Il Socialismo - Anno III - n. 17 - 25 ottobre 1904

TL SOCIALTSMO Esso è interessante come caratteristica della psicologia del suo autore. « :"Jieola si era dedicato per intero a predic.'lr il bene per mezzo della parola e dell'esempio, essendo egli stato convinto che t:\lc pre• dica fosse onnipossente e universale, e che dovesse col tempo con• durre verso il fine desiderato scnut l'aiuto della violenza: ma l'idea. lismo suo dovette imbattersi presto nelle fosche condidoni della vita reale. Alla vista delle terribili rappresaglie del governo che hanno per iscopo di seminar il panico dappertutto, di annientare lo spirito della protesta, egli perde la fede nella via esclusivamente pacifica. e Vi è qualche cosa dì pii1 ardito che potrà frenar l'orgia selvaggia dell'arbitrio, che servirà di sfida audace alle lotte, che darà il colpo mortale all'idm della prepotenza autocratica la quale va calpestando nel fango ogni bagliore della verità •. ~la lo spirito umanitario, J'a, 1 ,•crsione per la 'terribile opera di -.angue protestano possentemente contro l'abbandono della vita per le armi micidiali. Un dolore acuto si impadronisce di tutto l'essere di Nicola; un lavorlo faticoso del pensiero risveglia in lui i sentimenti i più an- tagonistiei. I.a repressione sanguinosa di una pacifica dimostrazione ope– r;1ia ha una parte dt.>cisiva nella sua risolur.ionc. Egli sente ripercuo– tere senza tregua nel suo cervello infiammato: • Morte per morte! Sangue per sangue! • E il scnthnento di morale assoluta che proibil:>cc di uccidere in qualsiasi caso, ove è desso? Una risoluzione dcfinith•a, irrevocabilc lo trafigge comc una scintilla dcllrica, mentrechè l'anima sua si riempie di dolore come :'1\la vil>ta di un caro estinto. lnfatli furono queste le ultime convul– sioni della bontà ideale davanti alla coscienza della necessità e della giustizia della violenza sanguinos.'t nella lotta contro il male. Nicola uccide il capo dei gendarmi e viene rinchiuso per 20 anni nella fortezza di &lissclburg, ma l'anima sua rimai.e forte e scrcna. La coscicnia del dovere cornpiuto cosparse di rose la l>Uafredda e fosca tomba I • Balmascioff esegui l'ardua sua in~pres.1;<..-onun sangue freddo cd una padronanza di se stcs~ insuperabili; egli andò in carrozz.'t al Consiglio di Stato, vestito di una brillante divisa di uflìcialc, come aiutante del granduca. :::iergio, .\I primo interrogatorio egli disse: • lo sono ~tcfano Balma– scioff. Che io abbia ucciso Sipianghin voi lo sapete, <:tl altro non hu da dire. lo trovo perfettamente inop1>0rtuno rispondere alle vostre do· mandc. Essendo voi parte interessata, io non ,•i riconosco il diritto di giudicarmi, e perciò mi rifiuto,di far <1ualsiasi deposizione•· Solo alle domande riguardo i suoi complici egli rispose: • lo son pronto a'nominarli: essi sono il governo e loZarchc~'è il capo». 11 giorno stesso che egli fu condannato a morte sua madre presentò allo Zar una supplica per la grazia, ciò che le riusci CQn molta difficoltà. Lo Zar rispose che :wrcbbc concesso fa ~razia, tanto più che si trattava di un minorenne, ma solo nel caso che la supplica fosse presentata da p.ute di Dahna..cioff stesso. l'n alto funzionario, Ournovò, si recò più volte da lui e si ddoperò a lungo a persuaderlo di presentare la supplica. Egli rispose: « Si ,·ed.e che voi avete più fatica di impiccarmi che non io di morire. lo non desidero da voi nessuna grazia. Mi raccomando di una cosa sola, ed è quella di darmi una corda salda, poichè voi non sapete nemmeno impiccar come si deve ~ (1). Per non lasciar scorgere la lugubre processione ai reclusi della fortezza di Sclissclburg, a mcztanotte, quando non ,•·cm più il chiaro di luna, Bahnascioff fu trasportato alle vecchie prigioni, tcsti– monie di tanti i.upplizì. Egli disse al prete che gli offriva di baciar la croce: • lo non voglio far l'ipocrita con voi •· Poi egli stesso si accomodò il notlo al collo. La mortc venne presto. Lettera di Stefano Balmascioff ai suoi genitori. Cari.uimit Approfitto di un caso fortun:uo e v( scrivo quesle poche righe nella speranza che esse possano pervenire fino a voi. 11) Allusione al caso di uno dei dccembristi (in,urrezion · di di– cembre dell'anno t825)~di_ cui la ~orda si era rotti1. 