Il Socialismo - Anno II - n. 20 - 10 dicembre 1903

306 IL SOCIALISMO verbali, guanto alla loro azione pratica e quotidiana - la distanza politica fra loro e i socialisti potrà di– ventare minore, senza che si possa cancellare però b djfferenza economica dei due partiti: l'uno mirante, tutt'al più, all' cc associazione dei capitalisti coi lavo– ratori » - secondo la formula mazziniana; l'altro mirante, inYece, all' cc associazione dei lavoratori » con la eliminazione del capitalismo. Così se i radicali, assumendo una maggiore energia di atteggiamento contro le. passate genuflessioni alla .monarchi~, si dar.umo organizzazione salda e sincera nel paese - di che io dubito forte - potranno anche avere, per questa o quella riforma, l'aiuto momen– taneo dei socialisti. Ma ritornare alla illusione che socialisti, repub– blicani e radicali possano operare insieme, nel Paese e nel Parlamento, sol perchè Giolitti si è svelato, an– cora una volta, quello che è - sarebbe andare da Scilla a-Cariddi. L'unione dei partiti popolari - come io ho sem– pre preveduto, dal!'ostruzionismo in poi - ha fatto bai1carotta: appunto perchè, fuori di un'azione ne– gativa o difensiva, non è possibile eliminare le pro– fonde diversità sostanziali di programma e di me– todo che separano i diversi gruppi nell'Estrema e i corrispondenti partiti nel paese. Vedano dunque i socialisti, col Ministero nuovo, di non cadere dalla padella del ministerialismo - nella brace del confusionismo. · Ancora un~ volta, i socialisti non possono avere che un solo programma di azione: continuare la loro opera sistematica e paziente di propaganda e di or– ganizzazione del proletariato, nel campo eco1:omico non disgiunto da quello politico. Il Partito socialista è nato in Italia da poco pii, di dieci anni ed è appena uscito d'infanzia. Parecchi Ministeri dovranno passare, prima che giunga l'ora no~tra. Ma perchè quest:Ora giunga, intera e feconda, non ci vogliono nè illusioni nè confusioni. Ogni par– tito - cominciando da noi- lavori nel proprio campo: pronti ad unirci nella difesa del comune patrimonio di condizioni elementari della civiltà dalle aggressioni subdole o violente: ma senza dimenticare mai le dif– ferenze e spesso i contrasti tra gli interessi coll'èttivi che ciascun partito rappresenta e tutela. Se i socialisti avranno questo coraggio della pa– zienza, eviteranno Scilla e Cariddi, e giungeranno pili presto· - con moto 'progressivame•1teaccelerato _ ... nel mare libero dell'emancipazioue proletaria. Enrico Ferri. PROBLEMI SOCIALI Federazionidi mestieree Cameredi lavoro. Una delle questioni pili dibattute oggi nel seno del Partito socialista, la cui risoluzione forma uno cl~' so– praccapi e degli scopi di ambedue le tendenze contra– stantisi, è quella dcli' indirizzo da seguirsi nella organiz– zazione economica dei lavoratori. Si discute aspramente, e con grande contorno di disquisizioni teorico-classifi– catrici, intorno allo sciopero od agli scioperi, ed alla op-· portunità di fare o di non far entrare la politica nelle Camere di lavoro e nelle Federazioni di mestiere, come complemento necessario o no della azione di classe del proletariato. Ed è questa specie di pregiudiziale, che ognuno risolve per proprio conto e secondo le proprie particolari convinzioni o convenienze, che rende così incerta, penosa, contraddittoria l'opera delle organi;,;– zazioni operaie, volta a volta che vi prevale l' una o l'altra influenza, l'una o l'altra fazione. Ma con la importanza acquisita negli ultimi anni dalla organizzazione economica in Italia è giunto il momento di risolversi una buona volta e di fissare una linea di condotta immutabile ed armonica. Ed è perciò che, prescindendo da quanto delibererà il prossimo Con– gresso del Partito, non inutili riesciranno forse queste modeste considerazioni sulla differenza di sostanza e di azione delle Federazioni di 1JJestiere e delle CamPre di lavoro e sulla direttiva in cui i socialisti debbono con l'opera propria indirizzarle, direttiva che non può e non deve essere altro che fermamente e saggiamente socialista. * .. Distinguiamo, anzitutto, il còmpito immediato dal c6mpito fu.turo di queste organizzazioni, è vediamo se per avventura il còmpito futuro non possa e non debba trascendere i limiti di quanto oggi prevedesi. Perchè, come di tutti gli sforzi e le azioni umane, anche per l'opera d'organizzazione è vera quella legge fatale della storia, che assegna spesso a funzioni ap– parentemente immediate un còrnpito futuro importan– tissimo, la cui portata sfugge alla percezione normale del momento. Così le corporazioni medioevali (sorte proprio in quel periodo tumultuoso per guerre e per fazioni in cui fermentavano i .germi del •rivolgimento politico, intellettuale ed· economico che si compiè co~1 la sco– perta di nuove terre e con l'inizio del grande sistema coloniale ali' aprirsi dell'evo 1JJOderno) subirono dal primo loro sorgere un grandissimo cambiamento, e eia Leghe o Associazioni di carattere industriale o com– merciale (ecomomico quindi) che erano state dapprima, si mutarono in organi Schiettamente politici quando, come a Firenze nel 1. 282, sostituirono nel governo della pubblica cosa i priori dette arti ai buoni uomi11i o quando organizzarono e sostennero moti di popolo (tumulto de' Ciompi, ecc.), con intenti ed effetti pura– mente politici. E cosJ l'Ansa (lega anseatica) formatasi verso la · metà del duecento con intenti puramente commerciali, estendendo a poco a poco la sua potenza, giunse a dominare le coste del mar ciel Nord e del Baltico. ad infiltrarsi nell'Inghilterra e nella Russia e creò quelle potenti città ribere (Amburgo, Brema, Lubccca, c~c.)

RkJQdWJsaXNoZXIy