Lo Stato Moderno - anno I - n.2 - agosto 1944

nlfestazlone della volontà popotare, garanzia prima contro li prevalere dello spl– lto di avventura, potrà essere presa In considerazione. Ciò renderebbe legittimor l'Intervento in uno Stato <JIStati stranieri, da autorizzare con molta cautela nel– •l'ambito di una costituenda .Federazione 1> Società delle Nazioni. Anche la ricostruzione di una Società delle Nazioni universale, adunque, fi– gura tra I problemi più urgenti della pace, chè In essa dovrà necessariamente in– quadrarsi la nuova sistemazione del rapporti Internazionali. Ma accanto ad es~a, o meglio nel suo seno, dovranno egualmente sorgere altri aggruppamenti minori . di Stati europei, intese regionali o federazioni, nuclei - se essa pure non sarà su– bito realizzata - della futura Federazione Europea. Altri problemi di ordine generale si imporranno subito, accanto a quelli che sia– mo venuti enumerando: delle minoranze nazionali, delle colonie, delle materie prime, del rapporti economici e finanziari internazionali, dell'emigrazione, e yia dicendo. E, a proposito di problemi economici e finanziari, è chiaro che i vincitori non dovranno pretendere dal vinti Il pagamento di tutti I veri, o presunti, danni di guerra. Al contrario, essi non dovranno in alcun caso chiedere pagamenti superiori alle possibilità del vinto, nè imporre forme di lavoro forzato inconciliabili con la civiltà moderna, come si sarebbe ventilato da qualcuno in Rus-•- 1 '1 qualche caso non si dovrà chiedere nulla, e in parecchi dovranno gli stessi Stati vincitori aiutare i vinti a ricostruire la loro economia. Ciò nell'interesse generale, nell'Interesse della pace vera .. Perchè tutti questi problemi trovif!o, nel quadro della nuova convivenza internazionale, una soluzione soddisfacente è nécessario che - nel limiti del possi– bile, la soluzione adottata sia uniforme per tutti, grandi e piccoli, vincitori e vinti. ~ si chiede naturalmente - che sarebbe utopistico - che l'Inghilterra vittoriosa I ~i~~nci alle sue colonie o gli Stati Uniti agl'investimenti capitalìstici di cui dispon– gono all'estero, si chiede bensl che l'Italia conservi le sue colonie - quelle, s'in- tende, per cui non ostino ragioni superiori - se le conservano gli altri, e che, se la soluzione del problema coloniale sarà trovata in un determinato regime atto a tu– telare gl'interessi cosl degl'indigeni come dei terzi Stati bisognosi di materie prime, questo regime sia applicato anche alle colonie dei Paesi vincitori. Piano interno e piano internazionale debbono procedere di pari passo: si tratta di avviarci anche sul piano dei rapporti internazionali verso quella maggiore giustizia sociale che è ormai nei programmi dei partiti progressisti di tutti i paesi liberi, a cominciare dal nostro. Non è pensabile perseguire un sistema di forme democratiche all'interno degli Stati, quando un analogo sistema di forre democratiche non si applichi nel– l'ambito dei rapporti fra gli Stati medesimi) - LIBERO POLDO GASPAROTTO Fra gli uomini che fanno oggi questo foglio e Poldo Gasparotto c'era una ac– cesa affettuosa polemica. Difendevano i primi i diritti del pensiero critico ad ac– camparsi nel centro della lotta politica, mentre in Poldo tutto era fervore ed attesa di lotta. L'8 settenbre doveva essere il suo giorno. Mentre la vecchia Italia crollava come uno scenario vuoto, mentre le città si facevano deserte al pallido annuncio · che ancora una volta tornavano i tedeschi, mentre gli ultimi fascisti piombavano l'Italia nella estrema maledizione della guerra civile, Poldo rimase al suo posto. E scatt~. Raraménte, nel nostro paese, il verbo "azione• trovò più pronta più su– perba carne di uomo. _Poldonon esitò, non ebbe dubbi o tentennamenti. Si gettò nella mischia con t'ihgènuità dei suoi capelli biondi e dei suoi occhi azzurri: sapeva . - 7 -

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