Il Socialismo - Anno III - n. 14 - 10 settembre 1904

Ii. SOCfA f.lSMO 21 I tito sociaflsta !tallano dissero a propria consolazione l 1 indomani del Congresso di Bologna) io faccio una osservazione. Per risolvere la questione circa l'unità del partito - così fortemente voluta da tutto il proletariato, che non si diletta di polemiche.. intellettuali, ma accetta il concorso e l'opera multiforme di tutti quelli che lavorano per la sua emancipazione se– condo i principii socialisti - per decidere se essa fu sincera e possa essere duratura, c'è una questione prcgù,di::iale. Ed è questa. I compagni riformisti o revisionisti che danno alla loro azione quotidiana gli atteggiamenti e le tendenze che tutti vediamo - dalle esagerazioni pilt evidenti e squilibrate alla prudenza pili guardinga e sicura, - credete voi che siano dei socialisti op– pur no? Ecco la questione. Risolvete prima questa, per ciascuno dei com– pagni di cui venga in discussione la sincerità della fede e della btto11a fede socialista. Evidentemènte, se questa domanda - per uno o pochi o molti compagni così dell'una come del– l'altra tendenza - riceve risposta negativa e si ri– sponde che essi 1101t sono dei socùilisti - allora non c'è piì1 dubbio. Con essi l'unità non è possibile e sarebbe un perpetuo equivoco paralizzante. Ma se a quella domanda voi date - come io do s·ino a prova in contrario e in piena sincerità - una risposta positiva e dite che Bernstein, Jaurès, Anseele, Turati, ecc., arrivano sì a delle esagera~iorii incontestabili (e da cui ricavano i risultati politici negativi che tutti vedono) ma dite però che essi sono dei socialisti in buona e di buona fede• allora come potete negare ad essi il diritto - e il dovere - di restare e di agire nella organizzazione unitaria del partito socialista? E quello che si dice di fronte ai riformisti vale di fronte ai rivoluzionari. Così infatti i socialisti olandesi fecero per Do– mela Niuwenhuis, che al Congresso internazionale di Bruxelles ( 1901) sosteneva non doversi il par– tito socialista dedicare all'opera parlamentare, contro la norma che allora fu con tanta eloquenza soste– nuta dal Liebknecht. Ebbene, dopo qualche tempo la pregiudiziale s·i impose di fronte all'opera del Niuwenhuis, e il partito socialista olandese si separò da lui, o vice– versa, unicamente perchè e quando a quella pre– giudiziale si rispose nel senso che Niuwenhuis 11,011, era uu sociatista. Ora in. Italia ci sono degli ultra riformisti • quelli che Treves chiama << gli intransigenti del riformi .. smo » - i quali dicono, per esempio, che Labriola e Mocchi sono degli anarcoidi. E viceversa ci sono degli altri che dicono, per esempio, che Turati e Bissolati sono oramai dei radicali democratici. Io non credo vera nè l'una nè l'altra afferma– zione. Credo invece fermamente che Labriola e Mocchi sono dei socialisti « di fede e di buona fede» come lo sono Turati e Bissolati. Ed è pcr– chè credo questo che credo possibile è anzi dove– rosa l'urtione di tutti loro nell'organizzazione uni– taria del partito, dove, ripeto per la ennesima volta, è bene ed è necessario che tutte le opinioni e le attitudini _e le tendenze siano rappresentate e coo– perino, rispettando nei loro atti di socialisti quella che è la condizione vitale, cioè la disciplina di partito. Chi non crede questo, ponga lealmente la pre– giudiziale contro gli uni o contro gli altri: e la soluzione data alla pregiudiziale - con regolare, se– reno, controllato giudizio - dirà se essi possano oppur no restare nel partito e portarvi quella forma di azione che ad· essi sembra la migliore. Ma se non si pone questa pregiudiziale e se essa non ha risposta negativa, è evidente che la tutità del partito non è nè « una frase rettorica )> nè « un'ipocrisia ». Essa è invece una necessità morale e politica, derivante dall'unità del proleta– riato, come classe sfruttata, e dal dovere di reci– proca tolleranza e· libertà di opinioni, entro i limiti del comune programma. • * * Tale, secondo me, è il duplice incontestabile significato del Congresso di Amstcrdarn nella sua deliberazione preminente. Tale è anche, secondo m~, la sola strada su cui tutti i socialisti di buona volontà, dell'ala destra come dell'ala sinistra della grande falange proletaria, possono e devono lavorare alla preparazione ed alla conquista del comune ideale. ENRICO FERRI. BUGGERRU Gli operai rifiutarono di accettare la modificazione d'orario proposta dalla direzione delle miniere e si po– sero in sciopero. Tutto era tranquillo. i\lia la direzione fantasticando disordini telegrafò al . prefetto che spedì due compagnie di soldati. L'arrivo della truppa, non necessaria, suonò come una provocazione, come una pressione che si volesse esercitare sull'animo degli operai, e questi reagirono volendo forse dimostrare a modo loro che al diritto proletario nei suoi conflitti coi padroni non giova, è de– litto anzi, l'intervento intimidatore del1a forza.

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