Lo Stato Moderno - anno I - n.3 - settembre 1944

dati «scientifici»? Marx, oltretutto, Marx che può parere il «distruttore» per an– tonomasia, conserva ciò che è vivo del passato e rifiuta ciò che è intimamente morto, concilia messianesimo e storicismo, conservazione e rivoluzione; sostituisce all'astrat– to il cencreto: è qui il senso della sua originalità, della sua critica interna, della sua dialettioa stot ica. ·Il so~ialismo, dunque, rinasce come concreta forza rivoluzienaria. E questo socialismo è m(}rto, come pretendeva il Croce fin da 35 anni fa? o è tuttora vivo, vivo nella coscienza degli uomini, vivo non più come aspirazione ma come forma logica del progresso, dell'incontro delle classi in una sintesi che ne· componga il dissidio? e sarà per attuarsi secondo schemi dittatoriali o come m~tamorfosi estrema del concetto di libertà? Questo si domandano gli uomini; e se è rosi presente - alla coscienza di.ognuno non si può dire che il socialismo sia morto come nòn muore la sostanza vivente anche se muoio~·o gli uomini. Il socialismo muore il giornp in cui si abbandona al fatalistico con_vincimento che i fatti lavorano per lui; è vivo _ se si ricrea giornalmente nell'autocritica, -se si ripropone secondo le circostanze storiche, ambientali, ecònomiche, psicologiche. Ma torniamo a noi. Dicevamo che in alcuni dei più robusti e lucidi pensatori politici del risorgimento le idealità socia– liste maturano assieme a quelle del problema italiano: monarchia accentratrice o federazione repubblkana? Liberalismo o socialismo? E, se socialismo, qual~ socia– lismo se non quello che coincida con la libertà, ovvero un socialismo che oggi a ra– gione potremmo chiamar« liberale "? Si sa la strada che ha scelto l'Italia, la vecchia Italia; tuttavia la lezione storica resta; l'esempio di un concreto ragionare di avvici– nare le esigenze generali 'dell'ordinamento socialistico con quelle particolari dél problema italiano. Resta la condanna ad ogni retriva formula nazionalistica, ina– deguata alla f~licità dei popoli; resta il contenuto europeo di un pensiero politico e la pregnante esigenza di una radicale trasformazione della società. A nostro parere bisogn~ possedere il sentimento storico di questa continuità di pensiero che ci si ripresenta dopo il suo naturale ritmo di svolgimento; la nostra critica deve liberarlo ora di ciò che è morto per risuscitàrne ciò eh~ è vivo. Si tratta, con questo, non già di spirito conservatore ma della necessità di dmanere aderenti ai fatti positivi del nostro paese, alla sua mafurazione politica, alle sue peculiarità ambientali, psicologiche, morali, ecc., altrimenti tutto è astrattezza, sogno, fatuità. Da qui la necessità di volg~rci indietro per riacquistare il senso di continuità della nostra vrta nazionale, i suoi segreti, le sue aspirazioni, e seguitare logicamente un cammino dopo una sv~lta reazionaria: è l'unico modo per smettere il gsto ed entrare nel vivo del'aziot}l!~ - · · Se si guarda al fas~11o_çon ~uest.o _spirito lo si ravvisa davvero come il più_ imponente tentativo reazionario della vita italiana. Aécettiamolo come tale; allora ci si palesa, da_ isastro in cui con esso ci ~iamo condotti, il bene che ce n'è venuto, un bene che è il frutto inseparabile di ogni ambizione sbagliata. Volle il fascismo esaltare una sorta di nazionalismo pseudorealistico di trista marca corradiniana, e sboccò nella guerra perduta; volle restaurare la cartapesta della romanità e, con essa, rischiò di travolgere anche qi1ei soli valori di poesia che alla romanità sogliono esser ~onnessi; volle infliggere il culto dei miti ad un popolo positivo se non positi- · · vista, che ama le maschere ma non i gnomi, le .storie ma non le leggende e le fate boscherecce, ricavandone indifferentismo, sfiducia, ·scetticismo; volle esaltare la • volontà di potenia >> e ridusse l'italiano - creatore fantastico, estroso, geniale ma intermittente, discontinuo -· ad una cattiva copia del metodico tedesco; volle che il popolo si mettesse d'un balzo al passo con la più progredita moderilHà e non c·apl che il trapasso doveva esser· necessariamente lento, graduale,,faticoso: quesJo perchè il nostro popolo non è " moderno" ma naturalmente « antico ,, e teologale - non è moderno ed è teologale perchè per esso non é passato il lievito riyoluzionario della Riforma e perchè in ciascuno dei suoi cittadini alfabeti è, nei cap.ricci nelle affezioni nelle idee, "dogmatico, esclusivo, inquisitore e persecutore•> (come diceva • - 5 -

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