Il Socialismo - Anno II - n. 20 - 10 dicembre 1903

314 IL SOCIALISMO luto dim!lnda b rivoluzio11etlcllc furmc tli gu\'crno, e dei r:1ppo1li. fra' indl\'iduo e individuo uclb socie1à. I,u S\·iluppo economico ha r:igg:iunlu il lJUlltOin cui la \'Cccliia lott:t per la \'ita, risult:i.to della produziN1c concorrente e della possessione priv!lt!l, è impossibile. 1.:t concorreoz:1 non può m:lnte– nerc a lungo l'equilibrio nella \'ita economica dclln socie1!1.Ln produ- 1:ione è crcsciut:t e con questo suo :rnmcnto h:l esclusa la possibilità della concorren1:a; per conseguenza pochi grandi monopolisti h:umo potuto concenlrarc nelle loro mani le sorgenti delb ricche1:zasoci:1le cd :1 loro tutto il resto degli uomini è soggetto. i\la questo st: i.to di cose uon può durare, e bisogna notare che per un irrevocabile decreto del progresso la. produzione è diventata, or:1, una funzione sociale e tale rimane. Scmbm dunque che il Socialismo si:i. 1:t sob altcrn:i.ti \':t :111' indi\ 'idu:i.lismo plutocratico. Cos' ì, 1LSoc1Aus~10. Vediamo dunque cos'è il Soci:1lismo.11Socialismo~ quell:1 forma svelale, nell:1 qu:lle la produzione è regolata d:ll pubblico; e le \':'.I.rie scuole socialiste differiscono I' uu:i dall'altrn svltanto nel gr:' .l.do di fiducia che esse accordano ali' indi\'iduo, sottomettendolo ad un controllo più o meno se"ero. Le scuole pili antiche del Socialismo erano partigiane della streu:t sottomissione dcli' individuo al con• trollo soci:tle, mentre le pi\1 moderne, c:tpit:lnate da Bakounine e da ~forris sono fa\'Orevoli alla più larg:t libertà individuale. li Socia• lismo non ha nessun rapporto con la distribuzione, ma soltanto con la produzione. La questione della distribu1:ionc·do"r?i. essere definita, in bene o in male, da ogni generazione secondo le sue \'edule e i suoi bisogni. l':: però nostro diritto indag:'.l.requali potranno es-– sere i probabili sistemi di distribuzione dell'avvenire. L:l proposta dcli'., ognuno secondo i bisogni, da ognuno secondo le for1:e ,. è la più popolare e la piì1semplice fra queste idee; ed è certamente un'idea pili fr!lterna che non la formula "' ad ognuno secondo i prodotti •· Tuuavia bisogna riconoscere che non è una formula atta ad essere pr:i.ticat:'.l. da uomini dell:i. morale odierna. I,o stimolo del CO!l]penso è, data la moralità attualç, necessario per ottenere la massim!l effic!lcia e il m:lssimo progresso sociale. Dunque, almeno fino :l parecchie generazioni dopo lo stabili– mento della repubblica cooperati\'a, bisognerà che l:'.l. formula eco– nomica sia : "' :'.l.ciascuno secondo i prodotti • . Da un altro punto di \'iSta si può dire che la eguaglianw delle rendite è una cosa contr:tria ali!! n:ttura e che quindi la egiiaglianza economic.'I. è imprnticnbile. Quando le rendite del lavoratore sono in rcbzione coi suoi sfol"'l-ie che egli è obbligato con questi a provvedere a sè e a' suoi, allora si stabilisce un equilibrio fra la popol:tzione e le risorse del paese. Ma questo non sarebbe il caso in una colleltività ove \' individuo godesse dcli' intiero frutto dei suoi sforzi e non a\'CSSCda m:'.l.ntencrela propria prole. Dunque si:' .l.mo bbligati ad :tmmettere che per molte genera• zioni dopo lo SL'lbilimento della repubblica cooperati\'a, i rapporti tra l'individuo e il suo prodotto e I' indi\'iduo e la sun. prole rim:1r– r:lnno 1:tli quali I' e\'oluzione li ha fatti. Jt PROGRESSO SOCIALISTA. Dunque il primo stadio del Soci!llismo !'::'.l.r:1 raggiunto qu:'.l.ndo ogni indi\'iduo potrà servirsi di tutti i me1:zidi produzione, e godrà del pieno possesso dei prodotti del suo !3,•oro con l'obbligo di mantenere la propria prole. 11secondo st:'ldio, che S:' .l.rà rnggiunto quando nell' C\'Olu1:ionela razza. :l.\'ci perdmo l'antico egoismo e \' :tntica indolcnz:'I, s!ld I'egu:'lglian1:adei S!ll:'lri; lll!l.tutto sembra indic!lre che questo periodo non avrà lunga durata, e che si p,.s• serà presto al comunismo. ;\fa neppure questo sarà l'ultimo st:'l<lio dell:t evolu1:ionc che s:uà raggiunto quando l'uomo trover:i.il mn.ssimopi:tcere nell' adem• fitnento dei :suoi doveri soci:'lli; q11:111do 13 produttivilà del b,•oro S:' .l.rà diventatn. tale da provvedere :l.d ogni possibile bisogno; quando la mornlità s:'.l.d:' .l.SS. 