Il Socialismo - Anno III - n. 17 - 25 ottobre 1904

IL SOCIALISMO trova che gli operai delle miniere figurano in prima linea col 52 per cento del totale, quelli della metal– lurgia hanno il 20.56 e r-1.uelEdelle industrie tessili il 5 per cento; nella industria delle costruzioni il numero degli scioperanti figura nella proporzione del 4.8 per cento del totale delle giornate di lavoro perdute. « Se si calcola a z miliardi 950 milioni il numero delle giornate di lavoro fornite nel 1903 dalla popola– zione operaia complessiva, la proporzione delle giornate perdute non raggiunge un quarto di giornata per anno. La durata media della cessazione del lavoro di uno scioperante è stata cli 28 giorni contro 14 giorni nel 1902. << Dal punto di vista delle cause e dei risultati si trova che, sebbene gli scioperi fatti per questioni dì salario sieno sempre i più numerosi, pure non furono quelli preponderanti come pel passato. Sopra 387 con– flitti1 232, ossia il 53 per r:ento, scoppiarono per una questione di tal genere, privando dal lavoro il 21.7 r per cento del personale interessato. Di quei 232 con• flitti, 92 hanno avuto per causa una domanda d'au– mento cli salario, interessante il 15.2 per cento del to– tale degli scioperanti e 59 una riduzione di salari. in– teressante 1 2.8 per cento del personale scioperante. <e Consideranclo i risultati degli scioperi senza di• stinzione di causa, si constata che 31 per cento circa degli operai hanno trionfato; tuttavia se si tengono da parte i conflitti tra varie categorie di operai (sindacati e non sindacati ad esempio) e se si esaminano sol– tanto quelli fra imprenditori e operai. la proporzione degli scioperanti che hanno vinto scenderebbe in mi• sura sensibile. e< li solo gruppo di industrie in cui il successo degli operai sia nettamente sensibile è quello delle miniere e cave, ma conviene notare che una grande parte dei mi– natori coinvolti negli scioperi hanno preso parte a co11• flitti fra operai sindacati e non sindacati. scioperi che sono stati in generale favorevoli all'unionismo. e< Ecco quali sono stati i risultati negli ultimi cinque anni per gli operai direttamente interessati: :Scioperi riusciti • falliti. » trans.1tti. }{isultati ignoti • 1899 1900 1901 1902 1903 26.7 30.0 27.5 31.8 30.9 +-I,·• 27.5 3-l-7 3Y.8 .J7•3 29.I 4Y.9 37•3 39.I 2:,.7 O.I 0.5 0.5 0.3 « Riguardo alla natura dei negoziati che hanno pre• ceduto la risoluzione dei conflitti, si nota che il 68.5 per cento degli scioperanti li hanno visti risoluti diret· tamente, sia in seguito di negoziati fra le parti (49.8 per cento) !lia mediante l'arbitrato (16 per cento) o la conciliazione (2.7 per cento). JI numero dei conflitti tenninali con l'arbitrato e la conciliazione è legger– mente diminuito nel 1903; tuttavia il totale rlegli ope– rai interè:ssati è stato piì:1elevato del penodo preso in dame (21.76). I consigli permanenti di arbitrato e di conciliazione hanno prevenuto nel 1903 numerosi con• flitti; 73 di essi hanno studiato 1633 controversie che, in grande maggioranza, non condussero alla cessazione del lavoro. Sopra quei 1633 conflitti 785 sono stati ritirati o risoluti ali' infuori dei consigli, e 60 erano an• cora pendenti alla fine dell'anno. I 788 rimanenti sono stati risoluti così: 506 dai Consigli o dai Comitati e 286 dagli arbitri. (< L'Inghilterra ci presenta adunque, riguardo agli scioperi, un andamento confortante, perchè il numero degli scioperi si è ridotto e la conciliazione e l'arbitrato riescono a evitare molti conflitti. ·ruttavia il numero delle giornate di lavoro perdute è ancora notevole e il ridurlo sarà certo opera benefica. « In Francia si ebbero l'anno scorso 567 scioperi, comprendenti 123 1 15 1 scioperanti, di cui 87.283 uo• mini, 26,501 <lonne e 9367 ragazzi e ragazze: questo personale era occupato in 3246 stabilimenti. Le gior• nate di lavoro perdute furono 2,441,944, di