Il Socialismo - Anno III - n. 18-19 - 10 novembre 1904

IL SOCIALISMO 297 IIOVHIENTO LEGISLAZIONE SOCIUE La tubercolosi come malattia professionale. La tubercolosi senza dubbio dovrebbe essere con– siderata malattia professionale sopratutto per le industrie che danno luogo a sviluppo cli polveri varie. Fra i tappezzieri, p. es.. il pericolo deriva special– mente dal riattare, rifare mobili e tappezzerie e guer– niture che han servito ad ammalati. A Berlino si è notato che sopra 160 tappezzieri deceduti dal 1894 al 1901 ben 75 morirono di tubercolosi, vale a dire in pro– ·porzione del 47 per cento. Fra i segatori in legno le particelle finissime di se– gatura continuamente sospese nell'aria ed aspirate at– taccano le vie respiratorie predisponendo in modo non dubbio l'individuo ad essere infetto dal bacillo di Koch. Nel taglio e limatura di vetri il pericolo è più grande ancora. Infatti secondo la relazione di un ispettore del distretto di Glatz in Germania sopra 100 operai lavo– ranti in vetro si avrebbero in un anno le seguenti in– quietanti proporzioni: ETA' Giorni di malattia! per. aAè:zi_one ~.gli or- ).!orti per tubercolosi gani rcsp1rntoru. I);-\ 14 a 20 :tnni 0:\2oa30 na30a40• lh 40 a 50 • 134.5 129.4 217.7 259.1 1.4 x.6 13.6 Anche fra i lavoratori della porcellana la tisi miete numerose vittime. Secondo la media fra i lavoratori cli quattro importanti ·stabilimenti che accolgono comples– sivamente 919 operai, gli affetti da tubercolosi costitui– rebbero il 16 010 del totale, vale a dire ben 147 individui. Così si dica, anche prescindendo dalle industrie tessili, di molte lavorazioni. La tubercolosi aumenta in proporzioni inquietanti per la salute pubblica e per l'av– venire della raz1,a; e 1 lpure i governi se ne inquietano assai poco, non curano e non danno nozioni igienichC al popolo, non impongono leggi per diminuire se non ovviare il pericolo nelle lavorazioni, lasdano che gli industriali facciano il comodaccio loro, e neppure, come abbiamo veduto nell'articolo da noi pubblicato nel numero 13, 1904, di questa rivista, col titolo « Malattie professionali », vogliono dare alla tubercolosi il carat– tere e perciò l'indennità che magramente viene o può venir concessa ai colpiti da altre malattie professionali. L. La Cooperazione in Germania. Oa uno studio di Maggiorino Ferraris (1). Perchl! il lettore abbia un'idea solo approssimativa della diffusione che, favorita dallo Stato, acquista tutti i giorni la cooperazione nelle varie sue forme in Ger– mania, basti ricordare che il censimento al 1. gennaio (1) ,\·11m.w rlnto/o_f'ia. 16 settembre 190~. <li qu1..-st'anno dava la cifra ragguardevole di 22,131 So– cietà cooperative, con 3,208,324 soci. E' vero, si dice per attenuare la nostra inferiorità, che la Germania ha un territorio che abbraccia 26 Stati, perchè solo 12 mila cooperative, con 1,751,000 soci, appartengono alla sola Prussia, presso a poco grande quanto l'Italia. E' importante notare che circa il 70 per cento di queste Società è a responsabilità illimitata, e ciò dà un carattere eminentemente moraie e sociale alla cooperazione tedesca, perchè nella maggioranza è costituita cli gente minuta, che non si riunisce per spe– culazione, ma a solo bene comune. Tanto vero che le azioni non superano i 10 marchi, cioè le lire 12.50. Esaminando poi le statistiche annuali, noi ci avve– diamo che di anno in anno le cifre che si riferiscono al movimento cooperativistico aumentano tutti gli anni in modo costante. Ognuno, quindi, dinanzi a tale mirabile progresso, è indotto a ricercare le cause e trova, con una certa meraviglia, che la legge stessa favorisce potentemente tale movimento, che sviluppa negli uomini il sentimento della solidarietà e precorri! il 1111m•o nssrlto socinlr. Troppo a lungo . ci condurrebbe enumerare i vari mezzi coi quali lo Stato concorre a sviluppare 1e basi della cooperazione. ma giova qui per tutti ricordare la legge del regno di Prussia del 31 luglio 1895, che <lava facoltà al celebre ministro Miquel di fondare la Cnssn Cenlrnlc Coopernllvn di Stato per il Credito agrario e che valse ad accelerare le sorti progressive della coo– perazione. Di questa geniale istituzione dobbiamo uno studio accurato al doti. Filippo Garneri ( 1). Essa ha decellato l'usura, ed è stata dotata dallo Stato di un capitale di 62 milioni e mezzo di lire: apre il credito agli agricoltori al 4 e mezzo per cento, riuscendo in tal modo a promuovere ed a sospingere cooperative nella nazione. Quest'azione benefica e fe– conda dello Stato è ignota in Italia, tanto che il pub– blico vede in esso un avversario che ostacola il neces. sario sviluppo delle cooperative in generale. Lo scrivente, affennando nella sua propaganda e in conferenze che in Prussia il ministro d'agricoltura e le Unioni nazionali somministrano grnt11itnme11/e istruttori, statuti, progetti d'impianto. registri e perfino dei conta– bili, ha trovato degli increduli, i quali credevano fan– tastiche tali affermazioni. Così è radicato nel nostro pubblico il concetto dell'azione negativa dello Stato. Ma è un fatto innegabile : in Germania dieci, venti, cent9 contadini non hanno che ad associarsi in coope– rativa, perchè, mediante la Cassa locale del villaggio, abbiano subito un aiuto che basta per se stesso acl .assicurare l'esistenza dell'associazione. Occorrendo fondi la Cassa locale attinge alla Cassa regionale, che a sua volta, se difettasse di denaro, attinge alla Cassa cen– trale cooperativa, che, come istituto di Stato abilmente diretto, dispone di ingenti capitali. In generale la Cassa centrale presta al 3 e mezzo per cento, quelle regionali al 4 per cento. le loc:1.lial 4 e mezzo per cento. Ed è: così che il piccolù agricol- (1) SN(r',J(l Anto/",r'a, 16 settembre 1903.

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