Il Socialismo - Anno III - n. 11 - 25 luglio 1904

I 68 IL S0C!ALISMO a fondo che il deismo tradizionale non era pih compatibile con la mutazione delle relazioni economico-sociali. Una ben triste figurn fanno dunque i critici pag:Hi e :ncoronati di 1.eroux, quando prendono di mira le str,wag:mzc che egli scrisse negli ultimi anni della sua ,•ita. Pietro Lcroux avev:1 gi:\ assicu– rato la sua grandezza e una ricca eredità di bene e di ,•erit:l era da lui discesa gi:\ ai posteri, quando l:l sua mente st:rnc:i. si inco– minci i.) a .sbizzarrire nelle fantasticherie psicologico-sociali, intorno :'l cui hanno menato un folle c:m -can i maligni n freddo d<.>l conser– vatorismo. Come tutti gli uomini eccezionali, Leroux era d'una rara singo– larità di carattere. La sua vita laboriosa è seminata di aneddoti curiosissimi. Ciò che è strano da parte di molti avversari è la simpatia che essi hanno nutrito per il famoso pensatore. • li calendario demo– cratico e sociale non conta certo i santi in numero gran'1c. Pietro Lcroux è forse il solo che sia veramente degno dell'aureo\:\! O grande apostolo del socialismo, noi ci inchiniamo davanti la tua faccia onesta! A colpo sicuro le tue dottrine sono assu;de; ma l'anima tua è leale, ma il tuo cuore è generoso e pieno di sentimenti teneri. ?\'elle tue opere illogiche - questa è una cortesia critica degli ,n•– \'ersari - regna la più completa buona fede. ,. Eugenio dc ).lirccourt è lo scrittore che cosi ne parla, e sono parcçchi e valenti quelli che citano i casi strnordinari della vita di Lcroux. Sin da fanciullo l'antidogmatismo di quest'uomo si afferma con vitorc. Lina domenica egli fu condotto alla chiesa di San Luigi a J>iuigi, ove un predicatore parla\•a dell'inferno. Il piceolo Pietro si ribella all'udire le stupidaggini di quel saccnlotc ,cattolico. Si alza infuriato e commosso, nel bel mezzo della pn.. -dica, cd esce dalla chiesa gridando: • !\on è vero! non è vero!)). Alcuni g-iorni dopo cade amm:llato e nel delirio della febbre egli scomunic:l e maledice la sciocca e malefica opcr:l dei preti. in nome del buon senso umano e della civiltà. Durante la sua carriern di tipogrnfo l..eroux dette uno spetta– coloso esempio di ingegno inventivo. Egli meditò una esemplificn• zione dell'opera di composizione, e combin,) il pia11otype. e, cioè, una m:lcchina :l cui dette questo nome perchè essa ha una tastiera sulla quale le dita si posano e a mano a mano le. teucre :lrrivano al loro posto in uno strumento in cui si allineano. L'opera era tutt'altro che:: semplice, specie con i mcz:.:i di cui un privato e un povero ti– pogrnfo poteva disporre . .\!:l Leroux ern abilissimo nel foggiare il legno ed i metalli e la sua filosofia lo aiuta\·:l a vincere numerose difficoltà meccaniche, e se non gli fosse mancato il danaro ild un certo momento, 1· arte tipogrnfica anebbc an1to prima del 1830 quella macchina che noi oggi ben conosciamo e che è di cosi forte aiuto nell'opera quotidiana delle officine tipografiche. E' necessario dire che una ventina di anni pili tardi alcuni capitalisti si offrirono :l Leroux per realizzare la sua innovazione meccanica. E il piamJIJ•pe, difatti, funzionò, ma non dette risultati soddisfacenti e la iniziativa venne in breve a mancare. Lcroux non era un grand'uomo per nulla e, doè, una naturn che non cedeva. Ed egli si propose di trov:1re un processo assai ra.pido per la fusione dei car:lttcri. $ino a quel tempo non si era.no ottenute che centocinquanta lcllere col processo poli111~atipico. Il genio di Leroux cscogitv una combinazione nuova che ne dava fino quattro volte di più; ma crnno ncccssa.ri molti quattrini. molti an– (·ora, oltre le quarantamila lire che il duca di Loyncs gli prestò e d1c :rndarono tutte inutilmente spese. Come tutti i precursori. Leroux fu infelice nelle sue imprese: m:1 non lo fo già nelle affermazioni del suo c.