Il Socialismo - Anno III - n. 3 - 25 marzo 1904

40 IL SOCIALISMO Lo s,•iluppo norm:llc del progresso tx1rallcl,uncntc alle 111odificazioni dcff:unbicntc economico e del meccanismo mentale è scgulto in modo mcr:wiglioso l' desunto da leggi economiche e p..,icologichc; il sor– gere, lo svilupp.usi delle forze sociali è tracciato col piu grande ri– gore scientifico; e la rc1>ubblica sociale non è una ricostruzione uto– pistica :llla Platone, :,.Ila C:unpanella, o, peggio :lncora, alla }.lorris o :lll:t Bcllamy; ma è una induzione appoggiata ad i1>0tcsiche tmlln h:umo di arbitrario o di teologico. Infine, tutto il libro è una splcn– dicb confutazione - cd è autorevole confutazione in quanto l'autore è un fortissimo economista - di <1ucgli scienziati unilatcr.1\i, che dalle ipotetiche costrur.ioni di economia pura ri:lfform:rno la soprav\·i,•cnz.'l dell'individualismo contro il socialismo, dei sentimenti egoistici contro la ~"Olid:uict!\sociale, degli istinti autocratici contro i trionfanti ideali <kmocrntici. FKANCESCO AKCA. VITA PHOLETAUIA INTERNAZIONALE 01\LLl\ GERMl\Nll\. L'interesse principale della politicà interna si aggira da settimane intorno alla vergognosa opera poliziesca che la Prussia presta all'impero dello Czar, con espulsioni, spionaggi, e servizi di boia. fatti dal governo tedesco contro gli emigrati russi. Siamo al punto, che ogni uorno onesto si deve verrgognare del nome di tedesco, visto che il go. verno si mostra abbastanza spudorato da conse– gnare agli aguzzini russi tanta povera gente, espulsa dal proprio paese, dannata a fare una vita misera e randagia all'estero, solo per le sue convinzioni politiche. Quanta bassezza, quanta ignominia in quest'opera di servilismo! I russi in Germania sono continuamente sor– vegliati da sbirri russi, si intercettano le loro let– tere corrompendo ufficiali postali e telegrafici, s'in– quisisce sulla loro vita famigliare ed intima, com– prando le persone al loro servizio, si penetra nelle loro case, scassinando i loro scrittoi e cassette, asportando carte e documenti, procurando così con tutti i mezzi della delinquenza volgare e violenta il materiale di cui si serve la· polizia russa. Le autorità arnministrativc e giuridiche tedesche stanno a vedere, se non vanno fino a prestare mano all'assolutismo russo. Si è perfino visto in questi giorni che la Prussia s'abbassa al punto da im– molare i propri figli al 1\lloloch czaresco. A Konigsberg vennero arrestati settimane fa due compagni nostri, perchè nascondevano nelle loro case degli stampati proibiti in Russia, sotto accusa di complicità Ùt alto tradimento commesso ·versol'at– /ca/o ·impero russo, non che di lesa maestà contro lo Czar! Quando il Reichstag minacciava d'occu– parsi della faccenda, gli arrestati vennero posti in libertà. Dopo l'interpellanza dei deputati Bebel e Ilaase però si procedè di nuovo al loro arresto. malgrado le parole roventi con cui i nostri depu– tati avevano stimmatizzate le colpe del governo. <( Non 'si è mai accorto il nostro governo» esclarnò Haase << che il tollerare il regime poliziesco russo sopra terra tedesca equivale ad una rinuncia della nostra autonomia ed indipenza di Stato? Perfino nei tempi vergognosi dopo la rivoluzione di Karlsbad il governo prussiano mostrava maggiore fierezza e dignità di ora. La nostra polizia è in molte cose piì, russa della stessa pqlizia dello Czar. » E fra gli applausi del suo gruppo Bebel dichiarò: « Mai uno Stato civile pose un principio così barbaro, come qucllo di consegnare al boia di un' altra nazione dei rifugiati che hon falliranno in alcun modo contro le leggi del paese che li ospitava. Gente che viene in Germania per studiare si vede perseguitata a guisa di bestie feroci, viene spogliata della possi– bilità di esistenzéf in modo da costituire una ver– gogna per tutto il mondo civile. Non si accorgono loro signori che parte vile le autorità tedesche si assumono di fronte alla polizia russa? Siamo dive– nuti i lustrascarpe della Russia? n Malgrado tali gravissime parole il rappresentante del governo ebbe la sfrontatezza di sostenere tran– quillissimamente che 11011 vi fosse ragione alcuna per cambiare la consuetudine invalsa di fare accom· pagnare i russi sospetti alla frontiera russa. L'im– pressione di tale dichiarazione fu addirittura disa– strosa, dentro e fuori il Parlamento. Seguirono tante e tali dimostrazioni di protesta che i ministri del– l'interno e della giustizia credettero necessario di tentare una giustificazione. Naturalmente pensarono bene di -non farsi vivi al Reichstag, dove c'è il gruppo socialista pronto a rispondere, ma portarono la loro parola alla dieta prussiana, per dare ad in– tendere che i socialisti arrestati a K0nigsberg fos.– scro stati convinti di un complotto contro la vita dello Czar. Naturalmente, nessuno che sia sano di mente, ci crede una parola, ma a lungo andare il governo confonde nelle teste dei reazionari e degli indifferenti i concetti di socialismo e di anarchismo, preparando così a poco a poco l'ambiente per il colpo di Stato con cui sogna di abbattere il grandioso movimento ernancipatore del proletariato tedesco. . .. Dopo la disgraziata fine del grande sciopero di Crimmitschau i capitalisti e le loro organizzazioni sono sempre pii'1attivi nell'escogitare provvedimenti per legare le mani al proletariato socialista e per aumentare la tirannide capitalista. Ora si sta for– mando una grande organizzazione di tutti i padroni industriali della Gerrnania. Si cerca di rendere im– possibile in avvenire uno sciopero come queWultimo dei tessitori, che ha portato tanto danno al capitale. ~aturalmente i padroni non potranno raggiungere questo loro intento, giacchè anche i lavoratori si muovono. Il sentimento di solidarietà è ormai desto in tutta la classe operaia. Essa sente che sta per avvicinarsi l'ora in cui dovrà difendere i suoi pila sacri diritti contro la prepotenza capitalistica. * * * Nella vita interna del partito, che dopo Dresda era ben presto ritornato al sereno, si è avuto ulti– mamente un incidente tutt'altro che gradevole, non tanto per l'eco suscitata nel partito, quanto per il suo valore sir,tomatico. li compagno deputato Schip~ pel, già da molto tempo noto nel partito come un fro11dcur in materia di questioni doganali e fi– scali, tenne a Berlino una conferenza, nella quale, secondo il resocondo fattone sul Vorwacrts, s'associò proprio a quel modo di vedere che durante tutta la lotta contro le tariffe veniva qualificato dal no-

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