Il Socialismo - Anno III - n. 2 - 10 marzo 1904

22 IL SOCIALISMO Allora fu da noi dimostrato - lo accenneremo senza bisogno di entrare in particolari - che _il quanto di debito imputabile al costo dello esercito doveva corrispondere, per lo meno, al valore di tutti i materiali posseduti dal ministero della guerra, il cui importare ascende a 750 milioni circa di immobili e 7 I 5 di mobili; la cui creazione costi– tuisce quello che si dice, in linguaggio di bilancio, un insieme di movimenti di capitali, ossia di tra– sformazioni di capitali, il denaro divenuto mate– riali. Anche il ministro San ì\1artino disse alla Camera che quel capitale doveva considerarsi come una gran partita _di movimento di capitali, ma non disse come la contropartita, cioè il capitale neces– sario per acquistarlo, fosse stato procurato. Ora sappiamo bene che fu procurato col debito ed è perciò di queste, la contropartita e r~ciproca– mente. La sola cosa, decisiva mi pare, da aggiungere ora, perchè omessa da me per manco di pratica, è questa, che il consuntivo, parte II, pag. 2, con– sidera la questione come facciamo noi. Infatti, nel dimo::;trare in quel prospetto le attività e passi– -;1i'tà patrimoniali dello Stato, esso registra e con– sidera il valore di quei materiali (1) assieme al valore delle forrovie, dando all'uno e all'altro valore per contropartita, ossia passz.'vùà, lo ammontare del debito. Non poteva dimostrarsi meglio e in minor nttmero di parole che a quel materiale, sia esso il militare o il ferroviario, corrisponde un debito, e che perciò noi non lo acquistammo con il risparmio come pretende di farci credere il generale, relatore di bilanci militari imbrogliati. La. conseguenza logica, sotto l'aspetto della ragioneria, è che sul rendiconto generale della azienda << esercito >> l'attività ·dei materiali n"on essendo produttiva di interesse, anzi rappresentando in parte una perdita per fitto e imposta fabbricati e terreni, resterà scoperto interarnente l'interesse del debito, O?sial'interesse della passivi"tà creata per acquistare il materiale medesimo, e questo interesse del 4 per cento dovrà a1:idare ad aumentare il costo dell'esercito quale risulta dal consuntivo parte I, cioè dal bilancio in denaro. Occorre spiegare di pili ? (1:) I soli immobili destinati alle fortificazioni hanno liii valore uflìcialc di 325 milioni, m:l. non sono compresi dal consuntivo fra le attività patrimoniali, credo per una semplice ragione buro– cratica., perchè il loro ìnvcnt:-irio non è conservato presso la Di– rezione generale del demanio, ma presso il ministero della guerra (art. 5 del regolamento di contabilità generale). I,a Direzione del demanio, perciò, non conosce q,1cl materiale e la Rngioneri:l. non lo registrò. E." cosa certa. - I restanti 425 milioni rappresentano im– mobili di sen,izio governativo e dei corpi. Vi si spendono ogni :mno per manutenzioni e miglioramenti quasi 4 milioni e m~zw, cioè oltre il 25 per cento d~I~ rendita presunta d~~li i_mmobili '.n_ed:· simi. li loro valore pcrc10, qu:llc fu sopm stab1hto m 425 m1hom, non è ecccs"sivo. Noi però avevamo aggiunto alla quota di debito in,putabile al costo dell'esercito anche la perdita della imposta fabb(icati e terreni, posseduti, come si sa, in 7 50 milioni dal ministero della guerra, pcrchè questa imposta è una conseguenza naturale della qualità del capitale immobile, che fuori delle mani del govcrn~ non può andare esente da simile imposta. Abbiamo noi esagerato allora, non dico nfl prin– cipio di massima, ma nello ammontare dell'"in1posta aggiunta al costo.? Non entreremo in questa discus– sione. E' un particolare di importanza secondaria e trascurabile, dal momento che abbiamo provato esuberantemente che, attribuendo allo esercito un maggior costo complessivo di 73 milioni pel debito, non cademrno in esagerazione, poichè la sola quota di debito, acecrtata ora, ascende anzi a 1ò7 milioni. Concludendo circa la spesa rnilitarc nascosta di· 73 milioni almeno pc! debito pubblico, noi soste– niamo che il mantenimento ordinario della difesa terrestre ha dato origine a un debito pubblico rag– guardevolissimo, la cui riprova la troviamo - ma in parte soltanto - nel valore del materiale immobile e mobile infruttifero in dotazione alla difesa mede– sima. Esso materiale non fu creato con risparmi del bilancio della guerra, come pretende far credere il generale r-.1arazzi,ma fu creato col debito, cd è di questo una rappresentanza, una contropartita, come sono una rappresentanza del debito anche le ferrovie di proprietà dello Stato. Se il materiale militare non esistesse una corri– spondente partita di debito pubblico non esisterebbe, e quindi il bilancio dello Stato pagherebbe in meno una. ragguardevole somma di interessi di debito. Il materiale militare non è fruttifero come sono fruttifere le ferrovie e perciò noi dobbiamo conteg– giare sul costo dell'esercito tutto intero l'interesse. del debito corrispondente al valore del materiale me– desimo senza alcuno accredito, mentre per le fer– rovie dovremmo invece conteggiare ìl reddito di esercizio e così detrarre dal loro costo annuo l'in– troito che producono. Da questo· modo di essere del materiale militare procedono alcune conseguenze dirette consacrate dalla legge e dal regolamento di contabilità, che il solito ex-relatore di bilanci militari ci ha contestato col suo modo spicciativo del sì e del no. Per esempio: << l beni immobili dello Stato si intendono dati in locazione dal demanio alla guerra (art. I 5 del re– golamento). Quando ne cessi l'u~o per I' ammini– strazione militare essi ripassano al demanio (art. I I). I redditi effettivi degli immobili devono versarsi al tesoro (capitoli 1° e 11° bilancio entrata). Gli oggetti

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