Lo Stato Moderno - anno I - n.5 - novembre 1944

che non sia quello degli eletti loro pari, e di coloro che si sforzano di collocarsi nella corrente dei problemi del proprio tempo e che sanno non esistere un mondo di verità immoto ed eterno da contemplare, ma unicamente la necessità d'un con– tinuo tendere dell'uomo - come «trascinato» da una grande volontà buona che è la realtà e il valore delle apparenze del mondo, - verso una comprensiont" sem– prè più grande. li lavoro di ricostruzione dei beni e delle coscienze, che già impegna tutte le nostre forze, richiederà l'appoggio di questi valori religiosi anche nella nostra scienza, non meno che nell'esercizio di ogni attività intellettuale. · ••• COME SI MUORE IN POLITICA Le idee e i partiti politici possono morire in due modi: o con la manifesta– zione suprema del loro errore, o con la manifestazione suprema delle loro verità. Nel primo caso l'idea o il partito piombano inesorabilmente nel passato, nel– l'inferno della storia dove non c'è più vita ~e non di curiosità e di P.rudizione; nel secondo essi appartengono totalmente al presente, cessano di essere idee per di– ventare un costume ormai accettato senza polemiche. Se nel primo caso non si può nemmeno parlare di morte per sconfitta ma solo, ad esser logici, per. verifi– cazione dell'errore, nel secondo si può veramente parlare di morte per trionfo; muore l'idea-polemica e risorge l'idea-coscienza, patrimonio comune d~lla socie– tà. Nel primo modo è morto il fascismo. Nel secondo morì il liberalismo inglese, come ci racconta Sforza in « Les balisseurs de l'Europe moderne • a propo~ito di Lloyd George e del partito liberale: • .... Il trionfo del liberalismo nel secolo X IX e al principio d"'I ventesimo fu tale che esso ha perduto la sua ragion d'essere in quanto partito. Qualunque sia l'etichetta politica che portano, tutti gli inglesi ri– flessivi sono liberali, da Baldwin a Mac Donald. E se ciò costituisce, dopo tutto, il più gr~nde trionfo di un partito, ciò implica anche la sua decadenza n!'I dominio pratico della vita politica •· li che dovrebbe significare che, piuttosto che assistere all'inarrestabile pro– cesso del proprio decadimento, un partito dovrebbe, una volta constatato il pro– prio trionfo ideale, lasciare che altre forze svolgano le preme_sse implicite nella loro vittoria. A questo punto sopr~vvengono gli uomini i· quali, in parte per no– stalgici rimpianti, in parte per meno nobili e ingenui motivi, tentano di arrestare il corso fatale delle cose, perché sembra loro, e ·certamente sbagliano, che solo man– tenendo in vita un frutto prezioso, ma non più profumato, possa la loro vita a:vere ancora un senso, e, diciamo, una certa importanza. E invece la loro vita acqui– sterebbe nuovo senso e nuovo peso solo se riconoscessero morto quel che è mor– to, e da vivi seppellissero i loro morti. (Questo discorso è fatto perchè in Italia c'è più di un partito - e parlo natu– ralmente dei maggiori, ché gli altri è meglio ignorarli per non acaescere la confu– sione già grande - pronto per la seconda specie di morte per trionfo; e sarebbe proprio lodevole che, alcuni .dei loro dirigenti se ne facessero accorti e provvedes– sero in conformità). Vittor - 10 -

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