Il Socialismo - Anno III - n. 11 - 25 luglio 1904

IL SOCIALISMO . .. La vita di Leroux fu talmente legata a quella del giornale Le G/obe, il quale è stato senza dubbio uno tra i periodici piìi celebri e pii.1 efficaci del secolo xix, che noi non possiamo non ri,1<;<.;11- merla ai nostri lettori. Fu un professore destituito per le sue opinioni politiche che nel 1822 lo fondò e ne prese la direzione, Pietro Dubois. E.gli scri– veva con rapidità e aveva tutte le migliori virth dd giornalista. Rea– liuare il programma del1'89, preparare b. dttoria a tutti i concetti di libertà, da quella politica a quella :i.rtistica a quc\b religiosa, e('CO il programma di Pietro Dubois. l.croux, abilf', preciso fu un amministr:1.torc prezioso del Glo/Je ,. un ispiratore di nomi e di scritti per la collaborazione. Ferveva Pingegno francese in quel primo venticinqucnnip del secolo xix. E il Glohe ebbe subilo la fortuna di diventare l'organo del pensiero nuovo. La politica e l'accademia della Restaurazione perseguitavano i più belli ingegni e il Glohe li raccoglieva e li mostrav;l. al mondo in tutta !a loro integrità. E vennero Saùtt-lJeuve con la sua gagliarda c-ampagna romantica, /)amiron con h sua Storia ddùi filosofia nel ucolo XIX, Ca.rio 1lf(ig11ù1, espositore polemico e sottile delle pii.1:lr• d11e- questioni letterarie, e il grande filosofo Jouffroy, anch'egli pro– f,•ssorc destituito, che vi pubblica il famoso articolo: Co11111u11t fu dogmes jinissmt, e i suoi due allievi Dtult,ùel e Vitet lo seguono a raf– forzare :1ncor più la collaborazione con lavori di economia politica ,. <l'arte. Patin, Rémusat, Dm·ergier dc Ilaurannc accrescono ancora questa legione e ingrandiscono, cntrnndo nella redaziom•, il form:1to d(•I giornale. Era il momento pill felice della letteratura franc<!SC. I .:rnrnrtinc, Béranger, Victor I-fugo, Guizot, Barante, Andrieux, '.':odier, Vill('– main, iniziavano quella stupenda produzione di pen<;icro e d'imma– gini, di critica e di bellezza che splende tutt'ora sul mondo civile. Dubois. che si era riservato la piena e libera funzione di critico tca– tr :1.le , dav:1 la intonazione a quella analisi viva, aperta, :i.niente m:1 nudrit:1 e profonda che è diventata in mano di menti nuove, colt<' e disciplinate dal metodo, una delle ·attività. più feconde del s1·– colo xix e che ha colmato con moli di sapienza filosofica e- storica le gr:i.ndì lacune della tradizionale e superficia]e esposizione letterari:1. E' difficile dire se l'Europa abbia avuto dopo il G/ofg un :1\lro giornale tanto efficace e tanto famoso. Bisogna anzitutto por mente :1i tempi ancor:1 di!Ticili come mezzi di diffusione e di circolazio1w rlt'\la stampa. Per citare un documento colosSa!e della diffusione e della importanza del Glohc, ricorderemo che \Volfango Gi.i1hc ce ne ha l:lsciato questo giudizio • riferitoci dnllo Eckerm:.rnn : Cespraech~ mii r.iilke, B. l'. S. ·249, Juny 1826. « I redattori del Glohe sono uomtni del mondo; il loro linguag– gio è chiaro, netto, ardito sino all'estr~mo. Quando biasimano sono delicati e gentili, ben diversi dai nostri letterati tedeschi, i quali ~i (·r{'dono in diritto di odiare chiunque non la pensi col loro cen•ello. lo considero questo giornale come il piU interessante dell'epoca no– stra, e non potrt i fare a meno della sua lettura. ~ E non basta ancora. Chè GOthe sentiva la' superiorità del pen– siero critico di quella collaborazione gloriosa. • « Quali uomini questi scrittori del ClobeI di _giorno in giorno diventano piU grandi e si fa più importante l'opera loro! Tntti sono penctrnti dallo spirito stesso ad un grado incredibile. In Germ:1nia. un giornale simile sarebbe impossibile ! • Pietro Leroux era dunque un elemento di quella forza intellettuale che dominava l'Europa e che la sola Francia poteva essere capace di generare e di alimentare nel mondo. Pietro Leroux era ancora vivo, quando la Prussia domò a colpi di cannone la /J/agm di una Francia ammalata: ma pochissimi si ricordano di lui che da Londra e da Jersey era tornato :t Parigi, nel 1869, dopo una breve residenza a Losanna. E pochissimi anche lessero il suo poema socialista, La ,irrève de Sam,1rez, che nessuno ricorda. Quando, l'II aprile 1871, Pietro Leroux moriva, egli cr:1 già morto al mondo da un pezzo. Gli ecct!ssi di una metafisica nuova a cui mise il socialismo di l'ietro J.eroux, non diminuiscono però il razionalismo vivo e mo- demo che informa tutto il suo sistema, sistema i::om.pleto, la cui esistenza