Il Socialismo - Anno III - n. 14 - 10 settembre 1904

IL SOCIALISMO Solo il 4 settembre 1870 egli rientrava in 1'-rancia. Nel periodo dclln Comune, delln quale fu :wvcrsario dichiarato e intransigente, pcrchè egli vedeva in essa un attentato alla Repubblica che per lui era • la forme nécessaire dc la souvcraineté nationalc •: in quel finimondo di incendiari comunardi e di cannonate prussiane egli perdette tutto quello che aveva, i suoi mobili, la sua prczios.'\ biblioteca, tutte le sue carte, tra le quali era il manoscritto di un lavoro sui Salom e la socic1:\ nd secolo X\'Ill. Non restano di un•opcrn, chi sa q1:anto prezìosa, che alcuni brani inscn•ibili. All'Assemblea n:lzionalc In sna figura politica ru precisa e molto simpa.tic:t. Nel 1876 volle fondare un giornnlc ancora, L'/lomme /i/,re, che abbandonò presto, e negli ~umi 1873-84 dtwa alla luce cinque vo– lumi sulla QuutUm d'a11jourd'/111iet (k demai11. J\\.!Cva sposato a Brighton nel 1865 miss Cristina Groh. Nozze (]'esule, quindi legame profondo d'affetto, cosicchè, qu:mdo nel . 1876 essa mori, Rlanc ne fu molto colpito. Perdette ne\1'82 suo frntello Carlo, insigne e fecondissimo critico e letterato che gli ern minore. Gli sopra_vvissc di pochi mesi, e chiuse gli occhi laboriosi e gloriosi a Canncs il 6 dicembre 1882. I francesi ricord:rno an– cora lo splendore e la imponenza dei funerali che gli re,;e lo Stato come ad uno dei pochi unanimemente amati dalla Repubblica rico- nascente. .. .. Il socialismo di Luigi Blanc ha esso una nota nuova? Con cc~– tezza possiamo rispondere che si. Nel gennaio del 1845, qu:mdo il pcns:1tore sottile dall'aspetto pe– renne di adolescente scrive\'a la introduzione al libriccino celebre la Orr,111i.JatUm du lravail, egli si sentiva mosso da un impeto nuovo di ragione e di verità. • E' a voi, o ricchi, che s'indirizza questo libro, poichè vi ,i tr.Hta dei poveri. L."\ loro causa è la vostra. • Ora è poco, in mezzo a noi, in Parigi, nel rumore delle gioie, un bimbo è morto gelato dietro una garitta. Si è pubblicnta In no– tizia come quella di una semplice disgrazia: essa non ha mera\'i– gliato alcuno. • Se non vi fossero che dolori fortuiti e solitari da consolare, forse basterebbe la carità. ~la il male ha cause tanto uni\'er,;ali quanto profonde; e tra noi si contano a migliaia coloro i quali mancnno di tutto il necessario per \'i\'ere. • Il problema è oscuro. Esso ha provoc.'lto rivolte che hanno insnnguinato la terra senza renderla libera. Esso ha stnncato gcne– rn1.ioni dì pensatori, ha esaurito fedeltà d'una solennità dh·ina •· Sono due mila anni che tutte le nazioni s'inginocchiano da\'anti ad un martirio, adorando in esso il • S.'l.lvatore degli uomini •· E con tutto ciò quanti schia\'i ancora! Quanti lebbrosi nel mondo morale! Quanti infelici nel mondo \'isibile e sensibile! Quanto trionfo di iniquità. e quante tirannie assnporanti beatamente gli scnndali della impunità loro! Il Redentore è venuto, ma quando verrà la rcdc-n- 1.ione? • Dovunque la ccrte:r:za di vh•ere lavorando non risulta dall'es– senza medesima delle istituzioni sociali, regna la iniquità. .... • ... Chi lo ignora? La miseria trattiene l"intelligenza dell'uomo nella notte, chiudendo entro i limiti l'educazione. La miseria con– siglia incessantemente il sacrifizio della dignità personale e quasi sempre essa lo impone. La miseria crea una dipendenza di condi– zione anche a colui che è di carattere indipendente, in modo tale che ella nasconde un tormento nuovo in una virtil e cambia in fiele tutto ciò che è di generoso nel cuore. Se la miseria genera la sof– ferenza, essa genera anche il delitto, e se conduce all'ospedale, con– duce anche alla galera: è la miseria che fa il maggior numero dì ladri, di assassini, di prostitute. • !\"oi \'Ogliamo dunque che il lavoro sia organizzato in modo da produrre la soppressione della miseria, non solo pcrchè le soffe– rente materiali del popolo siano al!C\'iate, ma anche, ma soprat– tutto, pcrchè ciascuno si ac<tuisti la propria stima, pcrchè l'eccesso dell:1 S\'Cntura non soffochi pii.I in alcuno le aspirnzioni mentali e le gioie d'un orgoglio legittimo; pcrchè vi sia posto per tutti nel domi– nio dcU-edueazione e alle scaturigini della intelligenza, perchè non \'i siano più ser\'i assorbiti dalla sor\'Cglianza di una ruota che gira, pii.1bimbi trasformati per famiglie in supplemento di salario, pii1 madri armate per la impotenza delle condizioni di esistenza contro i frutti èlel loro seno, pii.i fanciulle