Il Socialismo - Anno II - n. 24 - 10 febbraio 1904

372 IL SOCIALISMO scissione la realt:ì comoda senza a,·erne la forma ap– pariscente e gli svantaggi. Ora, poichè il proletariato è unitario nelle sue diverse sfumature - industriali, agricole, intellet– tuali - unitario dev'essere il partito che lo rappre– senta. Invocare scissioni aperte o larvate perchè oltre agli interessi del proletariato si voglia al Partito so– cialista affidare, comeuj]ìrioproprio, anche b tutel:t degli interessi di una parte della borghesia democr:1- tka, significa voler dare ai partiti democratici l'eti– chetta socialista, ma contro ciò che di pii, saldo e incrollabile si è conquistato con la dottrina socialista e con la coscienza di classe dal proletariato moderno. Ond' è che - temperando la reciproca tolleranza personale e la libert:I assoluta delle opinioni con la discipliqa degli atti - nel Partito socialista, unita– riamente organizz:1.ro , e' è posto e la\·oro per tutti i socialisti: la,·oro e po,ro, che soltanto nella unit:I del partito com~ hanno il loro dritto di cittadinanza, cosi trovano l'efficacia e la potenza degli sforzi alla con– quista dell'avvenire. Enrico Ferri. PROBLEMI SOCIALI L'agitazione degl' impiegati e il partito s cialista I. Il fenomeno dcli' agitazione degli impiegati per il miglioramento dei propri stipendi prende ora una certa consistenza. Esso attira l'attenzione e la simpatia istin– tiva di uomini politici come l'on. Sacchi e l'on. Tu– rati, mentre poi è veduto con una certa diflìdcnza da altri democratici e da parecchi socialisti. Il fatto che il movimento si è accentuato ora e non prima, deve indurci a ricercare la ragione, almeno immediata, che ha dato questo speciale impulso. Certo agjranno contemporaneamente molte cause, non ultima quella di un indirizzo liberale di governo, in base al quale gli impiegati si credono sicuri di non essere perseguitati pcl semplice fatto cieli' organizza– zione. Ma io credo che vi sia una causa d'ordine econo– mico pH1 generale. Gli stipendi degli impiegati sono di propria natura costanti e non segnano le oscillazioni del mercato. Ora noi in Italia abbiamo avuti alcuni anni di svi– luppo economico abbastanza sensibile. E, come avviene in tutti i periodi consimili, si è verificato un rialzo cli prezzi. Se noi prendiamo la media elci prezzi del qua– driennio 1894-97 (e1,oca cli depressione) e quelli del qu,ldriennio 1900-903 noi potremo vedere un sensibile rialzo in tutti i prezzi elci prodotti (frumento, latte, bestiame, bozzoli, fieno, vino, oiio, riso, sete, prodotti metallurgici, C..'lrbone, cotoni, ecc.). Per di più la nostra carta-moneta crebbe di valore essendo scomparso l'aggio sull'oro. Perci6, oltre alla ,lifTerenza nominale dei prezzi, abbiamo anche una dif– ferenza reale. I primi prezzi espressi in carta svalutata, per es– sere paragonati con quelli ciel periodo posteriore, de– vono essere diminuiti di una percentuale pari ali 'aggio sull'oro dell'epoca. , Coloro che nel periodo 1900-903 riccvcvcmo un ::;:1- lario, o uno stipendio, pari a quello del 1894-97 1 non si avvedevano che in realtà il loro reddito cm dimi– nuito, poichè dovevano spendere pii.1 di prima per acquistare tutti i generi necessari pel proprio consumo. Ma se essi non pcrcepi\·ano la causa. del fenomeno, sentivano però fortemente il disagio economico prove– niente dallo squilibrio tra i prezzi aumentati cd il red– dito rimasto uguale. Nelle grandi città. tale squilibrio si rivelava in forma acuta pel rincaro delle pigioni. I primi a sentire tale stato di malessere furono i salariati della città. e della campagna. E gli innume– revoli scioperi ciel 1900 e del 1901 avevano per base fondaml!ntale questo fenomeno economico. In molti è potuta nascere l'illusione che q\.1el mo– vimento rapido cli agitazioni e di organizzazioni potesse avere una base solida. Viceversa, appena rista.bilito l'equilibrio tra i prezzi nuovi ed i salari, incomincia– rono le prime sconfitte, le Leghe si sfasciarono cd il movimento ritornò al suo stato normale. Rialzatisi cosi i salari con tutti gli altri prez1.i, si faceva tanto più sentire il disagio agli impiegati. E questi, vedendo che con l'organizzazione i contadini e gli operai erano riusciti ad ottenere un miglioramento, si misero per la stessa strada, e cosi abbiamo le Fe– derazioni cli impiegati che comprendono tutti i dipen– denti dai corpi pubblici, dai prefetti fino agli scopini municipali, pa$.'mdo attraverso ai professori ed ai maestri. A Cremona, giorni fa, si fondò appunto una tale Federazione. Non so bene se gli scopini municipali vi abbiano trovato accesso, nè se vi siano intervenuti quelli che a Roma si chiamano pizzardoni, o le guardie cli pubblicn sicurezza (le quali avranno pur diritto a domandare aumenti cli stipendio). Certo nessun com– pagno scopino prese la parola per chiedere al com– pagno prcfotto cli trasmettere per via gerarchica i voti dell'assemblea alle autorità superiori. Ma qu:tnclo in quell'adunanza l'amico Garibotti in– dicò come sede naturale della nuo\'a Federazione la Camera del lavoro (dove già. esiste una sezione im– piegati) sollevò delle proteste vivacissime, non ispirate certamente da so\·erchia simpatia verso i lavoratori salariati. L-i Critica sociale, nel numero del 16 gennaio, si spiccia con molta disinvoltura della questione dicendo che con l'iscrizione alle Camere ciel lavoro « il movi– mento sarebbe stato dissolto per l'inevitabile inanità dello sforzo(?) e per la reazione dei po1eri e dello spi-

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