cui 198,621 riguardano 11,268 operai non scioperanti. « Nel 1902 gli scioperi erano stati 512 r:on 4 1 675,081 giornate di c/10111age, come dicono i francesi. Nel 1903 la media dei giorni di lavoro perduti è stata di 18 per scioperante. « Le industrie tessili hanno avuto il maggior nu– mero <ti scioperi (173 con 75 1 676 scioperanti); seguono le industrie dei trasporti (57 scioperi e 11,753 sciopc– ran~i), dei metalli (84 scioperi e 9617 scioperanti), delle costru1.ioni, delle pelli, ecc., con cifre minori. « In 416 scioperi, sopra 567, gli operai erano, tutti o solo in parte, membri del sindacato della loro pro– fessione. La esistenza di un sindacato padronale è stata rilevata in 218 scioperi, 10 sindacati operai e 2 sinda– cati padronali sono stati costituiti nel corso degli scio– peri o subito dopo; tre scioperi invece cletenninarono la scomparsa del sindacato operaio. I sindacati operai hanno dato soccorsi regolari ai loro membri in 60 scio– peri. « Jn 225 scioperi, gli operai lavoravano a tempo (a ore, a giornate, a settimana, a mese); in 211 lavora– vano a cottimo e degli altri 131 alcuni erano impiegati a tempo e altri a cottimo. « Quanto alle cause di conflitti industriali quella pili frequente è sempre la domanda di aumento di salari (284 scioperi), seguono poi la riduzione dei salari (58), i rinvii di operai o le domande di reintegrazioni di operai soprastanti, ecc., le riduzioni di orario, le conte– stazioni relative alla regolamen~azione del lavoro, ecc. e< Nell'insieme il 21,50 per cento degli scioperi ebbe esito favorevole agli operai, il 39.13 diede luogo a una transazione e il 39.32 per cento non riuscì. J\la. ba– dando al numero degli scioperanti si trova che il 72.86 per cento raggiunse pìenameote il successo, mentre il 16.96 per cento subì un insuccesso. << Dopo le questioni relative al salario, quelle che hanno cagionato il maggior numero degli scioperi e i cui risultati non possono tradursi in danaro sono le questioni di persone. Limitando l'indagine agli scioperi che hanno avuto per fine una questione di denaro, le perdite procurate da 231 scioperi relativi alla richiesta di aumento cli salari sarebbero state di 1,842,633 fran• chi, e l'utile (lordo) dopo 300 giorni di lavoro ammon– terebbe a 2,168,983, 9ssia l'utile netto r isultere bbe di 326 1 360 franchi. Pei 32 scioperi relativi al.la opposi– zione a una ridutione di salari l'utile netto non si avrebbe, perchl! la perdita dei salari in causa degli scioperi vien calcolata in 270,599 franchi e il guadagno (lordo) dopo 300 giorni di lavoro in 128,464 franchi. Come vedesi quando l'imprenditore si decide a ridurre i salari costrettovi dall'andamento dcli' industria le pro– babilità che lo sciopero trionfi con vantaggi pecuniari sono minori che in altri casi. <e La statistica francese dà pure notizie intorno alla conciliaxione ed all'arbitrato. L'applicazione della legge 27 dicembre 1892 si è avuta per 152 controversie; in 9 tra esse prima della cessazione del lavoro, numero cli casi invero assai limitato, che dimostra come la legge francese non valga a impedire gli scioperi, ma al pitt serve talvolta a comporre le controversie con maggior sollecitudine. Il ricorso alla legge sulla conciliazione e l'arbitrato si è avuto in ragione del 26.80 per cento; c'è aumento sul 1902 perchè in quell'anno la propor• zione fu del zo.89 per cento; per i 10 anni anteriori al 1903 la media è stata di 23.76 per cento. « L'iniziativa del ricorso alla conciJiazione è stata presa 89 volte dagli operai, 3 volte sole dai padroni, 2 volte dagli uni e dagli altri insieme; il giudice di pace è intt!rvennto d' 111llcio in .;8 scioperi. Il tentativo di concilia1.ione è stato respinlo 55 volte, di cui 46 dai padroni, una volta dagll operai e 8 volte dalle due parti a un tempo. ln seguito al rifiuto del tentativo

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