viene riconosciuta dagli stessi critici ed avversari del so– cialismo, semplicisticamente usi a definire come confusionista il p<'11- siero dei socialisti, chiunque essi siano. Leroux anzi si venne prepar:rndo alla dourin:1 combattiva con una critica profonda e personale: ~ La famiglia, la patria, la proprietà, - ,;ono parole di Lcroux • de\·ono essere organizzate in modo da dO\,ere essere utili alla rela– zione indefinita dell'uomo con gli altri uomini e col mondo. T:1.k conseguenza discende neccssari:1mente dalla ide,;titit che esiste tra l'individuo e l'umanità. Finor:l però le famiglie, la. nazione e la proprietà non sono state combinate in modo che l'individuo pos<;:1 pienamente svilupparsi. << Difatti la famiglio. limita l'uomo, poichè dell'uomo essa fa un ente. La nazione limita gli uomini, pcrchè crea ·aggrcg:1zioni ostili le 11nc alle altre e del!'uomo un suddito. • Vi è finalmente una terza manier:1 di limitare l'uomo, cd t· qnclla di dividere la terra, gli :1ttrezzi del lavoro e di ::ipplicare gli uomini alle cose, in modo da subordin:1rli :11\a proprietà e da fanw dei proprietari •. Ben leggeva dunque e con acuto genio invcstigc1torc Leroux ncl- 1':ibisso della società viva e vt'ra. Egli comprendev:1 scicntific:nnent,· che ciò che manca :1ll'umaniti\ è l'unit:'I; che J'mn:1nità è spczzat:'.l e l'individualismo, le caste i privilegi, il disquilibrio isolano gli uomini in tanti gruppi e in tanti principii parzialf. Que<;ta critica aveva, tra gli altri risultamenti, quello di dimi– nuin· dinnnzi agli occhi di l.erom, la importanza dell' • '.lmor del prossimo., cristiam). T:lk enunciato è gi:\ per il famoso dird– tore t!d Ctobe il segno della ipo("risi::i <.: della ingiustizi:"t sociale d<'l p:1ssato, in cui, quindi, non puù essere. :lnchc se cio pain, un:1 vera e propria scienza politica. Tre sono, dunque, le <'poche che Leroux vede nella storia tutta: il regno delle caste di famiglia, quel!o delle caste di patria <', fìnalm~•nk, quello delle caste pro– prùtar~. T .a prima cpoc:l ì: quel!::i visc;uta dalle· civiltà indiane, egiziane, :l'ìsir(', persiane. t1C"1lc quali l'en·dità sola d:1va un valore all'uomo. Il secondo pt·riodo è quello delh civilt:'t greco-latina in cui i diritti venivano secondi alle qualit?t. tkl cittadino. Finalmente l:1 terza epoca t: quella medievale, l'<'poca del feudo, durante la quale la· proprict:\ d'una terra o di un cnstcllo 'fortificato creava il privi– kgio. Il borghese moderno, secondo Lcroux, non sarebbe che un:1 continuazione del fcudali<;mo medi<'vak', meno la forma. Al po'>to del castello feudale- v'è il capitale, al posto d<'lla potenza violenta delle anni l'oro delle b:i.nchc. :\1cl modo istesso la vita dell'uomo è incatenata e suhordinat:1. ad una cosa. E k parole testuali del I .e-rom.:sono appunto queste: « La proprietil presente, generata dalla propriet:\ feudale ha la. medesima natura sua: tanto la r,·ndit:1. ehe il diritto del signore sono la medesima eosa •. L:1. parte dell'opera socialista per la quale Leroux h.1. prodotto un'agitazione più vi\·a nei difensori del consen·:itorismo, è quella in cui, per il primo, il gagliardo rivoluzionario :1pplica la statistic:1 a!le dimostrazioni dell'immane sfruttamento. esercitato in Francia dalla borghesia. I suoi calcoli destarono una terribile impression1::. Dei nove miliardi a cui si poteva sommare il prodotto annuo dt'l lavoro proletario francese, cinque venivano divorati, sotto i di\·er-.;i titoli fiscali dello Stato borghese, da sole duecentomila famiglie pro– prietarie. Pietro Leroux non restava dunque nelle nuvole di una metafi– sica a\'venirista. Qnella trinità fantastica, quel • sistema del ternario~ con cui chiuse la sua opera di rivoluzionario, sono le str:waganzc forse di un cervello stancato dall'abuso del pensiero, sono forse anch~ quella poesia sentimentale in ritardo che si impadronisce delle menti abituatesi lungamente all'astrazione delle piccole cose quotidiane e salgono ad un grado che ha le sue folli espressioni, ' :,,fa è falso e assolutamente tendenzioso che il comunismo cli Leroux non sia in fondo e nella sua ess.enza che nna. negazione, un priÒcipio di distruzione. Chè anzi Leroux ehbc sempre di mira la ricostituzione sociale, come del resto tutti i grandi, tutti i veri so– cialisti che abbiamo studiato. Egli ebbe dcll:1 solidariet:\ un concetto che si r:1vvicina molto a quello scientifico contempor:1nc-o: egli intul

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