'l.i a ta da precludere ogni possibilità di contes:l su la distribuzione <lei prodoui, e che non ci sar2i.pi1'1bisogno di alcun cotHrollo, e quc!:,lu S:'lrltil comunismo :marcbicu. :'\l:i. è vano pretendere, dato I':utuale slato sociale, di predic. 'l.re un:l. forma sociale che richiede tanti secoli per :wver:l.rsi ; e il vero progressist!l è quello che riconosce le debolezze dell:i. nostra natur:'I, ed nl tempo stesso le nostre possibilità di S\'iluppo, e che cercfl di creare un ambiente che darebbe la maggior felicità, :'I.i m:i.ggior numero nel momento n.ttuale, mentre affrellcrehhe il progresso del mondu verso la feliciti\ a\'venire. Per un nuovo diritto alle Associazioni operaie di resistenza. A proposito del recente sci~pero dei vetrai a ì\lim1tolo nel New Jersey, :i.gliStati Uniti d'America, John \Vesteatt nel /Vishirt .'1illgn• zi11t di settembre scrive: A ~linutolo, un piccolo \'illaggio ~cl New Jersey, nel 1895, George Joncs, stabilì un!l piccola vetrerin non unita al sindacato. Nel 1897 la convertì iu un:i. Società anonim:i: egli stesso er:i. la Socie1:ì :inonim:i. L' 3ffare crebbe; egli ebbe presto <bi qu:ltlro :ti cinquecento operai. La legge del New Jersey proibisce l'impiego dei rag3,-;zial disollo dei 12 :i.nni e l!l loro occupazione come !1.pprcndistipresso le corporazioni. George Jones riusci :i.cleludere questa leggi.! facendo egli Messo gli apprendisti eppoi passandoli :1llasua C<)lnp3gnia, che era poi, come abbiamo detto, lui stesso. Molti di questi rag!lzzi erano inferiori ai dodici anni, ma cmno quasi tutti poveri It:iliani, ed egli ern g:l.r:'.l.ntito e difeso da dichi:i.• razioni false da.te dai genitori. Ern riuscito :1nche ad eludere b legge che proibisce il pa.g:i.mento in natur:'.l.,cd ave\':t st:i.bilito un magazzino dove obbligava gli oper:li :i.d andare a comprare. l suoi operai Cr:'lnO ridotti allo stato di schia\'i ; due dei bambini morirono di :-finitezz:t; i bambini si addorment:tvano spesso - specialmente dumnte il lnvoro notturno - ed erano destati con dei secchi d':l.cqua buttati loro :i.ddosso. Gli operai erano licenziati se p:irtccipavano a riunioni operaie e a.gli apprendisti non era insegnata tutta la professione, m:i. soltanto un ramo di essa. Tuuavia. gli oper:ti, gui– dati da V:\na11lan,si organizzarono sotto gli auspici del\' Associ:1- zionc dei Vetrai Americani e Canadesi e nell':tprile 1902 cominciò lo sciopero. Joncs impiegò un gr:mde numero di av\'OCati e ingaggiò una ddle pi\1 interess:mti batt:iglie leg:1li che sieno st :i.le finora. Fece degli sfrntti agli operai che vi\'evano in case di su:i proprietà, e per mezzo della legge che permette di arreSL"treed imprigion:i.re senz!l processo le persone di cattiva condotta, fece chiudere in carcere tm gr:'.l.ndenumero di scioperanti. ;\la. come protesta il Sin• d:'.l.catodei vetrai fece arrestare il giudice che :1vevaconclannato gli scioperanti e da un altro Q 1agistr:i.tolo fece cond:mn:ue, sollo la medesima imputazione. Questa condanna diede nuO\'O \'igore :igli scioper:mti. Allora b Compagnia Jones :iccusò il Sindacato di cospi• razione e tent:i.tivi d'intimidazione; ma I'Associa1:ione dei vetrai ad ogni singolo operaio h:l. interposto un:t dichiarnzioue negativa :tll'accus!l di Jones. Questo ha solle\':ltO un::i.quesliooe di inc:i.lco– ln.bile importanza. Essi, gli operai sindacati, :i.ffermano di essere una Compagnia, 13 quale ha per capitale la forza di la\'Oro dei suoi singoli soci e che nel loro interesse CSS:'.l. cnpitalizzn, :lcquist:i. e mette in commercio questo loro C:'.l.pitale; che essa, la Compagnia dei sindacati, fa \:i. concorrenza all:i. Compngni!l Jones, ha diritto di fargliel:l, cd h:t diritto d ia. doper:i.recontro la Comp!lgnia Jones le medesime 3rmi che delt:1Compagnia impiega contro gli sciope– ranti e ciò in fol"'L!l delle leggi americ:' .l.ne che sono b:tse della concor– renza commerciale. ])er conseguenza l' !lvvocato del Sindac !l.to dei vetrai ha chiesto 31\3 Corte un ordine per impedire alla Compagnia Joncs e ai suoi agenti di disturbare gli scioper:inti nei loro atti competitivi e legali tendenti a togliere dal commercio la ditta Jones. La tcori:i. qui soprn esposta, se ben conccpit:l, bene C!lpo~tae hen pr:'.l.ticata,rivolu1:ionerebhe il mondo industriale. Questo dimostrn che ogni Associazione operai!! può mettersi nella condizione di un concorrente; e poichè è st!lto rite11uto che ognl

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