Il Socialismo - Anno II - n. 24 - 10 febbraio 1904

IL SOCIALISMO 373 rito pubblico.» Oh! Se fosse cosi gl'impiegati avrebbero parlato ben diversamente! Avrebbero incominciato a di– chiarare la propria simpatia con l'elemento proletario. In quella vece restano lontani dalla Camern del lavoro per paura di essere assorbiti dagli operai ed i loro in– teressi vengono subordinati agli interessi di questi. È invece il viceversa quello che essi vogliono. Ricordo incidentalmente come anche le Leghe dei contadini nel periodo di loro tumultuaria apparizione, rifiutarono di far parte delle Camere. Venuto poi il periodo della crisi, quasi tutte ritornarono sulle pro– prie decisioni e sentirono la necessità di abbandonare la politicà' particolaristica per stringere maggiormente la propria az:ion,e a quella delle altre Leghe operaie. Però anche quando l'azione dei contadini degene– rava in tendenze troppo ristrette, era dovere dei so– cialisti aiutare questi movimenti per condurre gradual– mente quei lavoratori ad una concezione più generale della lotta da combattersi. e sviluppare in loro la co– scienza socialista del fine al quale dovevano mirare, cioè delle nuove relazioni sociali che si vogliono sta– bilire. Ecco perchè, a mio modo di vedere, aveva ra– gione Enrico Ferri quando diceva che tendendo a svi– luppare la coscienza socialista si faceva lo sforzo di 1 o per raggiungere l'effetto di 1 1 mentre correndo dietro demagogicamente a tutti gli interessi particolaristici suscitati da condizioni economiche transitorie si faceva lo sforzo di I oo senza forse raggiungere lo stesso ef– fetto di 1. E quando la Critira sociale rimprovera i rivoluzionari d'aver detto che « la resistenza economica era un inganno» mostra semplicemente di non capire la portata delle affermazioni nostre e di non vedere la differenza fra una politica particolaristica di gruppo e la grande politica cli classe. La prima ha bisogno delle stamburate e di vedere in ogni piccolo vantaggio di alcuni gruppi nna grandiosa conquista del proletariato, anche se con ciò viene ottenebrata la netta visione della lotta complessiva. Gli altri, senza trascurare i piccoli miglioramenti tengono fisso l'occhio del proletariato alle cause fondamentali che impediscono una forte ~leva– zionc delle sue condizioni morali e materiali; e tenendo sveglio lo spirito di solidarietà di classe evitano il pe– ricolo che un piccolo gruppo cerchi di prevalersi di determinate posizioni per danneggiare tutta la massa. I primi finiscono nello sgonfiamento delle montature e nelle depressioni conseguenti, la decadenza delle Leghe cootadini informi. Gli altri vanno sempre avanti tran– quil!_i per la propria strada. Gli uni si fanno pigliare pel naso dal primo Ciolitti che incontrano. G!i altri picchiano sodo sul parassitismo politico, costringono a fare inchieste sul marcio sve– lato, lottano per gli anmenti di salario generali e reali ed impongono rispetto anche allo czar. È vero che nel– l'articolo citato i grandi successi ottenuti colla giolitto– zanardellite acuta, per la quale l'Estrema Sinistra da padrona della situazione è diventata quantità trascura– bile, viene opportunamente descritta come un « porre la mauo sulla macchina governativa per volgerla a pro– fitto dei lavoratori ». Eh! no quella macchina v'ha portato via un braccio e cioè la forza parlamentare che avevate dopo le ele– zioni ciel 1 900. Noi, che ci dovemmo chiamare rivoluzionari, ab– biamo avuto il grave torto di prevedere questa fine. Ma pare che la Critica Sociale non ne sia molto persuasa. Quando mai un uomo politico italiano può sinceramente contessare d'essersi ingannato? Ed allora la débflcle delle Leghe non è da ascriversi alla miopia dei dnci, ma all'azione dei rivoluzionari, che « hanno sgominato il movimento dei lavoratori ». Peccato che tutto il positivismo della Critica Sociale non le sugge– risca la necessità cli ricercare le cause che avrebbero reso possibile ai rivoluzionnri di sgominare (come pre– tende l'OJl. Turati) il movimento dei lavoratori. Se il direttore della Critica Sociale si fosse accinto a qucsta ricerca, avrebbe veduto che cessarono le cause transitorie determinanti quella vampata di Leghe e che perciò avevano ragione i rivoluzionari di prendere oc– casione da quella situazione di inquietudine per svilup– pare la coscienza socialista integrale. Ora, tutto ciò è possibile cogli impiegati? Se i generali fanno una Lega di resistenza per au– mentare i propri stipendi, la doviemo noi appoggiare? E se la faranno i capi dei vari Stati per aumentare le rispettive liste civili? Anche un presidente di repub– blica od un monarca può trovarsi in momentaneo di– sagio economico, quando non abbia degli abili ammi– nistratori. Tralasciando q_ucsti esempi paradossi, è evi– dente però che bisogna fare delle distinzioni tra le varie classi· degli impiegàti, e specialmente tra quelle che noi chiamiamo improduttive e quelle produttive. In Italia, purtroppo, dove il numero degli impieghi è aumentato per favorire delle clientele. politiche, tro– viamo degli impiegati improduttivi fino nelle più umili funzioni. Non so chi ricordava a questo proposito quel- 1'ispettorato agli scavi istituito unicamente per assicu– rare una posizione tranquilla al cocchiere di una ec– cellenza. Dunque, sotto pena di aiutare il parassitismo po– litico a danno della produzione, noi non possiamo metterci al lato di coloro che vorrebbero sviluppare le funzioni improduttive solo perchè questi creano un organismo simile a quello delle Leghe contadini o per– chè col solito frasario fantasioso si chiamano proletari della penna. L'importante è dimostrare che essi com– piono una fanzione utile e che esiste uno sfruttamento, cioè vi sia uno stipendio sproporzionato all'utilità pro– dotta. Questo è il problema. li. Alcuni vogliono appoggiare gli impiegati per desi– derio di averne i voti e rafforzare il nostro Partito. La Critiia Sociale mette in luce che « oltre mezzo milione di lavoratori degli uffici sono quasi tutti elettori dispo– nenti di una coltura relativamente meno squallida di quella degli operai e dei contadini. >> È questa una tendenza demagogica, che credo pericolosissima. Non parlo dei candidati, i quali mirano a riuscire in un dc-

RkJQdWJsaXNoZXIy