Lo Stato Moderno - anno I - n.3 - settembre 1944

Saremmo ben lieti di farlo, anzi lo facciamo in segno ·di auspicio, ma col ti– more dd contingente e della posizione di coatta polemica: cioè, per dirlo in ter– mini più chiari, nel timore che la attuale felice coincidenza di tutti gli Italiani e di tutte le ltalie sia solo frutto episodico e stagionale, destinato a_umilÀarsi col declinare di queste giornate piene di magnifico e di santo entusiasmo) Se anche domani noi vedremo tutti i compagni di oggi marcia~n noi verso tutte le libertà, anche quelle istituzionali, allora diremo veramente che una nuova storia sta per nascere, che l'Italia è realmente una e che l'« uomo della Provvidenza " ha segnato per tutti l'acme della crisi e la riconquista di una più forte coscienza civile e politica. VITTOR L'ORA DELL' ITALIA Che proprio questa sembri a noi l'ora del!' Italia non deve destar meraviglia, ,,,--- perchè l'Italia, che sta uscendo sanguinosamente da una prova tremenda - i più opposti, drammatici e inconciliabili termini della crisi politica del secolo XX es– sendo cozzati dentro le sue stes5e carni aprendovi vaste ferite - l'Italia è qui nuda a testimoniare delle aspre antitesi generosamente accettate, consapevolmente sop– portate e finalmente, dopo lungo e doloroso travaglio, impetuosamente rifiutate. Per intendere l'Italia - questa Italia, appunto -- bisogna, secondo noi, rian– dare ai secoli XV 111 e X IX: essa vi si ricollega per una linea corrente attraverso le idealità che ispira con la coscienza storica del Muratori, il riformismo giuridico del Beccaria e del Filangieri, la critica economico-politica del Verri, il liberalismo radicale del Cattaneo, il socialismo che chiameremo "liberale" del Pisacane .... Eppure, questa stessa linea è passata, flettendosi, attraverso il reazionarismo acci– dioso di un Solaro della Margarita, l'indifferentismo cattolico di un Rosmini, ecc. <!CC., per giungere alla fine a quell'ibrida formula reazionaria che fu il fascismo, bric à brac di astrattezze mazziniane, nostalgie rivoluzionarie, passionalità nazicnalistiche: fatto tipico, comunque, di un momento della vita italiana,di cui va tenuto gran conto per i molti insegnamenti psicologico-politici che ne scaturiscono. E' passata fletten– dosi, non spezzandosi: tant'è che oggi, dopo una catastrofe di proporzioni inconsuete. quel filo assai forte e sicuro ci viene in aiuto riportandoci, ·anzitutto, il vero senso storico del risorgimento. Se ci guardiamo indietro scorgiamo l'esistenza di quella continuità tramanda– tasi fino a noi pur attraverso oscillazioni e aberrazioni di varia natura; ne possiamo meglio valutare i germi di contenuto europeo e, infine, intravvedere l'accendersi e il propagarsi di alcune " tendenze " che caratterizzano singolarmente il travaglio formativo delle generazioni incalzantisi; e cioè: la lotta contro lo stato assolutista; l'affermarsi e il successivo degenerare del mito individualista; l'avanzarsi, con nuove e varie formule, del socialismo, quale « necessaria " fase di sviluppo dell'organismo ~ so~i~le; !I yillimento dei nazionalismi miopi e deleteri almeno come forze politiche {)1 · efflc1~1-J \1..- i lottò contro lo stato assolutista, si domandò la revisione del patto, il ritorno - all'e paglianza primitiva, la restituzione allo stato naturale del genere 11111ano: e nacque il giusnaturalismo e si affermò il pensiero borghese di Rousseau. In seguito si ritrova che l'utile individuale scaturisce dal complesso dell'azienda sociale e si giunge a intendere il processo evolutivo come un processo eminentemente sociale. (Pisacane parla, a questo proposito, il linguaggio del materialismo storico prima ancora di Marx). E' la vecchia utopia universalistica (di Platone, di Giovacchino da Fiore, di Campanella) che rinasce immodificata, forte di quell'oscuro fascino che sa emanare nell'animo degli uomini? o piuttosto essa si ripropone secondo nuovi -4-

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