economicodeve pertanto coordinarsi con il bilancio, ed inserirsi come questo nella vita costituzionale dello stato moderno. L'approvazione del bilancio fu considerata come il compito fondamentale dei parlamenti, anzi originariamente come la ragion d'essere delle assemblee di rappresentanza nazionale. L'approva– zione dei piani economici !>i rivela ora come un altro dei compiti essenziali delle camere in uno stato libero. Questa attività, che rappresenta oggi la parte più essenziale dell'opera dello stato, che subordina a sé tutta la legislazione economica, sociale e finanziaria, che più di ogni altra agisce sui destini della nazione, non può essere sottratta alla 'sovranità.nazionale ed al suo organo .fondamentale. Essa p'erò è tanto comples– sa e ponderosa, che nasce il problema dell'appesantimento di funzioni di cui essa .carica il parlamento. La l~gislazione nello stato moderno è cosl minuziosa che le camere vi prov– vedono a stento; ed essa assume sempre più un .carattere tecnico. Il problema può essere risolto costituendo od utilizzando altri organismi, ai .quali il parlamento deleghi la preparazione e la discussione preliminare -e -in qualche caso anche la approvazione di leggi che 11011 hanno importanza fondamenta1e, o portata decisa- - 13 -

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