Il Socialismo - Anno III - n. 18-19 - 10 novembre 1904

IL SOCIALISMO 277 REGIONI 1897 ,900 1904 Riporto 62,661 101,463 1(Jç>,692 Emilia e Rom:1.gna 19,378 26,306 47,831 r>:Jarchc 3,581 2,009 9,051 Umbria I ,315 1,885 6,812 Toscana 10,476 18,654 31,824 Lazio 1,893 1,937 6,772 Abruzzi e :\folise 9I4 1,019 1,364 Campania 2,543 6,375 5,027 Puglia 1,770 2,034 8,504 Basilicata 72 735 Calnbri:t 954 200 2,726 Sicilia 2,6o1 2,209 9,810 Sardegna ,83 1,375 Totale 108,086 t&i,946 301,523 Risulta dall'esame di questa tabella che i voti socialisti furono di fronte ai' voti ottenuti da tutti gli altri partiti uniti insieme nella proporzione del!' 8.9 010 nel 1897 del 12.9 010 nel 1900 del 19.09 010 nel 1904 Ma se noi consideriamo i voti socialisti in se stessi e nel progressivo loro aumento, allora tro– viamo che essi sono aumentati dal 1897 al 1900 del 5r.6 010 e dal 1900 al 1904 dell'82.8 oio mentre che, come abbiamo veduto sopra, il nurnero totale dei votanti di tutti i partiti non è aumentato che del 5.03 010 nel 1900 e del 24 010 nel 1904. Interessante anche ed istruttivo sarà di conoscere la proporzione dei voti socialisti ottenuti il 6 novem– bre per ogni singola regione: Per cento dei voti socialisti per ogni singola regione in scala decrescente. Emili:-. t· Romrign:-. Piemonte Liguria ·-rosc:-.rfa Marche l.ombardin Vmhrin Veneto Puglie Sicili:-. C:.bbria Sardegna lhsilicntn Cnmpnnin Abruzzo Totale del voti Voti soclallsll Per cento del voti socia!. :,,,QRD 135,410 245,191 69.555 142,455 42,715 259,143 34,720 152,382 suo 44,329 81,269 1to,916 49,14 1 24,940 16,198 1I8,76.t 54,582 47,831 73,565 16,173 31,824 9,051 52,484 6_,8f2 27,470 6,772 8,504 9,810 2,726 1,375 735 5,027 1,364 35-3 34,8 23.2 19.6 18.2 15.5 8.8 5.5 5.5 4.5 Da questa tabella la differenza fra Nord e Sud d'Italia appare evidente. Se noi la dividiamo in giusta metà avremo da una parte evoluto econo• micamente e politicamente il Nord con 18,818,367 abit., 1,081,571 votanti e con 265,210 voti sòcialisti vale a dire col 24.5 010 del totale; dall'altro il Sud con 14,147,940 abit., con 500,23·1 votanti e 36,313 voti socialisti, vale a dire con sola– mente il 7 .2 010 del totale. * * * Ora date queste cifre non so su quale base nu- merica l'_on. Giolitti fondi la presunzione sua di aver sconfitto il partito socialista. Egli certamente ed i suoi ufficiosi avranno inteso dire forse d'aver vinto nel Sud d'Italia, non certo nel Nord ove un quarto almeno dei voti validamente espressi furono voti socialisti. Ma nel Sud, chi ignora che il partito per profonde ragioni economiche e di col. tura non è che agli inizi? Non certo !'on. Giolitti; per cui se egli vuole vantarsi oggi di aver vinto il socialismo nel Sud d'Italia la sua è davvero ben povera vittoria. E' facile, dunque, far credere a chi non sa leg• gere le cifre ed a chi si persuade dei risultati più apparenti, che il partito socialista sia stato scon– fitto; io credo invece che se si volesse proprio dav– vero, e fosse opportuno, distinguere fra vincitori e vinti, i veri vincitori dovrebbero considerarsi i socia– listi. Essi nella lotta civile non hanno adoperate altre armi che quelle della persuasione. Non così il Ministero. Proporzionatamente ai voti ottenuti essi avrebbero diritto a più di cento deputati, e non sono riusciti che con 29, è vero; ma oltrechè la forza di un partito come il nostro non si può misurare dal numero dei deputati, mi pare che ad ogni modo in appena I 2 anni di vita, osteggiata in ogni maniera e con ogni arte ed inganno, i rÌ· sultati odierni non sono tali da autorizzare nessuno in buona fede, neppure i redattori della Trih11-1w, a ripetere ancora che esso sia stato sconfitto. L'on. Giolitti vorrebbe ora far credere d'aver vinto in nome della libertà vera, ma l'attuale Ca– rnera indubbiamente è fra le pili reazionarie, e ben presto, molto presto forse, la vedremo buttare a mare !'on. Giolitti stesso, nel quale, ad onta del confiteor recitato, non ha e non può aver fiducia. Intanto il socialismo seguirà il suo cammino inesorabilmente. A frenarlo, pili tardi forse, sarà . chiamato ancora il liberale Giolitti, il salvatore. Se così, che la lezione gli possa almeno avere giovato, e che in quel giorno sapiJia e voglia assumere il potere in nome di una borghesia mi– gliore, più liberale e sopratutto più onesta. GIOVANNI LERDA.

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