Il Socialismo - Anno III - n. 11 - 25 luglio 1904

fL SOCIALISMO i cannoni, di due o tre chilometri per i fucili, sono emi– nentemente seducenti in teoria; ma ognuno di noi sa che al di là di una certa distanza, un individuo si serve delia propria arma a un dipresso come lo potrebbe fare un cieco intelligente. Da che la vista non è piì.r netta, la nocività del tiro è quasi nulla. E io so benissimo che i cannoni moderni tirano con una precisione ma– tematica sopra un bersaglio invisibile ; ma bisogna ag– giungere ch'essi tirano non di meno alla cieca. igno– rando assolutamente ciò che avviene sul luogo invisi– bile ch'essi bersagliano d'obici e che di solito viene su– bito evacuato prima ancora che sia tirato il primo colpo ... Tutto ciò è confermato dai fatti. l combattimenti mo– derni a grande distanza cagionano - fortunatamente ! u.n numero relativamente ridotto di vittime ... Lonon vo– glio citar qui che un solo esempio. Quando il generale Cronje, co' suoi cinquem.ila compagni, fu definitivamente accerchiato dall'esercito inglese, quest'ultimo, per qua– .rantott'ore consecutive, scatenò sul campo boero un c~clone di ferro e di fuoco. E il risultato finale? Ot– tanta morti e feriti. lo non do, bene inteso, 11uesta constatazione come una scoperta; la diminuzione di nocività, nel cpmbat– timento moderno, t: un fatto riconosciuto. Ciò che, forse, è stato meno notato 1 è il secondo carattere della guerra scienti.fica che ho indicato poc'anzi: rapidità e preci– sione d'effetto, - e sopra. tutto le conseguenze psicolo– giche che ne risultano sul morale dei combattenti .... Cronje e i suoi cinquemila compagni - che non si possono certamente sospettar~ di inette1.za - interratisi nelle tane che avevano scavate in fretta, si erano ri– parati praticamente dalla tormenta di fuoco e di ferro. JVIaessi sapevano pure in modo assoluto che in quella guisa la vittoria non arrideva punto a loro, perchè Qo– minati dall'artiglieria nemica, essi non potevano piit porre in posizione la propria artiglieria. Il risultato quindi, con la precisione della lancetta d'un orologio, inelutta– bilmente doveva avanzarsi sormontando ad una ad una tutte le tappe orarie ... La lottci tra gli inglesi e i boeri doveva risolversi, matemat'ica.n1ente, nel termine in cui si risolvette, non ostante l'eroismo dimostrato dai boeri, sebbene l'attacco inglese fosse mal preparato e difettoso per la qualità dei comandanti e delle truppe. L'Inghil– terra trionfò semplicemente perchè, come si dice in al– gebra, A era maggiore cli B. Tutte le illusioni che la simpatia per il pi\1 debole aveva fatte concepire al prin– cipio della lotta dovettero finalmente declinare dall'oriz– zonte dell'imaginazione. Questo medesimo fenomeno cominciò ad apparire negli occhi piì:1prevenuti, anche vggi, nella lotta tra la Russia e il Giappone. Dopo la fantasmagoria dei primi telegrammi, la realtà matematica deve avere la sua rivincita. I giapponisti più determinati, gli anti-russi pili ferventi sono neces– sariamente costretti a riflettere alla sproporzione irre_ cluttibile dei mezzi d'azione tra i belligeranti. La con– clusione e A è maggiore di B > si impone ancora. Oggi non è più il -tempo in cui Davide uccideva Golia col sasso d'una 'fionda destramente maneggiata. Golia e Davide, oggi, si l>atto110a grande distanza, essi si scagliano dei colpi dei quali appena uno su mille colpisce nel segno. Ma se Golia può sostenere a lungo la spesa de' suoi colpi azzardosi, la disfatta di Davide è altrettanto certa quanto una congiunzione astronomica calcolata anticipatamente da un geometra. * * :t. Così, il duplice carattere d~lle lotte armate nei tempi moderni, e nell'avvenire, le fa prevedere sempre meno micidiali e sempre pil1 decisive. Nel ffiomento dell'in– contro, la posizione dei combattenti apparisce o d'una sicurezza intera o assolutamente insostenibile, ma inso– stenibile in modo tale che l'eroismo non vi si possa in alcun modo richiedere. Se Serse avesse potuto collocare· tre cannoni da 75 in batteria all'entrata delle Termo· pili, si sarebbe giustamente rimproverato a Leonida la follia di opporvi i suoi trecento spartani ... Questa legge dell'inevitabile si esercita egualmente sull'assieme della lotta tra due nazioni. Nel momento in cui esse passano dal piede di pace al piede di guerra, tra i testimoni e tra i combattenti, sorge l'incertezza sulle forze reali di cui gli antagonisti dispongono: è l'ora delle ipotesi, delle predizioni avventurose, dei telegrammi sensazio· nati. Ma, prestissimo, la realtà si manifesta con una forza imperiosa di evidenza. Le risorse di uomini, di armamenti e di danaro sopra tutto, sono visibili all.-1 luce ciel meriggio, invece di essere valutate dalle infor– mazioni che fornivano gli interessati. E siccome i mezzi d'azione della guerra moderna sono scientifici, cioè in– fallibili, si può calcolare il momento in cui quello dei due duellanti, che disporrà di minori mezzi, dovrà ri– nunziare alla lotta. Esso vi rinunzierà cli certo volontariamente, assai prima che i suoi mezzi di azione siano interamente esauriti. - come una truppa moderna abbandona un forte scoperto non appena la grossa artiglieria nemica è posta in modo da bersagliarlo. A che fine rimanere, resistere ? Ciò non servirebbe assolutamente a nulla ... Così la nazione più debole si dirà : « A che scopo con~ tinuare? Sarebbe il suicidio, senz'altro ... 1, Tale fu il caso dei boeri, che salvarono, se non la loro nazionalità, almeno la loro esistenza collettiva. Per tutte queste ragioni si può concludere che i pa– cifisti non hanno assolutamente torto di in.travedere la fine delle grandi guerre, - a condizione che essi non assegnino a questa fine una scadenza prematura. Già il momento è vicino in cui i popoli deboli non potranno piit commettere la pazzia di lottare contro i popoli forti. E siccome i popoli forti saranno evidentemente tentati di abusar della propria forza, i deboli saranno costretti da una assoluta necessità· a cercar qualche appoggio, a confederarsi tra loro e coi forti. E quando, non ostante i consigli della. saggezza e perchè quasi sempre i po♦ poli saranno stati ingannati dai loro governi sulle pro– prie risorse, la guerra scoppierà ancora, essa sarà allora, probabilmente, infinitamente dispendiosa e assai poco miçidiale.

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