Il Socialismo - Anno III - n. 18-19 - 10 novembre 1904

fL SOCJALISMO fa pagare a prezzo usurario il suo aiuto • la bor– ghesia viene a perdere le ragioni stesse della sua vita mora.le e politica, compie un vero suicidio. ;\lassimc in Italia, dove l'anticlericalismo è slat<,1la ncccssit~l e la ragione suprema delle rivendicazioni patriolliche. E<l asservendosi alle alte camorre affaristiche <lei trustaiuoli e dei sua;/tio11i, la burghcsia viene a perdere le ragioni della sua vita economica, che può e deve essere <li produzione (industriale cd agricola) ma 11011 di affarismo parllssitario e dissan– guatore. Ora questa duplice dedizione di troppa gran park clc!la nostra classe dominante, ancora scmi– fcudalc, raddoppia le difficoltà all'opera redentrice dc.:I partito socialista, pcrchè se il socialismo non può essere che l'erede storico della borghesia, bi– sogna che q nesta compia intero e normale il suo ciclo di sviluppo, pcrchè la successione del regime socialista trovi le condizioni della propria realiz– zazione. Ma se la borghesia si arresta o si suicida, fra le strette del clericalismo e dell'.:1ffarismo, come av– verrà il progredire ciel partito socialista? Non sarà esso insidiato da qualche scoppio insurrezionale provocato dall'oppressione sc1ni-fcu– ùalc e reazionaria? E uno scoppio di violenza col– lettiva non sarebbe, nelle presenti condizioni del nostro partilo, ancor troppo giovane, e del nostro paese, ancor tanto arretrato, un ritorno pili perni– cioso e profondo a quel medioevo economico e politico, che ancora sopravvive in tanta parte di Italia? Ecco pcrchè noi socialisti dobbiamo invocare un governo che, diminuendo le spese improduttive, e i protezionismi parassitari, e realizzando le pili urgenti riforme, dia modo alla borghesia italiana di compiere il proprio sviluppo economico e morale. lVla se questa è la ragione per la quale io, anche al Congresso di Bologna col mio ordine del giorno . come già parlando del metodo rivo!uzio- 11ario nel Socialismo del 25 maggio I 902 · non ammetto che l'uso della violenza possa costituire un metodo di azione per il partito socialista perchè la violenza può demolire rna non può costruire nè educare e può essere tutt'al pili un atto transitorio ccl eccezionale cli legittima difesa, individuale o col– lettiva, questa è anche la ragione per la quale ri– tengo che il riformismo, transigente e collabora– tore cli classe, sia un metodo sterile e fallace, come si è del resto dimostrato in questi tre anni di vita italiana, perchè esso toglie alla già troppo inerte e flaccida classe dominante ogni sprone ed ogni controllo che ne cr.citi e sospinga il normale svi. luppo. Onde, per via indiretta, anche dall'esame degli altri sintomi di patologi.a sociale balzati fuori dalla recente battaglia elettorale, ~i riconferma la mia antica. monotona. ostinata conclusione: bisogna cioè che il partito socialista, unitario nella multi– forme opera sua, alla quale la diversità delle azioni e delle tendenze porta i vantaggi che porta sempre la divisione del lavoro, quando non sia avvelenala dalla intolleranza clcllc idee o delle persone, il par– tito socialista deve proseguire sulla grande via di• ritta della lotta di classe, con rnetodo intransigente, alla realizzazione della meta finale che è la socia– lizzazione dei mezzi di produzione e di scambio. Via diritta e luminosa, senza deviazioni nè a destra - verso l'ideologia democratica o il socialismo di Stato • nè a sinistra • verso I' indifferentismo parlamentare o la fede nella violenza. L'ultima battaglia, per la forza incoercibile delle cose. ha 0 rimesso il nostro partito, nella sua quasi totalità, su questa grande via rnaestra. Speriamo che esso vi resti e vi proceda alla conquista del domani. ENRtCO FERRI. le elezioni e la statistica socialista La Trib1tna, il Capita1t Fracassa cd in genere tutti i giornali pili o meno ufficiosi o più o meno avversari nostri continuano gridando su tutte le solfe la liquidazione del partito socialista, giudicato dal paese nelle elezioni ciel 6 novembre, e solen– nemente e rneritamente sconfitto. Non è il caso di entrare in polemiche che gio– vano poco e nuociono sempre alla serena ed ob– biettiva visione dei fatti; potrei dire però che quella stessa gioia rumorosa colla quale i ministeriali can– tano vittoria sia, o per autosuggestionarsi d'aver vinto oppure per nascondere, al contrario, se non il dolore, il dispetto almeno della sconfitta toccata. • * • L'on. Giolitti ha scelto meravigliosamente il momento della battaglia, voluta o no ch'egli l'abbia. Lo sciopero generale artatamente esagerato nei suoi atti e nel suo significato morale lo ha dispensato anzitutto di appellarsi al paese con un programma positivo cli riforme politiche ed economiche che sarebbe stato in obbligo cli promettere almeno se non cli attuare. Egli che in oltre tre anni cli po– tere non ha fatto ~olontariamente opera mai che non fosse negativa in sè e negli effetti, ha potuto chiudere la XXI legislatura ed appellarsi al paese con una piattaforma anch'essa puramente negativa

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