Il Socialismo - Anno III - n. 3 - 25 marzo 1904

42 IL SOCIALISMO e direzione delle scuole dei villaggi ed a dare nelle mani dei contadini, sotto fom1a di lotti della parroc– chia, quanta più terra è possibile strappare al1e mani dei proprietari. La propaganda della II Fabian Society,, in Inghilterra. r>iamo il sunto di un opuscolo pubblicato dalla • Fabian Society • e diffuso a migliai:-i di copie fra i contadini inglesi. L:'l prop:1g:mdn i; ._uggesti\·:t, per quanto finora i suoi effetti non sono lusinghieri troppo. Capitale e terra - Uno dei grandi errori degli eco– nomisti, una interessata finzione della classe domina– trice è la sc1x1.razione in due entità distinte della terra e del capitale. L'errore o l'inganno 11011 potrebbe es– sere più grande. Un argomento dei capitalisti è che il capitale è resultato del lavoro e del risparmio. la terra no. Ciò non è vero. La natura ci ha fornito, come unici strurnenti della forza fisica, del clima e del suolo vergine. Ma perchè il suolo acquisti un qualunque va– lore necessita del lavoro dell'uomo; e quanto piì:1questo suolo è prossimo ai centri della attività umana, alle grandi città, ai centri industriali, tanto piì:1questo suolo, CJUand'è coltivato e lavorato ed impiegato dall'uomo. acquista valore. La rendita del1a terra è dunque re– sultato dell'opera dei lavoratori. L'opera di J. Stuart e di Henry George in favore della nazionalizzazione della terra ha avvicinato ai so– cialisti molte persone che parevano non volere accet– tare nessuna delle premesse cli questi ultimi; disgrazia– tamente molti rifuggono dal volere la nazionalizzazione del capitale industriale come vogliono quella della terra e questo crea fra loro etl il Partito socialista una di– screpanza tutta a clannl-; del resultato finale dell'opera di emancipazione della classe lavoratrice. t invero un'assurdità voler separare il capitale dalla terra. Infatti due forme di possesso rappresentano la ricchezza nazionale che è indivisibile, ed è un'assur– dità volerla separare in due parti distinte. Infatti la tassa che colpisce la terra è la stessa che colpisce- il capitale e la famosa imposta del 20 per cento, della quale i nazionalisti della terra ed i radicali domandano l'applicazione, non è che una forma aspra cli quella tassa dei 4 scellini per Lst. proposta su tutta la pro– prietà realizzabile e gli interessi trasferibili a terzi. li Giffen dà una statistica del capitale inglese ri– sultante dall'accurnularsi delle rendite e trova che am– monta a Lst. , ,,393,567,933. n valore della propriet:\ mobiliare non impiegato come strumento o mezzo di lavoro è poco meno di due decimi della ricchezza to– tale. Le abitazioni e la terra loro attinente un poco pili di due decimi. I rimanenti sei decimi sono costituiti da strumenti di lavoro, terra, capitali impiegati nella pfocluzicine della ricchezza, come le mine, i trasporti, l'agricoltura., le fabbriche, ecc. Tutti insieme questi mezzi sono messi in opera dai lavoratori, i quali, per compenso, ricevono ciò che ap– pena appena basta a mantenere magramente la loro vita; mentre i capit::>.listi ed i proprietari ritraggono, sotto forma di rendita e di interessi, dalla terra e dagli strumenti ch'essi non lavorano nè impiegano, un totale che eguaglia il guadagno dei lavoratori d'ogni classe - dai burocratici agli artigiani - più il valore che risulta dai sempre migliorati mezzi di produzione. I proprietari sommano a 180,524. Sopra una popo– lazione di oltre 37,000,000 i due decimi di questa pos~ seggono i dieci undecimi dell'area totale. Una metà della ricchezza del regno è posseduta da persone che, morendo, lasciano piì:1di Lst. 20,000, esclusivamente dalle case e dalle terre. E queste persone formano una classe di non piì.1di 25,000 individui. Questi che sono i grandi proprietari del suolo sono anche, e nel mede– simo tempo, i grandi capitalisti. Si è detto che anche fra gli operai ce ne sono che posseggono terra e ca– pitale.: anzi si è detto che la classe operaia, come classe, è capitalista; ma la statistica lo nega. Una ve– rifica prova che i depositi alle Banche di risparmio, alle Casse postali, affidati ai tutori: alle Società popo– lari cli costruzione, depositati nelle casse nelle Trnrles– U11io11s, dellt Cooperative, delle Società di mutuo soc– corso e previdenza e delle Società operaie d'assicura– zioni sommano a Lst. 241,230,141, cioè poco più di un quindicesimo del capitale prodotto e della terra la– vorata dagli operai. Ora tutti quelli che si occupano della questione so– ciale converranno che l'uso del capitale e della terra deve essere rivolto al benessere di tutti; e come non vorranno essi convenire che è abusare del capitale e della terra continuare in questo sistema che sulla somma di Lst. 1.450,000,000 di rendita non dà ai lavoratori che la producono se non Lst. 530,000,000, cioè poco piì:1 d'un terzo? Il resto della ricchezza è assorbito t.lnlla piccola parassita classe proprietaria e ciò ha per resul– tato che a Londra, per esempio, vi sono, ogni anno, 35,000 maschi adulti (il che suppone, con le famiglie, una popolazione di 100 1 000 anime) che muoiono di fame cercando lavoro senza poterlo ottenere. Uno su cinque londinesi muore al ricovero, all'ospedale o al mani– comio; uno su quattordici della classe lavoratrice è un pn11per (diseredato) o lo è stato. Nazionalizzare la terra, dunque, non basta; bisogna anche nazionalizzare il capitale, e quelli che vorrebbero l'una cosa e non l'altra non sono logici. Lo sono in– vece i socialisti, i quali in molti atti strappati al 1>ar– lamento dall'inevitabile procedere delle cose scorgono il principio cli una limitazione della potenza del capitale, preparativi facilitanti la nazionalizzazione dei due grandi fattori di ricchezza : terra e capitale. _E a questo biso– gnerà giungere perchè lo sfruttamento e la miseria ab– biano un termine. IUVISTA DELLE, RIVISTE SOCIALISTE Riviste russe. La Guerra. '.\lcntrc i giorn:lli nazion;Jlisti russi vorrebbero trnsformare b guerra contro il Giappone in una guerra -.anta, in una guerrn di rnzze e di religione, il principe '.\lcsscersky, il pih reazionario pub• blicist:l dcll:1. Rus'ii:t, non tr.:ll:tscia di esprimere i suoi timori per ri– guardo alle conseguenze di questa guerra. Felice o infelice essa

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