Il Socialismo - Anno III - n. 2 - 10 marzo 1904

20 IL SOCIALISMO laborando coi governi democratici, che viceversa non si decidono a nascere ; attuando la democra– tizzazione delle finanze nella sola partita... delle entrate; tentando di persuadere la Sinistra a lasciai-si governare dall'Estrema, e rincorrendo la chimera degli uomini che sappiano dominare la situa-."ione, con la istcssa ingenuità romantica con cui nel– )' Aiglou di Rostand Napoleone II dice a]I' impera– tore d'Austria : « O come sarebbe bello che un imperatore, per un suo nipotino, sconvolgesse la storia ! » Coloro, che con una palese degenerazione dello spirito socialista, sono arrivati a tali ubbie rifor– mistiche, hanno troppo prestigio cl' ingegno é troppe larghe benemerenze perchè il Congresso sc.1.ppia ridurne il pensiero entro l'angolo tradizionale del partito? E allora dove si andrà? Non alla ruina, pcrchè il partito socialista è un prodotto naturale cd in– sopprirnibilc della struttura economica moderna ; onde la lolla di classe non si sopprime nè si rat– tiene con un ordine del giorno. 1\1a, se non prevale _il concetto della disciplina, fatto valere da Enrico Ferri, che freni queste manifestazioni abberranti del socialismo assai pili pericolose della cc frase rivoluzionaria )> dalla quale\ si guarisce ben prest0, noi entreremo in un periodo anche pili lungo di stasi .e di rnalesserc. Occorre che a Bologna taccia perciò ogni ri– guardo umano : che si ricordi che il partito vale pii'1 di ognuno; e ognuno dica la sua parola franca e coraggiosa. Noi votererno per l'unità del partito,. perchè essa è una ragione di principio per noi. Il pro– letariato, unico nella sua esistenza eco;1omica, deve avere un'unica espressione politica. Chi questo con– cetto dell'unità, sostenuto validamente anche dal Prampolini, rigetta o schernisce, ha già cessato - senza accorgersene - di essere socialista. E siamo sicuri che dentro la serbata unità del partito la logica delle cose prevarrà sulle esage:·a– zioni degli uni e degli altri, e si riassiderà di nuovo fra noi, restituendoci a quel concorde lavoro di organizzazione, che già ci dette tanti successi e tanti trionfi. ENRICO LEONE. PROBLEMI SOCIALI UN <ìENERALE RELATORE DI BILANCIMILITARI Il costo dell'esercito. li. Ritengo per cosa certa che nessuno avrà avuto bisogno delle parole del mio articolo precedente per convincersi della verità « essere stato anche l'esercito uno degli autori dell'aumento del debito ». Mi resterebbe perciò a stabilire quanto di questo aumento di debito sia all'esercito imputabile. Si ~"1 che i documenti ufficiali non danno in cifre distinte un sin;·ilc risultato, come lo danno in– vece e i bilanci e i consuntivi per il costo delle ferrovie, la cui influenza sull'accrescimento del de– bito e sul consumo del patrimonio è partitamente e completamente dimostrata nelle costruzioni, nei riscatti e nell'esercizio. Lo studio sui bilanci della Ragioneria generale, già citato, è in questa parte manchevole, nonostante rechi sulle spese dell'esercito e della marina pa– recchi dati in pii, di quelli dimostrati per gli altri pubblici servizi. Tocca appena cieli' influenza di tutte le spese sul debito, e parlando del debito in rapporto alle spese militari cade nel grottesco allorchè accenna soltanto al prestito per la guerra d'Africa, che rappresenta un'inezia di appena 5 rnilioni di carico annuo. I lo esaminato frettolosamente le relazioni mini– steriali e i discorsi dei ministri delle finanze, fatti in taluni dei momenti pii', pericolosi per il bilancio, e vi trovai spesso la preoccupaziO'Oe dell'influenza delle spese militari sul debito o sulle imposte; spese che il Sella quasi solo riuscì a frenare e a ruiurrc notevolmente, nonostante i latrati militaristi, e poi a contenerle, coadiuvato dal solo, solissimo ministro oculato che abbia avuto l'esercito, il generale Ri– cotti. E più specialmente nei discorsi del ministro Magliani fatti dopo il 1876 si vede ripetuto il ti– more, fattosi poco appresso certezza, che il bilancio, da pochi anni pareggiato, sarebbe rù:adttto ttel dc- . bilo a cagioue delle spese 1Jtilìtari. Ma in tutto ciò, e neppure nei discorsi degli oppositori più assennati, non si trovano calcoli e cifre circa l'influenza delle spese militari su 1 ll'au– mento del debito e delle imposte, queste corne quello conseguenze necessarie e disastrose dei di– spendi improduttivi. Studi più o meno completi di dilettanti · come sono io - cli econombti o di finanzieri, fatti con l'intento che mi sono proposto, non ne conosco se non di autori stra nicri, che mi servirono di guida nell'accertare il principio di massima. Può esser calzante un metodo di ricerche fon– dato su criteri proporzionali, e lo spiego. Gli oneri intangibili presentarono nel 1899-900 una differenza in pii'1, come vedemmo, di 579 mi– lioni in paragone al 1862, e questo aumento (nella spesa annua) lo dobbiamo ritenere cagionato, per la parte maggiore, dall'altra spesa effettiva di miliardi 27 4po avveratasi in quel lasso di tempo, cioè dal 1862 al 1899-900. Divisa questa spesa di miliardi

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