Il Socialismo - Anno III - n. 1 - 25 febbraio 1904

IL s·ocIAL ,:1, Rivista quindicinale diretta da ENRICO FERRI ,:1, ABBON.AME:,..rTI: ITM,1,\: Anno L. 5 - Semestre L. 2,50 ESTEt.O: Anno L. 6,25 - Semestre L. 3,25 Un numero centesimi 25. SI PUBBLICA Per la Direzione e Redazione rivolgersi all'ono– revole prof. Enrico Ferri, Roma, Via ti.·I1rmtcbcllo, 2-E - Per l'Amministrazione rivolgersi: •il Sociatùmo, Rivista, Roma, Via S. Claudio, 57. il 10 ed il 25 d'ogni mese ATTUALITÀ POLITICA LA GUERRA La guerra è scoppiata fra il Giappone e la Russia; non avrà, certamente, breve durata cd è probabile che determini delle complicazioni interna– zionali. Il partito socialista non può ... disinteressarsi di questo tragico avvenimento e deve far sentire la sua voce contro queste carneficine, organizzate dalla diplomazia col pretesto di servire ad interessi na– zionali legittimi, mentre il pili delle volte non si tratta, invece, che di trovare uno sfogo alle speculazioni affaristiche di grandi monopolizzatori del lavoro, delle merci e della produzione naturale del suolo. . Ma prima di emettere un giudizio e di indicare l'atteggiamento che il partito socialista dovrebbe assumere nella gravità del momento, sarà bene fare una storia sommaria delle origini di questo con- flitto. · La indipendenza della Corea è per il Giappone e per la Russia la ragione prima della contesa. Nel 1894, per non risalire ad epoche più lon– tane in cui l'impero Coreano fu invaso prima dai• giapponesi, poi dai cinesi, quindi dagli americani, il Giappone, approfittando delle turbolenze interne della Corea per quistioni religiose e sociali,- partì in guerra contro la Cina, chiamandola responsabile di quella situazione. I cinesi, sconfitti, dovettero-cede!·e al Giappone Porto Arturo e una larga striscia di territorio. ìVla la Russia, la Francia e la Germania, che vedevano con diffidenza lo estendersi della potenza giappo– nese, gli intimarono di rinunciare alle conquiste fatte, non lasciandogli come compenso delle ripor– tate vittorie che l'isola di Formosa, ben nota per le sue agitazioni interne. La Russia s'impossessò intanto di Porto Arturo, facendone la sua stazione navale e arrogandosi in– sieme il diritto di costruire in Manciuria una linea ferroviaria per accorciare di 500 chilometri quella transiberiana. La Francia estese le sue possessioni nella re gione confinante col Tonchino, e la Germania, più tardi, si stabilì a Ce-fu sul Mar Giallo. Nè l'Inghilterra rimase neghittosa; ma, dopo avere occupato \Vei-Hai-Wei, s'internò nel centro stesso della Cina. Il Giappone subì non senza proteste questa sopraffazione e si preparò ad una rivincita. I giapponesi sono un popolo che, in breve pe– riodo, ha saputo raggiungere i gradi della civiltà occidentale. Il loro governo è costituzionale come quello d'Italia; u·na democrazia fervida e intra– prendente contende alle vecchie classi feudali, non ancora scomparse, i poteri pubblici; numerose sono le scuole; infinito è il numero dei giornali ( le industrie che vi si sviluppano sempre pili creano un proletariato che si organizza e che costituisce LlJla forza nuova nella nazione . !,;somma è un popolo che ha tutte le qualità politiche, sociali e morali per sentirsi autorizzato a mettersi alla testa della civiltà gialla e ad impedire che altri popoli vengano da· lontano a sostituirlo in questa sua pretesa missione storica. Quando, nel 1900, i boxers si rivoltarono in Cina e le nazioni cosiddette civili di Europa e di America sbarcarono le loro truppe per soffo– care quel movimento selvaggio, il Giappone non mancò di partecipare alla repressione e di distin– guervisi. La sua condotta gli valse l'appoggio e le sim– patie dell'Inghilterra - simpatie utilitarie - con la quale potè stringere un trattato d'alleanza, difen– siva ed offensiva, al quale venne tosto contrappo- • sta una dichiarazione della Francia e della Russia, ingelosite dall'atteggiamento nuovo che il Giap– pone assumeva e preoccupate della ·amicizia che l'Inghilterra gli accordava. Condizione della pace, nell'estremo Oriente, do.. veva essere l'indipendenza della Cina e della Corea, aperte entrambe ali' industria ed al commercio di tutte le nazioni. Due anni corsero d'allora e, in questo frattempo, la Russia cercò col denaro francese di impadronirsi dei mercati cinesi, coreani e manciuriani e di ~o~

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