Il Socialismo - Anno III - n. 3 - 25 marzo 1904

34 IL SOCIALISMO anche la modesta riforma proletaria del riposo festivo. E così, badaluccando e bizantineggiando, si arri– verà col luglio alle vacanze autunnali liberatrici. A fine novembre si tornerà a badaluccare e a bizan– tineggiare e così si arriverà alla morte di questa XXI legislatura, che avrà pur visto - da Pelloux, a Saracco, da Zanardelli a Giolitti - ,e vita, morte e ... miracoli » della illusione riformistico-ministeriale di una parte del nostro partito. Rinsangueranno il Pii.rlamcnto le l;rossime ele– zioni generali ? Molti lo sperano, ma non c'è da farsi illusioni. Il suffragio elettorale ristretto e la stessa inesistenza, o meglio la immaturità delle grandi correnti poli– tiche - e cioè di interessi d, classe - nel nostro paese, non ce ne danno soverchio affidamento. _Per il parito socialista - se non saremo scissi e com– battenti_ lotte fratricide- credo fermamente che avremo altri progressi di voti e di eletti : se pur non così forti come nelle elezioni deJ 1900, che furono fatte nell'atmosfera arroventata delle vittorie ostruzio– niste. Gli altri gruppi di Estrema credo non aumen• teranno. E così il programma nichilista-dilatorio di Gio– vanni Giolitti avrà qualche probabilità di continua– zione .. ~ salvo l'imprevisto. • * * L'imprevisto sarebbe che il paese arrivasse presto a liberarsi dal suo incubo. E l'incubo suo è la miseria, miseri~ materiale e morale, in giacca e in abito nero, fra i cenci pro– letari e gli abiti sdrusciti della. piccola borghesia. E l'incubo è prodotto dalla compressione soffo– catrice delle crkchc parassitarie. Esse, eia una parte, succhiano il bilancio dello Stato nelle spese impro– duttive e negli alti interessi ciel debito pubblico - che sono « la lista civile della borghesia» anche senza aggiungervi le mangerie brigantesche del pubblico denaro. E dall'altra parte esse dissanguano l'economia nazionale coi protezionismi doganali, che regalano oziosamente centinaia di milioni ai grandi proprietari (col dazio sul grano) cd ai grandi capita– listi (coi dazi sui prodotti industriali e sui generi cli prima necessità, come petrolio, zucchero, cotone, ecc.) - mentre rendono pili costosa e pili difficile la vita dei lavoratori - ai quali lo Stato prende poi anche la masSima ,parte dei 70 .milioni a;nui col prezzo usurario del sale e succhia altri 35 milioni (netti) dalle loro tasche in miseria col regio lotto !... Sicchè il proletariato delle campagne e delle offi– cine soffre di disoccupazione acuta e cronica o di bassi salari e immiserisce qui (il consumo del sale è andato diminuendo in tutt11. Italia!) o deve emi– grare. E la media borghesia produttrice dell'industria e dell1agricoltura• non ha sollievo nè aiuto e non può rafforzarsi. Onde uno stato di anemia e fiacchezza econo– mica in tutti i ceti sociali • meno le cricche paras– sitarie - capitalistiche e militaresche e burocratiche - da cui deriva la mancanza o l'atrofia delle grandi correnti politiche. E su questa smorta palude economico-politica fungheggià il neo-trasformismo giolittiano. * * * lVIa così non può durare. li paese è già scosso e vede le ragioni della sua debolezza economica e comincia ad avere la volontà di porvi riparo. Se il partito socialista avrà il co– raggio della pazienza, di continuare llCr qualche anno ancora la sua opera ostinata e intransigente di propaganda e di organizzazione del proletariato, anche il resto del paese potrà liberarsi dal suo incubo e determinare - per contraccolpo allo sti– molo della nostra lotta di classe - energiche e feconde correnti di vitalità economica e politica. Se invece il partito socialista s'illuderà di anti– cipare, con una specie di allattamento artificiale, codeste correnti e i rispettivi partiti, nè compirà l'opera sua specifica di partito di classe nè antici– perà la formazione della invocata demo<.:razia. E l'incubo allora continuerà. ENRICO FERRI. PROBLEMI SOCIALI LaR.iforma dellaScuola e il Materialismo economico I)a un po' di te·npo in qua. non c'è forse questione pili dibattuta della riforma scolastica. L'argomento non è di quelli che appassionino· troppo i partiti o a cui tocchi sovente l'onore di esser portati alla ribalta della pubblica opinione: è già 1nolto anzi se con tono ac– cademico se ne discute nei libri e nelle riviste, non potendosi certo prendere sul serio quello spunto arti– ficioso di polemiche che, alla vigilia dei Congressi, so– gliono far capolino sui periodici quotidiani quasi a riem– pire gli spazi e a colmare i vuoti prodotti dai lunghi ozi estivi delle due Camere. Eppure noi ci troviamo cli fronte a un problema cli così alta importanza, da im– porsi a quanti studiano il complesso movimento storico nellf sue svariatissime sembianze e ne seguono le vi– cende attraverso le lotte degli uomini, attraverso le sconfitte e le vittorie dell'Ideale.

RkJQdWJsaXNoZXIy