Il Socialismo - Anno III - n. 3 - 25 marzo 1904

LL SOCIAL!S~lO 35 La rapida evoluzione della vita moderna, il giuoco sempre pili complicato delle forze che emanano da essa e le tendenze nuove dello spirito umano hannò com– pletamente distrutto nell'ultimo ·cinquantennio quell'idea– lismo che fu la caratteristica dei secoli precedenti. Ora tutta la storia, sia nel campo del pensiero come sul terreno dei fatti intorno ai quali va intessendo la sua tela, segue un indirizzo più positivo che si manifesta nella scienza, nella letteratura, nella politica, in tutti i rapporti delle classi e dei popoli : solo la scuola per~ mane sepolta negli strati geologici del passato, al di fuori della vita, al disotto di ogni fecondo movimento dello spirto. Di tale stato di cose, riferibile senza dubbio a un insieme di cause diverse, è responsal,ile in parte anche quel gruppo della democrazia che, in omaggio alla sua rigida concezione del dinamismo sociale imperniantesi nel fattore economico,( dimentica quale elemento pro– pulsore di civiltà e quale forza sovvertitrice sia il pen– siero umano. E poichè Enrico Ferri, a cui ne avevo scritto lamentando questa che a me pare una colpe– vole deficienza ciel suo partito, rispondeva invitandomi ad una critica organica ed obiettiva dei nostri ordina– menti scolastici, in attesa di poter rubare un po' di spazio al suo giornale e dopo l'articolo di Arturo La– briola comparso sull1Avanli l del giorno 7, io sento il bisogno d'insistere su una pregiudiziale teorica - ha ben questo valore, anche contro loro volontà, il nuovo credo di molti marxisti - che fa sentire il suo contraccolpo sui metodi e sull'azione pratica del socialismo. Il quale, n1entre è tanta parte dell'anima collettiva e pretende di essere all'avanguardia di tutto il movimento demo– cratico contemporaneo, mostra poi in effetti di tenere in ben poco conto quei problemi che, pur non rife– rendosi immediatamente al suo campo di battaglia, si ricollegano tuttavia per molteplici aspetti con lo svi– luppo civile della nazione e con l'avvenire del prole– tariato. Noi non si vuole con ciò, come fa il teosofo per il fatto religioso e il giurista per il diritto o il biologo per il principio della lotta intesa in un senso più o meno darwiniano, metter fuori come causa esplicatrice della storia un nuovo quitl fenomenico. Lasciamo ai pedagogisti di mestiere il compito di ridurre il co-mpli– cato processo storico al denominatore comm,1edell'edu– cazione e. quindi, la ingenua pretesa cli cambiar fac– cia al mondo con qualche ritocco alla coscienza umana, la quale tornerebbe così per altra via ad essere il sub– strato e il vero tle11sex madiùta di ogni profondo ri– volgimento. Chi scrive ha rinunciato da un pezzo ai miracoli e, lungi dal vedere nel processo sociale una dipendenza assoluta ed esclusiva dalle astratte categorie del pen– siero, ritiene anch'egli essere il movimento delle idee un riflesso diretto del movimento delle cose. Il materialismo economico, du11que, sta bene. Ma bisogna _andar cauti nella pratica applicazione di tale dottrina; e. poichè non si vive solo nel campo teorico della filosofia, sì bene anche e soprattutto nella sto,ia, non sarà forse inopportuno il tentativo di rafforzare o infondere, dove rrlanchi, il convincimento che la lotta a base di leghe e di scioperi piì:1o meno vittoriosi, se è tanta parte ciel socialismo negli odierni conAìtti di classe, non dispensa poi un partito il quale dev'essere per la complessa natura dei suoi fini il condensatore di tutta la multiforme realtà sociale, dal rivolgere la sua · azione e premere a11c/Je su quella che da Marx in poi suol chiamarsi la superstruttura ideologica della società. E favorire questo sdoppiamento nei mezzi di lotta, con– centrando il massimo sforzo nelle competizioni dirette tra capitale e lavoro, riducendolo in vece a.... zero in ordine a problemi piì:1spirituali. di cui il Labriola viene ora allegramente a cantarci l'elogio funebre, vuol dire far cosa contraria agli stessi interessi ~lei proletariato, per il quale non può essere indifferente il trovarsi di fronte una borghesia educata al culto della morale po– sitiva e ricca di sapere moderno piuttostochè una classe semifeudale i~ cui, nonostante la vuota fraseologia san– culotta, fermenta ancora, per opera di una falsa edu– cazione, la vecchia anima della società a base di egoi– smi di casta, di pregiudizi filosofici e cli diritti piì:1 o meno divini. Jn attesa dunque che un profondo rivolgimento in quei rapporti di esistenza da cui la scuola marxista si ripromette il passaggio definitivo ad una forma di ci– viltà superiore diventi un fatto concreto, sa.rebbe dav– vero un vano sciupìo di tempo e di forze - come· da molti si pensa - il sostenere e vince-re accanto ad altre lotte, anche una grande battaglia per un sistema di educazione capace di modificare nelle idee e nei senti– menti la mentalità delle classi alte, e aprire un solco profondo attraverso quel denso strato di fossili umani · che, assai piì:1vicini alla preistoria del pensiero, sono ancora al difuori di ogni positiva ed organica conce– zione del rnondo e della vita? E non è un quesito ozioso questo che io propongo nè un fuor di luogo l'indugiarvisi, poichè dal diverso modo d'intenderlo dipende in gran parte l'atteggiamento che di fronte al grave problema scolastico potrà assu– mere il partito sociaiista. 11 quale, mentre bizantineggia ancora sulle famose tendenze oscillando tra il riformi– smo e la rivoluzione, ossia tra il desiderio di conquiste immediate preparatrici del futuro ~ le idealità lontane obliose ciel presente; mentre, troppo pregno di conte– nuto materialistico, è assorbito dalle lotte politiche ed economiche, dimentica con eccessiva disinvoltura le bat– taglie collaterali che potrebbero di quelle facilitare il trionfo, e, quasi non conoscesse la comp!essilà ciel mo– vjmento sociale, ha il torto innanzi alla nazione di ve– nir meno ai suoi più elementari doveri verso la cultura collettiva, doveri tanlo pH1 sacri e impellenti quanto più diffuso è il silenzio e maggiore l'accidia della bor– ghesia. Noi non si pretende, ripeto, di sostenere che la scuola abbia tale efficacia sulla civiltà da segnarne la traiet– toria e, quasi immunizzandola dall'azione delle foT'lecir– costanti, sottrarla completamente all'influsso cli quegli elementi svariatissimi che ne costituiscono l'ambiente esterno e sono i segreti animatori della vita sociale. Tuttavia tra i metafisici che dalla sola forma della co-

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