-irattcrc coerente, ri– gido, .sicuro. Quando egli aveva il GltJb,·, pubblicò. in quel famoso giornale. alcuni :lrticoli originalissimi l~ densi su N:lpoleone. li principe di Ta!lcyrand volle sapere chi fosse \'autore di <1udle analisi rare su l'uomo tanto bestemmiato· e tanto :1dorato dai francesi e dal mondo tutto. Gli fu risposto che era Pietro Leroux. Quell:l. \'Olpe squisita, quel Macl1ia\·elli in scdicesimo, quel Ri• chelieu in ,;edice,;imo. quel sedicesimo di ciascuno di sedici grandi uomini politici . e per questo forse nella storia della ipvcrisia dipio- malie.a Talleyrand è un grand·uomo - incaricò persone acciocchè. Leroux fosse pregato di pa.ss. 'lr da lui che dcsidera\':l conoscerlo. Lcroux disse: (( Non vado d:ll traditore di tutte le cause!. .-\llora T:lllcyrand, che era anche un padre l..aincz dcll:l Com– pagnia di Gesi1. in scdiccs-imo, scm:a scoraggi:lrsi, cosi come pos– sono fare gli uomini che non hanno coraggio, ma furberia. :1ndò a fare una visita, egli stesso, al filosofo ri\•oluzionario. Il quale al principe di T:llleyrand, al manipolatore delle cen– tomila camorre diplomatiche, all'uomo onnipossente, chiuse la port:i in faccia. Gli uomini • bene educati», i borghesi, non C.'lpiscono questa forza di educazione! 1 PAOLO ÙRANO. LIBRI ED OPUSCOLI l,a lilosofla nella lelleralnra mod,\rna Tema vasto e difficile <1uanto importante questo, scelto a tr:it– tare da A. Agresti, in un volume recentemente edito dai Fratelli Bocca di Torino (t). La scienza e la critica moderna non considerano o'rn l'opera d':lrte come prodotto esclusivo del pensiero individuale dcll'artist:l. ma cercano e scrutano le ragioni intime e sociali dell:l manifesta– zione estetica, il rapporto cioè di dipendenz:i dell'artista dall'ambiente in cui vive cd in cui la sua arte si esplica. La filosofia, \'aie a dire la concezione generale della vita e del mondo, nonchè quella particolare ai fenomeni che si succedono e– ,;'inc:llzano nella storia ha infatti senza dubbio grande importanza nel determinare la forma ed il contenuto dell'opera d':lrte. Dopo le ricerche del Lazarus in Germania sulla psicologia col– lettiva e lo studio di T:line nel volume Plti/osoj>ldt de l'art, tale teoria ebbe abbastanza largo consenso fra i cultori dclh filosofia positi\'a che reagirono al concetto met:lfisico antico del '':llorc sub– biettivo e quasi indipendente della psiche e del pensiero indi,•i– duale dagli alti clementi della vita e dell'ambiente fisico e soci:lle. Ora il libro dell'.-\gresti, con vedute larghe e con copia di cogni– zioni, tende appunto a dimostrare la dipendenza del pensiero _artistico, o almeno delropera letteraria, nelle sue diverse ragioni cd esprc,;. sioni, dal pensiero filosofico e dagli awenimenti politici e sociali. La corsa rapida però che l'r\. fa dall'umanesimo fino alle ultime manifestazioni dell:l letteratura, parnassiana non pote\'a permettergli uno studio profondo. Meglio certo se egli :lvesse limitata la ricerca ad un'epoca o ad un genere letterario sviscerando profondamente i rapporti ch'egli intendeva stabilire. Oltrechè prt>scnt:lre agli studio:.i un-.>pcra pili proficua, egli a\'rcbbe certamente :lllora riconosciuto non essere possibile tenere cosi poco conto, come egli fa ed ahri fanno, dell'elemento indi,·idualc. L·Agresti sostiene una tesi, e come sempre in tali casi succede, egli è unilaterale, vale a dire studia la ripercussione del pensiero filosofico e del fenomeno sociale senza por mente che :rnche rindi– \•iduo come tale C elemento di cui è impossibile non tener conto come fattore subbiettivo di una data espressione d'arte e di lette· ratura. La reazione forte e neccss.'lria alrindividu:llismo, ha indotto all'error·e opposto, o almeno ha limitato lo spirito critico nella rieerc,·1 obbietti\'a degli clementi costituti\ 1 i del pensiero artistico. Si combattc una teoria unilaterale Con una teoria contraria. ma non meno p:sicologicamente semplicista, cd unilaterale, senza avvertire meno– mnmcnte che molti fenomeni non ottengono migliore nè pili com– pleta spiegazione colla seconda che colla prima teori:l. E infatti r Agresti, che sovente nelle linee generali ci d:\ dei quadri buoni e riesce a porre in evidenza il rapporto voluto di cau-.a cd effetto, manca poi e si oscura nei p:lrticolari, appunto pcrchè in (I) .-\• .-\GkF.S'fl: La jilo.rojfo udi« ldttra/11}'(1 J!JO<Ùrll(I, - Torino, Fratelli Oocca, I volume di 1278p:lg., lire 3.50.

RkJQdWJsaXNoZXIy