1.,'a\'\'enimento del 2 aprile e la parte che io ,,j ho presa ,·i avranno senza dubbio fulminati di sorpresa e di dolore. ~on mi schiacciate di tutto il peso dei vostri rimproveri! Le condizioni spietate, inflessibili della vita russn mi hanno spinto a t:-tle passo, mi hanno fatto spargere sangue umnno, mi J1an co– stretto di infliggere :'I voi, nella vostra vecchiaia, il dolore inuncl"i• t:'lto di perdere il vostro unico figliuolo. · Dopo a,·er compiuto il mio dovere di cittadino, la mia felicità ,;arcbbe senza limiti, se non mi opprimesse il pensiero del vostro dolore, dello stra.zio che \'Oi dov'ete provare. ~lalgrado che la serenità dell'animo mio, la beatitudine che 111i dà la coscienza del dovrre compiuto siano amareggiate dall'idea della vostrn soffc1enza, è certo che io assolutamente non mi sento pen– tito di ciò che ho fatto. Senza dubbio non spella a me di c-hiarirvi la importanza della lotta coi rappresentanti più malefici del regime autocratico. N"on spetta a me di din•i che in questa lotta le ,•ittimc sono inevitabili, Le condizioni maledette della vita russa attua.le non solo costringono :'Il sagrifitio dei 'beni materiali, ma stmppano i figli unici ai genitori. lo sacrifico la mia vita a una grande causa : il sollievo degli affaticati e degli oppressi. E questo, \o ne sono convinto, mi ,;crvir!t di giustificazione morale in ~,unnto all'ingiustizia che commetto ri• gu:'lrdo a voi, miei genitori, che amo e stimo cosi profondamente. Che la CQScicnz:'ldi tutta la importanza della mia azi<mc cal1111 In ,·ostra pena. In conclusione rh'olgo a voi una preghi..::ra 1>erquanto io com– prcnd:t fino a che pu,nto sin difticile per voi ascoltarmi : Quah;iasi cosa avvenga di mc, siate altrettanto fermi e calmi qu tnlo lo sono io. Forse la vostra pace si tra!.metterà anche a mc nttr:wcrso le mura della mia prh:ionc e diminuirà la mia inquictu• dine per voi. - Vostro: Slefa""· o. s. uomrnNTO EUGISUZIONt SOCIALE Gli scioperi in Inghilterra ed in Francia. L' Eco,wmista, dell'agosto scorso, così riassume in un. articolo i dati statistici raccolti intorno ai conflitti di lavoro, avvenuti in Inghilterra ed in Francia du– rante il 1903: « L'Inghilterra ha avuto nel 1903 1 387 conllitti opc· rai, fra scioperi e serrate, ossia anche nel decorso anno si è vista una sensibile diminuzione nel loro numero. Infatti il numero degli scioperi è andato scemando <la 719 nel 1899, a 648 nel 1900, a 6.1,2nel 1901, a 44i nel 1902 e a 387 nel 1903. « Questa diminuzione continua non si riscontra in– vece nel numero degli scioperanti, nè nel numero to– tale di giornate di lavoro perdute. 11numero degli scio– peranti fu di 2j6,667 nel 1902, e di 116,901 nel 1903, ma nel 1899 era stato di 180,217, nel 1900 di 188,538 e nel 1901 di 179,546. Quanto al numero delle gior– nate di lavoro perdute nel quinquennio ora conside– rato, lo troviamo, in misura massima, nel 19ot, con 4,142,287 giornate, e in misura minima 1 proprio nd 1903, con 2,338,668 giornate. Sicchè il l903 è stato un anno di minori confhtti operai e di minor perdila cli salari, astrazion falla dai compensi che gli sciopc• ran(i possono ottenere con. la desiste1,za dal lavoro. « Gli scioperi più importanti si ebbero nella industria. mineraria (63,568 scioperanti, ossia 54.3 per cento del tolale), dove tuttavia la proporzione degli scioperanti i:: inferiore a quella dei due anni precedenti. Seguono l:t metallurgica (32,380 scioperanti, pari al 27.7 per cento) e h.: industrie tessili (o458 scioperanti, pari all'S.09 per cento). NelJa industria delle costruzioni il numero degli scioperanti diminuisce d'anno in anno, e nel 1903 è uno dei più deboli che si sia avuto da parecchi anni (3.1 per cento, 2.08 nel 1902 e 5.4 per cento nel 1903). « Se poi Si esamina la importanza dei conflitti se– condo il numero delle giornate di lavoro perdute si

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