Il Socialismo - Anno III - n. 1 - 25 febbraio 1904

IL SOCIALISMO nopolizzarli in odio alle industrie ed al commercio del Giappone. I punti strategici contestati, le differenze geo– grafiche, la supremazia militare e navale, tutto questo che si discute e che si ritiene origine del conflitto, passa in seconda linea dinanzi all'antago– nismo degli interessi economici da cui principal– mente derivano 'te ostilità attuali. Impossibilitata la Russia a produrre con la pre– cisione ed al costo inferiore delle industrie giap– ponesi, essa doveva fatalmente cercare di eliminare la concorrenza disastrosa della razza gialla chiu– dendole le porte dei mercati cinesi e assoggettan– dola alla sua supremazia politica e militare. E ciò non tanto pel danno attuale quanto per quello avvenire. In una convenzione del 1902 con la Cina, lo czar s'impegnava a consentire il ripristino della autorità cinese in Manciuria e a ritirare dal terri– torio cinese le sue truppe, affidando la direzione stessa della strada ferrata della Manciuria ad una amministrazione di cinesi. Ma, invece di mantenere i patti, la Russia quin– tuplicava l'effettivo dc' suoi soldati sul posto. li Giappone e la Cina protestarono, la Russia rispose affermando le sue intenzioni pacifiche:, ma intanto lo stato maggiore russo preparava la guerra. La Russia, cioè, continuò con la sua dip!0mazia quella politica di brigantaggio gesuitico destinato a schiacciare le nazioni pili piccole. Per il Giappone l'insorgere contro la Russia e il contrastare con rapidità fulminea il concentra– mento delle forze militari nemiche era dunque que– stione di vita o di morte. À la guerre co11t1/le à la guerre/ dicono i francesi. E così si spiega l'attacco irnprovviso delle tor– pediniere giapponesi contro la flotta russa. Ed eccoci in pieno cannibaiismo. Nel secolo ventesimo si rinnovano le slragi umane. In nome di un falso preteso diritto si as– sassinano legalmente rnigliaia e migliaia di uomini; e mentre contro un pazzo criminale qualsiasi che commettesse un delitto si solleverebbe lo sdegno luribondo della folla, si permette, invece, dai po– poli che pochi privilegiati giuochino impunemente col sangue e coi destini delle nazioni. • • • Come pili sopra accennammo, il pericolo mag– giore sta nelle eventuali complicazioni! L'Inghilterra rimarrà coll'arma al piede finchè fi Giappone avrà la prevalenza nella guerra. Ma se avvenga che la fortuna gli volga le spalle, essa lancerà le innumerevoli sue squadre contro l'armata moscovita. Allora Francia e Germania muoveranno in aiuto dei russi. E non è detto che gli Stati Uniti restino impassibili spettatori. Forse la Repubblica ameri– cana darà il ~uo appoggio all'Inghilterra ed al Giap– pone. Così si avrà il curioso e inatteso spettacolo di vedere i soldati tedeschi combattere a fianco di quelli francesi, men\re lo sciovinismo di Francia freme sempre di rabbia per il subìto oltraggio rii Sédan e anela alla rivendicazione delle province perdute. Nè la grande conflagrazione in.ternazionale si limiterà a questo; ma si avranno altre lotte cruente sui Balcani, dove già l'insurrezione rinasce e dove le mire di altre potenze son dirette, per allargare i dominii, ed estendere le influenze militari e poli– tiche. Quali saranno le conseguenze di questo terribile cimento? Può uscire dalla guerra organizzata e voluta da diplomazie che rappresentano interessi in antitesi con quelli dei lavoratori un'opera benefica di ci– viltà e di progresso? Da qual parte si volgeranno le simpatie elci pro– letariato? Per chi parteggeremo noi? Noi siamo contro la guerra e nel nostro amore per i fratelli lavoratori di ogni razza e colore non possiamo avere preferenze. Che sieno pila numerose le madri o le spose orbate dei figli o dei mariti di questa piuttosto che di quella nazione, eguale ed intenso è pur sempre il dolore umano. Sono lacrime di proletari, non importa se di russi o di •giapponesi quelle che scendono sulle guance pallide nelle povere case visitate dalla morte! Ma se al disopra delle considerazioni umane noi poniamo il desiderio nostro di vedere l'umanità raccogliere la palma del progresso civile anche at– traverso il fratricidio, noi dovremmo augurarci, nella fatalità degli eventi, che venissero sopraffatte quelle nazioni i cui governi sono la espressione pili carat– teristica di interessi dinastici, di classi feudali ed ari– stocratiche. Il supremo augurio però è che il proletariato, con le sue forze organizzate e coscienti, impedisca lo estendersi della guerra. Già in Francia il parlito socialista senza distin– zione di scuole - ciò che ci assicura della nostra so– stanziale unità nei momenti dcli' azione contro la borghesia onnicolore - si muove per imporre al

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