Il Socialismo - Anno III - n. 1 - 25 febbraio 1904

4 IL SOCIALISMO non patriottico per loro: e molti altri ne partono i11sal11talo!,ospite. L'on. Ferri ha citato un fatto intuitivo nello Avanti I del 29 ultimo. « La riduzione delle spese e< militari, egli ha scritto, darebbe mettiamo cento « o duecento milioni all'anno da dedicarsi allo svi– « luppo del lavoro nazionale e quindi questi ed al– << tri lavoratori troverebbero largo compenso di {< occupazione socialmente produttiva e retribuita « 1neno male ». Col sistema del generale i denari tolti al bilan– cio della guerra non sarebbero risparmiati, ma pas– serebbero al ministero dell'interno perchè ne facesse la distribuzione come elemosina, sisterna fratesco. Secondo. l'on. Ferri, i milioni tolti alla guerra ri– marrebbero a disposizione del lavoro produttivo, sistema doppiamente economico, perchè il contri– buente verrebbe gravato meno di tasse, e maggiore sarebbe il risparmio da destinarsi al lavoro. • . . Il generale, relatore geniale di bilanci militari, dice che· i 35 milioni di pensioni pagate ora per l'esercito non sono una spesa militare assolutamente (sic) e si devono togliere dal conto perchè. - state a sentire!. .. - prima della innovazione introdotta dal rninistro Luzzatti nella compilazione dei bilanci, quelle spese non erano conteggiate nel bilancio della guerra; erano infatti spese nascoste come tante altre spese militari che ho dimostrato io nei fasci– coli citati del Socialismo. A ogni modo, egli dice, le pensioni non •esserebbero con l'abolizione del– l'esercito, anzi « se i soldati si trasformassero in lavoratori il peso della corrispondente pensione cre– scerebbe ». Quanto è ingenuo! Egli non sa che l'istituto delle pensioni per gli operai è in fieri, che l'operaio pensionato trarrà quando che sia il suo diritto a pensione da un lungo lavoro produttivo, giovevole alla società e quindi necessariamente giove– vole anche a lui stesso, laddove la pensione mili– tare trae il suo diritto convenzionale da un lavoro parassitario perchè improduttivo! Non cito altre cifre per provare che non esagero quando asserisco che il costo d_çll'esercito del ge– nerale non è cosa. che si fondi sopra calcoli finan– ziari presenti, ma quasi per intero sopra effetti e ripercussioni economiche supposte, sulle quali gli economisti, chiamati in causa da me e da lui, pos– sono discorrere meglio di me. Del resto il generale non ha neppure difeso, contro l'Avanti/ dcli' r r gennaio, la sua teoria, e perciò io la posso lasciare, col suo consenso, in un pietoso abbandono. Voglio soltanto domandare agli economisti se non par loro che il pregiudizio eco– nomico rifiorisca rigoglioso nella testa. dei militari. Noi siamo dinanzi a questo fatto curioso, non di– feso dal generale con apprezzamenti politici, ma con giudizi, ripeto, sernplicemente economici; cc• colo qua: Vi sono nell'esercito 39 mila cavalli adoprati soltanto in fare evoluzioni e scambietti e nel di– struggere foraggi, bardature e scuderie: vi sono 200 mila uomini in armi, occupati a muover le gambe e le braccia come marionette, a mangiare, a dor– mire e consumare scarpe e vestiti, e si hanno poi ·r7 mila fra ufficiali e impiegati civili destinati a sorvegliare, dirigere e amministrare cavalli e uomini in quelle produttive disoccupazioni. Orbene, noi dovrernrno credere che i 284 milioni destinati al bilancio della guerr~ sicno tanto bene spesi e così necessariche sarebbero necessarie dovrebbero spen– dersi quasi per intero dallo Stato quand'anche lo esercito non esistesse piè,. Ma 39 mila cavalli che mangiano e non lavorano: 200 mila uomini che si tengono sotto le armi a pensione e altre r7 mila persone che si impiegano a sorvegliare gli uni e gli altri, a inc sembra che tutti insieme formino ... un vero orfanotrofio, e come tale sieno difesi giu– stamente da un generale. . Il generale, cx relatore di bilanr,i militari, dissi che non rispose alla facile confutazione fatta dall'Avanti I cielsuo articolo della Rassegna 11a::ionale. Ma si è ri– cordato del costo dell'esercito, calcolato da me un anno fa nel Socialismo assieme alle spese nascoste,e vi ha fatto ·opposizione nell' l~èo11omista del 24 gen– naio ultirno, un anno preciso dopo che il mio scritto, o scrittura, o scritturella, come direbbe il maggiore Guerrini, aveva visto la luce. Vero è che I' l:.èo11omista gliene aveva dato occasione. La lealtà giornalistica è una bella cosa, e la lodo in quella Rivislfl, che ebbe la cortesia di rammemorare al signor Marazzi che esisteva da tempo una implicita confutazione del suo articolo, che certo egli non ignorava, cd essa, per di piì1, allungò la sua cortesia fino a pubblicare un largo riassunto dei miei articoli, quasi a contr'altare dell'articolo Marazzi; cosa che in fondo in fondo parve ironica per lui, non lusinghiera per mc che vedevo contrapposti fatti certi, in buona parte uffi– ciali, alle insulsaggini altrui. .E questa è finalmente la ragione che mi porta oggi, a un anno di distanza, .a rip!'endere nel So– cialismo, contro quel generale, la vecchia questione delle spese militari 11ascoste, che naturalmente non posso difendere altrove dai suoi attacchi del 24 gen– naio meglio che qui. Io scrissi che i 284 milioni stanziati palese– mente per le spese militari di terra nei bilanci della guerra e degli esteri, dovevano essere accresciuti

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