ridotte, per mangiare, a far mer– cato del dolce nome d'amore! Noi \'Ogliamo che il lavoro sia orga– nizzato affinchè l'animo del popolo, la sua anima, non resti com– pressa e guasta sotto la tirannia. delle cose! •. . .. li socialismo di Luigi Blanc appare subito da <1ueste citazioni del libro celebre come una idealità piena di sentimento. I la detto bene quel critico antiwcialista che nClle pagine di Diane si sente Rousseau: - si; cd io vi sento cio che in Roussc.,u v'è di migliore, la molla della nuova ragione umana che spinge, che innalza la coscienza, che infiamma tutte le energie oratorie del pensiero. Ma da Rous• seau a Blanc c'è la marcia rapida del razionalismo democratico che si lascia indietro le frasi transigenti dcli' idealismo umanitario per Conquistare le vette sicure e dominatrici della dottrina affermativa ove, al posto del dovere, è la necessità e ove l'io uiro si sostituisce all'io cki~. La critica al contenuto della Rivoluzione dell'Sg era già matura e definitiva nella mente di I..uigi Blanc. ~oi lo potremmo definire da questo lato lo scrittore che prima d'ogni altro ha meditatO che In rivoluzione economica è l'antilui della lui giacobina o rivolu– zionaria in genere. La dottrina di Blanc, al suo punto di p..'l.rtenza. è dunque scientificamente esatta. Sentite: • ... La rivoluzione del 1793 ! Quanto ha durato? Che cosa ne resta? E, con tulto ciù, di qual potenza mai, di quale audacia, di qual genio non trano dotati coloro che si incaricarono di farla trionfare! Quali titanici sforzi! Quale terribile attività! Quante ri– sorse esaurite, dall'entusiasmo sino al terrore! Quanti istrumenti consumati in pro' delle nuo\'e dottrine, dalla spada del generale di armata sino al coltello dell'esecutore! .\fa il fine di tale rivoluzione, di cui avrebbero dovuto dare il catechismo i convenzionali, non era stato ben definito. Nessuna teoria a,•vcnturata da Robespierre e da Saint-Just non t:ra stata abbastanza claboraL'\ in seno alla 'nazione. Gian.Giacomo Rousseau a\'e\•a, s\; scritto il Contra/lo Sl){;iale: mn la voce di questo grande s'era quasi perduta nel clamore immenso \Ii cui i pubblicisti della borghesia riempirono il sceolo xv111. • V'era dunque tutto un mondo nuovo da creare in qunlche giornata, da creare in mezzo ad un inaudito sc.'l.tenamento di resi– stenze e di collere. Fu necessario improvvisare, domandare alle JXlS· sioni l'appoggio che le. idee non pote\'ano ancora fornire; fu neces– sario int'antare, infiammare, ubbriacare, domare gli uomini che nes– suna educazione anteriore ave\'a disposti a lasciarsi convincere. Di 111. gli innumerevoli ostacoli, i sanguinosi e terribili malintesi, le fraterne alleanze d'un tratto spezzate dal boia; di I:\ quelle lotte senza pari, che fecero succcssi\'amente cadere in un paniere istesso la testa di Oanton su quella di Vergniaud e la testa di Robespierre su quelln di Danton •. Questo giudizio sulla tempesta eriorme che agitò la Francia e l'Europa tra i due secoli cosl diversi l'uno dall'altro dovre'obc ba– stare al signor Sudre per com•incerlo :almeno della franchezza del dottrinarismo di Luigi 81anc. ln\'CCC no. A corto di argomenti cri– tici contro Blanc • e guardate ohe \'e n'ha anche da parte della dottrina socialista e la scri\'ercmo -, Sudre se ne esce fuori con la menzogna sfacciata che il socialismo di Blanc non sia franco, che nelle sue pagine • il t'Omunismo è inviluppato da espressioni oscure•. Gran Dio dei borghesi! Saranno dunque per \'Crità. e per men– zogne tutti oscuri i più grandi pensatori del mondo per certa gente, da Platone a Owcn, a Diane, a Marx, ad Antonio l,,'1.briola? E non ci sarà mai che il Vangelo del perdono, che si applica facendo la guerra e mandando in galera e facendo soffrire la fame e il • credo perchè è assurdo dei cattolici •. non ci sarà mai per certa gente dalla cotenna di grosso spessore che delle cosi imbecilli cose dn iscri\'ere tra le \'Crilà chiare? ... Blanc a\'cva le idee molto chiare, ma qualche \'Olla. il ,•ictor– hughianismo corrente dell'epoca che fu sua, pcnncttcva nelle sue pagine quei fremiti, quegli sfoghi, quelle \'Olate che, appunto perchè sono le sole che contentano l'animula scioccherella dei liberaloidi del problema sociale, disturbano le nostre orecchie e guastano l'armonia e la esattezza della dottrina socialista. ~la le parentesi liriche non possono bastare a dimostrare che 131anc non si ponesse il problema. soci:1le da \'Cro uomo moderno,

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